Convento di Santa Croce (Batignano)

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Convento di Santa Croce
Veduta panoramica con il complesso dell'antico convento
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàGrosseto
Coordinate42°52′18.59″N 11°09′53.78″E / 42.871831°N 11.164939°E42.871831; 11.164939
Religionecattolica
TitolareSanta Croce
Diocesi Grosseto
FondatoreMaria Cristina di Lorena

Il convento di Santa Croce si trova nel territorio comunale di Grosseto, su una collina di fronte all'abitato di Batignano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il convento fu fatto costruire nella prima metà del Seicento dalla granduchessa Maria Cristina di Lorena, madre del granduca Cosimo II de' Medici, al posto della preesistente chiesa di Santa Lucia distante circa un miglio, fino ad allora sede di una comunità di agostiniani scalzi, che a partire dal 1626 si trasferì nel nuovo complesso.

La granduchessa era molto legata alla figura del venerabile Padre Giovanni Nicolucci da San Guglielmo e, una volta terminati i lavori, emise un bando per la costruzione di un'urna dove potesse essere conservato il corpo del Venerabile.

Il complesso religioso rivestì notevole importanza fino al 1813, anno in cui ne fu decisa la soppressione attraverso un decreto napoleonico. Da allora, la struttura andò incontro ad un inesorabile degrado che ebbe termine soltanto negli ultimi decenni del secolo scorso, quando furono effettuati i lavori di ristrutturazione che trasformarono l'antico convento in abitazione privata.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il convento di Santa Croce a Batignano è costituito da una serie di corpi di fabbrica, tra i quali sono ben distinguibili quelli che la chiesa, i locali del convento e il chiostro.

Dell'antica chiesa, originariamente a navata unica con cripta e cappelle laterali, si conserva discretamente l'area absidale, dove gli affreschi furono ricoperti con l'intonaco. Originariamente, l'edificio religioso conservava le reliquie del Padre Giovanni da San Guglielmo che vennero trasferite nella vicina Pieve di San Martino a Batignano, a seguito della soppressione napoleonica del convento.

L'area conventuale si caratterizzava per le abitazioni dei monaci disposte a cella lungo tutto il primo piano.

Il chiostro presenta arcate rivestite in laterizio, con tracce di affreschi nelle lunette attribuiti al pittore amiatino Giuseppe Nasini; sporadicamente, l'area ospita alcune rassegne culturali durante la stagione estiva.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marcella Parisi (a cura di), Grosseto dentro e fuori porta. L'emozione e il pensiero (Associazione Archeologica Maremmana e Comune di Grosseto), C&P Adver Effigi Siena, 2001;
  • Carlo Citter, Guida agli edifici sacri della Maremma, Nuova Immagine Editrice Siena, 2002.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]