Danza verticale

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Esibizione di danza verticale sul campanile di San Marco nel 2007 (compagnia Il Posto)

La danza verticale è una pratica artistica ibrida eseguita su diversi tipi di superfici verticali e rappresenta un insieme di danza e tecniche d'arrampicata su roccia. In questa danza i movimenti si relazionano con la forza di gravità e la dimensione perpendicolare del corpo rispetto al piano di appoggio verticale.[1][2]

La danza verticale è praticata utilizzando un'attrezzatura d'arrampicata: un'imbragatura bassa di tipo sportivo e una corda con cui i danzatori vengono assicurati dall'alto con i dovuti dispositivi.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Danza verticale al carnevale di Venezia

La danza si svolge al di sopra del suolo, sui muri e pareti di edifici o su pareti rocciose in località rurali, dove i danzatori sono sospesi tramite le corde. Le superfici verticali divengono il "piano" sul quale danzare,[3] modificando così i parametri del normale assetto corporeo e creando differenti modalità di movimento. Anche la forma della struttura architettonica stessa offre di volta in volta differenti soluzioni di movimento. Il pubblico di solito, ma non sempre, assiste alla performance dal basso.

Affine alla danza verticale è la danza aerea: la differenza è che mentre la danza verticale è eseguita con imbragatura e piedi in appoggio perpendicolarmente a un piano verticale, la danza aerea si svolge sospesi in aria con un sistema di imbrago oppure di trapezio e contrappeso.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Compagnia Project Bandaloop al Kennedy Center, Washington

Le prime esperienze di questa pratica fanno capo alla coreografa americana Trisha Brown [4] che nel 1970 fa discendere un danzatore con imbragatura e sorretto da una corda lungo le pareti di un edificio di Manhattan, in seguito la Brown farà muovere i suoi danzatori sulle pareti delle gallerie d'arte, nei musei, nelle stazioni ferroviarie, sui tronchi degli alberi nei parchi, cercando l'integrazione tra danza e spazio, mettendo in relazione il movimento con l'architettura e l'ambiente. L'architettura diventa così scenografia e le coreografie di danza verticale trasformano lo spazio urbano quotidiano sperimentando nuove relazioni con le linee, i piani, i volumi, le forme di un luogo.[5]

eVenti Verticali a Tsingtao (Cina) con la performance di danza verticale su struttura aerea "Quadro".

Parallelamente si sviluppano sperimentazioni di danza verticale e aerea in tutto il mondo. In Francia, negli anni ottanta, alcuni arrampicatori di punta come Patrick Berhault,[6][7] Patrick Edlinger e Antoine Le Menestrel[8] uniscono danza e arrampicata in esibizioni dette anche di danse-escalade. Le Menestrel in particolare svilupperà in seguito la sua personale poetica portando in parete una pratica mimica e teatrale unica e fondando la Compagnia Lezards Bleus.

Esibizione di danza verticale su Old Post Pavillon di Washington, 2012 Compagnia Project Bandaloop

La danza verticale si diffonde Italia a partire dagli anni novanta[9] per opera della coreografa Wanda Moretti che nel 1994 insieme al musicista Marco Castelli fonda la Compagnia Il Posto Danza Verticale.[1]. Nel 2006 Andrea e Luca Piallini fondano eVenti Verticali, più orientata sull'aspetto teatrale della sospensione aerea, con performance di danza verticale su edifici (torri, musei,...), strutture (dighe, campanili, ...), siti naturali e strutture aeree sospese ad autogrù.

Col tempo questa tecnica di danza è divenuta una pratica artistica consolidata,[10] con lo sviluppo di compagnie professionale nel panorama mondiale.[11] Dal 2000 esistono corsi universitari specialistici associati ai dipartimenti di danza delle università di Bangor (UK),[2] University of Wyoming (USA),[12] Washington and Lee University (USA),[13] University of Edge (UK).[14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Danza Verticale, su jugglingmagazine.it. URL consultato il 2 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2013).
  2. ^ a b Staff Profile of Kate Lawrence BA, su bangor.ac.uk. URL consultato il 17 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2013).
  3. ^ Lawrence, p. 50.
  4. ^ Mazzaglia, p. 268.
  5. ^ Sally, p. 271.
  6. ^ (FR) L'esprit du libre grimpeur, su liberation.fr, liberation.fr.com, 6 maggio 2004. URL consultato il 24 settembre 2013.
  7. ^ Andrea Gobetti, Giochi nel tempo - Patrick Berhault, "grimpeur etoile" nel nuovo film di Laurent Chevaillier, in Rivista della Montagna, n. 112, ottobre 1989, pp. 84-87.
  8. ^ Flaviano Bessone, Antoine Le Menestrel (PDF), su alpmagazine.it, 2005. URL consultato il 21 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 1º ottobre 2013).
  9. ^ Schiavoni
  10. ^ Moretti, pp. 54-66.
  11. ^ :::::vertical and aerial dance network
  12. ^ Wilson | Faculty and Staff | Department of Theatre and Dance | College of Arts and Sciences | University of Wyoming
  13. ^ Assistant Professor of Dance :: Washington and Lee University Archiviato il 20 maggio 2014 in Internet Archive.
  14. ^ Edge Hill University Archiviato il 27 settembre 2013 in Internet Archive.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Jayne C. Bernasconi, Nancy E. Smith, Aerial Dance, Human Kinetics, 2008, ISBN 978-0-7360-7396-7.
  • Bachelard, Gaston La poetica dello spazio, Bari Nuova ed. Dedalo, 2006 ISBN 88-220-0130-3
  • (EN) Banes Sally, Tersicore in scarpe da tennis. La postmodern dance, Ephemeria, 1993, ISBN 88-87852-01-4.
  • Valerie A. Briginshaw, Dance, space and subjectivity, New York Palgrave Macmillan, 2009 ISBN 0333919734
  • Rossella Mazzaglia, Trisha Brown, L'Epos, 2007, ISBN 978-88-8302-329-3.
  • Rossella Mazzaglia ed Adriana Polveroni, Trisha Brown. L'invenzione dello spazio, Reggio Emilia 2009, Pistoia, Gli Ori, 2010 ISBN 978-88-7336-302-6
  • (EN) Massimo Schiavoni, Performativi. Per uno sguardo scenico contemporaneo, Gwynplaine, 2011, ISBN 978-88-95574-18-9.
Riviste
  • Trisha Brown, Dialogue: On Dance. Performing Arts Journal 1, no. 2, 1976, ISSN 1520-281X (WC · ACNP)
  • Jeremy Melvin, Terpsichore and the architects. The Architectural Review 216, no. 1290, 2004
  • Wanda Moretti, Danza e Architettura, la percezione dello spazio strutturato. Arte documento, no. 21, Venezia Ed della Laguna 2006, ISSN 1121-0524 (WC · ACNP)
  • Wanda Moretti, Pratiche corporee nella didattica dell'arte, in Educazione alla teatralità, n. 3, XY Editore, 2011.
  • Lawrence Kate, Vertical dance with Wanda Moretti, Dancing cities, Dance in urban landscapes 12, Edita Marató de l´Espectacle Ciudades Que Danzan Barcelona 2006
  • Kate Lawrence, What is vertical dance, in Juggling Magazine, n. 50, marzo 2011.
  • Luigi M. Sicca, Monica Calcagno, Davide Bizjak, Going back to the roots of Entrepreunership: Empirical evidences from the Practice of Dance, Academia Revista Latinoamiricana de Aministratión, 30(2): 173-191, ISSN 1012-8255

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