Diocesi di Irina

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Irina
Sede vescovile titolare
Dioecesis Hirinensis
Chiesa latina
Vescovo titolareFrank Schuster
IstituitaXVIII secolo
StatoTunisia
Diocesi soppressa di Irina
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Irina (in latino Dioecesis Hirinensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Irina, nell'odierna Tunisia, è un'antica sede episcopale della provincia romana di Bizacena.

Sono tre i vescovi documentati di questa diocesi africana. Il cattolico Tertulliano intervenne alla conferenza di Cartagine del 411, che vide riuniti assieme i vescovi cattolici e donatisti dell'Africa romana; in quell'occasione la sede non aveva vescovi donatisti.[1]

Il nome di Saturo figura al 94º posto nella lista dei vescovi della Bizacena convocati a Cartagine dal re vandalo Unerico nel 484; Saturo, come tutti gli altri vescovi cattolici africani, fu condannato all'esilio.[2]

Ultimo vescovo noto di Irina è Teodoro che sottoscrisse la lettera sinodale dei vescovi della Bizacena riuniti in concilio nel 646 per condannare il monotelismo e indirizzata all'imperatore Costante II.[3]

Dal XVIII secolo Irina è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dall'8 marzo 2022 il vescovo titolare è Frank Schuster, vescovo ausiliare di Seattle.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi[modifica | modifica wikitesto]

  • Tertulliano † (menzionato nel 411)
  • Saturo † (menzionato nel 484)
  • Teodoro † (menzionato nel 646)

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 1103, Tertullianus.
  2. ^ Mandouze, Prosopographie de l'Afrique chrétienne, p. 1043, Saturus 3.
  3. ^ Hefele-Leclerq, Histoire des conciles d'après les documents originaux, III/1, Paris, 1909, pp. 426-430 (in particolare p. 428). La lista dei vescovi in: Giovanni Domenico Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, vol. X, coll. 927-928.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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