Dhirubhai Ambani

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Francobollo con l'immagine di Dhirubhai Ambani nel 2002

Dhirajlal Hirachand Ambani detto Dhirubhai (ધીરુભાઈ અંબાણી; Junagadh, 28 dicembre 1932Mumbai, 6 luglio 2002) è stato un imprenditore indiano, miliardario, fondatore nel 1958 e proprietario del conglomerato indiano Reliance Industries, una delle maggiori aziende del paese e del mondo. Nel 1977 Ambani rese pubblica l'azienda.[1][2] Nel 2016 ebbe postumo il Padma Vibhushan, la seconda più alta onorificenza civile per i suoi contributi al commercio e all'industria.[3] Ambani dovette affrontare numerose accuse di manipolazione del mercato, evasione fiscale e clientelismo.[4][5][6][7][8][9].

La sua avventurosa vita è stata di ispirazione nel 2007 per un film di Bollywood intitolato Guru.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato in una famiglia povera a a Chorwad, Malia Taluka, distretto di Junagadh, Gujarat[10] il 28 dicembre 1932,[11] Dhirubhaimbani era uno dei figli di Hirachand Gordhanbhai Ambani, un insegnante di scuola del villaggio appartenente alla comunità Modh vaniya (Baniya) e Jamnaben Ambani. Studiò alla scuola Bahadur Khanji e iniziò a lavorare fin da piccolo con lavori umili. Si racconta che abbia lavorato in una stazione di servizio come venditore di benzina,[12] si cimentò anche in un'attività in proprio nel mercato tessile.

Fondazione di Reliance Industries[modifica | modifica wikitesto]

Dopo essere stato nello Yemen dove c'era un suo cugino di secondo grado, Champaklal Damani,[13] Ambani tornò in India e fondò "Majin" insieme al cugino per importare filati di poliestere ed esportare spezie nello Yemen.[14] Il primo ufficio della Reliance Commercial Corporation è stato aperto in Narsinatha Street a Masjid Bunder.[15] Era una stanza di 33 m² con un telefono, un tavolo e tre sedie. Inizialmente avevano due assistenti che li aiutavano negli affari.

Durante questo periodo, Ambani e la sua famiglia soggiornarono in un appartamento con due camere da letto presso la Jai Hind Estate a Bhuleshwar, Mumbai.[14] Nel 1965 Champaklal Damani e Dhirubhai Ambani terminarono la loro collaborazione e Ambani proseguì l'attività da solo. Si ritiene che entrambi avessero temperamenti diversi e approcci diversi su come condurre gli affari.[16]

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Accusa di manipolazione del mercato[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1988, Reliance Industries si trovò di fronte a una questione di diritti riguardante obbligazioni parzialmente convertibili.[17] Si diceva che la società stesse facendo tutti gli sforzi per garantire che i prezzi delle azioni non scendessero. Intuendo un'opportunità, "The Bear Cartel" (Il Cartello degli Orsi), un gruppo di agenti di borsa di Calcutta, iniziò a vendere allo scoperto le azioni di Reliance. Per contrastare questo fatto, un gruppo di agenti di borsa, denominato "Friends of Reliance", iniziò ad acquistare le azioni vendute allo scoperto di Reliance Industries sulla Borsa di Bombay.[18]

Per trovare una soluzione a questa situazione, la Borsa di Bombay venne chiusa per tre giorni lavorativi. Sulla questione intervennerole autorità della Borsa di Bombay (BSE) che abbassarono il tasso "Unbadla" a 2 ₹ con la clausola che il "cartello degli orsi" avrebbe dovuto consegnare le azioni entro i giorni successivi. Il "cartello degli orsi" acquistò azioni di Reliance dal mercato a livelli di prezzo più alti e si apprese anche che lo stesso Dhirubhai Ambani aveva fornito quelle azioni al "cartello degli orsi" ottenendo un buon profitto.[19]

Dopo questo incidente furono molte le domande sollevate dai detrattori e dalla stampa. Non molti riuscivano a capire come fino a pochi anni prima un commerciante di filati potesse ottenere un flusso di cassa così ingente durante un periodo di crisi. La risposta a questa domanda venne fornita dall'allora ministro delle Finanze Pranab Mukherjee in Parlamento. Aveva informato l'azienda che un indiano non residente aveva investito fino a ₹ 220 milioni in Reliance nel periodo 1982-83. Questi investimenti furono indirizzati attraverso molte società come Crocodile, Lota e Fiasco. Queste società erano registrate principalmente nell'Isola di Man. Tutti i promotori o proprietari di queste società avevano un cognome comune Shah. Un'indagine condotta dalla Reserve Bank of India sull'incidente non rilevò atti o transazioni non etici o illegali commessi da Reliance o dai suoi promotori.[20]

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Ambani fu ricoverato al Breach Candy Hospital di Mumbai il 24 giugno 2002 dopo aver subito un grave ictus. Era il suo secondo ictus, il primo era avvenuto nel febbraio 1986 e gli aveva paralizzato la mano destra. Rimase in coma per più di una settimana e furono consultati diversi medici. Morì il 6 luglio 2002.[21][22]

Dopo la sua morte i due figli Mukesh e Anil hanno ereditato il conglomerato Reliance; tuttavia, in seguito a dissapori, i due hanno diviso il gruppo in diverse aziende e se le sono spartite.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Dhirubhai Ambani - Biography, Accomplishments, & Facts, in Encyclopædia Britannica. URL consultato il 6 giugno 2022.
  2. ^ (EN) Dhirubhai Ambani death anniversary: 3 lesser-known interesting facts about the business tycoon, in Times Now. URL consultato il 26 giugno 2021.
  3. ^ (EN) Dhirubhai Ambani to be given Padma Vibhushan award posthumously., in Press Trust of India, 27 marzo 2016. URL consultato l'11 gennaio 2023.
  4. ^ (EN) Ambanis accused of evading customs duty, su indiatoday.in.
  5. ^ (EN) Remembering Dhirubhai Ambani, the polyester prince who made himself king of India Inc, su theprint.in, 28 dicembre 2018.
  6. ^ (EN) 1994 NCD case: Court rejects RIL plea for internal SEBI report, su thehindubusinessline.com, 19 febbraio 2019.
  7. ^ (EN) The Unhappy Prince: How Reliance Buried a Book, su thewire.in.
  8. ^ (EN) Lock, stock, and Reliance, su frontline.thehindu.com, 5 marzo 2014.
  9. ^ (EN) Steve Coll, Murder for hire, high finance and a big dose of family feud, in The Washington Post, 27 agosto 1989 (archiviato dall'url originale il 21 luglio 2020).
  10. ^ (EN) C.A. Hemant e C. Lodha, A to Z of Entrepreneurship, Panchasil Prakashan, 2014, p. 12, ISBN 9788192373058.
  11. ^ (EN) Dhirubhai Ambani, su britannica.com.
  12. ^ (EN) Ambani and sons by hamish mcdonald.
  13. ^ (EN) Ambani: From a petrol pump attendant to Reliance owner, in Saudi Arabia News, 2 novembre 2012. URL consultato il 28 luglio 2013.
  14. ^ a b (EN) Anand Giridharadas, Indian to the Core, and an Oligarch, in The New York Times, 15 giugno 2008.
  15. ^ (EN) The Reliance Story, su ril.com. URL consultato il 20 maggio 2019.
  16. ^ (EN) Carving up a Business Empire Through Tax Havens: The Ambani Way, su NewsClick, 18 maggio 2018. URL consultato il 20 maggio 2019.
  17. ^ (EN) The two faces of Dhirubhai Ambani by Paranjoy Guha Thakurta, su India-seminar.com. URL consultato il 31 dicembre 2010.
  18. ^ (EN) Vivek Kaul, Master Move: How Dhirubhai Ambani turned the tables on the Kolkata bear cartel., in Economic Times, luglio 2011. URL consultato l'11 gennaio 2023.
  19. ^ (EN) Barua, S.K. e Verma, J.S., The Great Indian Scam, Story of Missing Rs. 40 billion, University of California, 1993, pp. 16–17, ISBN 8170941288.
  20. ^ (EN) For this fighter, life was a big battle, su Rediff.com. URL consultato il 31 dicembre 2010.
  21. ^ (EN) Reliance chairman Dhirubhai Ambani dead, in The Times of India, 7 luglio 2002. URL consultato il 28 luglio 2013.
  22. ^ (EN) Dhirubhai, R.I.P, su outlookindia.com, 3 febbraio 2022. URL consultato il 6 giugno 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Hamish McDonald, The Polyester Prince: The Rise of Dhirubhai Ambani, Allen & Unwin, 1998, ISBN 978-1864484687.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN21685075 · ISNI (EN0000 0001 0959 3912 · LCCN (ENno00031936 · GND (DE143328190 · J9U (ENHE987007340739105171 · WorldCat Identities (ENlccn-no00031936