Cristoforo I Baschenis

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Cristoforo I Baschenis (documentato dal 1465 – al 1490) è stato un pittore italiano, appartenente ad una delle più popolari botteghe di pittori itineranti presenti per nel Bergamasco, e nel Trentino.

Sant'Antonio Abate, affresco della facciata, 1474, Pelugo, chiesa di Sant'Antonio Abate.

Profilo ed opere[modifica | modifica wikitesto]

Cristoforo I è il capostipite, in senso pittorico, di uno dei due rami della famiglia Baschenis. Risulta da fonti documentali che fu residente a Colla, frazione di Santa Brigida (BG) e che soggiornò per qualche tempo a Brescia; ma - per quanto è noto - lavorò prevalentemente in Trentino[1].

Nel 1474 lo troviamo a Pelugo in Val Rendena dove sulla facciata della chiesa cimiteriale dedicata a Sant'Antonio Abate, sotto la falda del tetto, dipinse una grande immagine del santo dedicatario. Si tratta dell'unica sua opera di certa attribuzione, firmata e datata (6 ottobre 1474). Si tratta di un affresco che testimonia una qualche attenzione alle novità rinascimentali che si diffondevano in Lombardia nella seconda metà del Quattrocento. A proposito di quest'opera si è osservato:

«La figura di quel Santo [...] si evidenzia per il suo stile direi elegante, [...] come si può vedere dalle pieghe guizzanti delle vesti, [...] e dai contorni non eccessivamente marcati. Il volto di Sant'Antonio non ha quella severità ieratica, propria dei gotici e tardogotici, e appare in un aspetto bonario, immediato, che sembra accompagnare il gesto benedicente della mano destra. Se si osservano poi l'edicola e il seggio, nella loro architettura rinascimentale, ci si rende conto maggiormente della diversità dell'opera in confronto alla tradizione d'origine dell'autore.»

Sulla base di affinità stilistiche si possono attribuire e Cristoforo I altri riquadri a fresco che decorano la facciata: la Madonna con Bambino, la SS. Trinità, l'Annunciazione, la Processione e San Giorgio[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le notizie storiche qui utilizzate sono tratte dal sito I pittori Baschenis, su vallebrembana.com, www.vallebrembana.com. URL consultato il 7 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2012).
  2. ^ AA.VV., La chiesa di Sant'Antonio Abate in Pelugo, op cit. pag. 52

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • L. Loprete, I Baschenis nel Trentino, in Giornale Italiano d'Europa, settembre, 1982
  • AA.VV., La chiesa di Sant'Antonio Abate in Pelugo, Parrocchia di San Zeno Pelugo, 1994

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • I pittori Baschenis, su valbrembanaweb.com, www.vallebrembana.com. URL consultato il 23 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2018).