Coenagrion castellani

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Azzurrina italiana
Maschio
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
OrdineOdonata
SottordineZygoptera
FamigliaCoenagrionidae
GenereCoenagrion
SpecieC. castellani
Nomenclatura binomiale
Coenagrion castellani
Roberts, 1948

L'azzurrina italiana (Coenagrion castellani Roberts, 1948), è una damigella della famiglia Coenagrionidae[2], l'unica a essere endemica della penisola italiana.

Simile alla congenere C. mercuriale, se ne differenzia tuttavia per la forma della macchia sul secondo segmento addominale, più simile alla "testa di gatto" di C. scitulum che all'elmo di Mercurio, per via dei cornini corti e spessi. Il carattere principale tuttavia, per cui fu descritta come sottospecie nel 1948, riguarda tuttavia la forma e dimensioni delle appendici genitali maschili[3].

Distribuzione e habitat

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Endemismo italiano piuttosto raro e localizzato al Nord, dove raggiunge la Liguria, il Piemonte e l'Emilia-Romagna ma manca dalle altre regioni, è invece abbastanza diffusa nelle regioni centro-meridionali, incluse Abruzzo e Molise, dove si hanno poche segnalazioni sparse e localizzate[3][4]. Segnalata in Sicilia negli anni '70 e '80 del XX secolo, non è mai stata riconfermata in tempi recenti nessuna popolazione stabile o temporanea sull'isola (A. Corso, pers. obs.), mentre è assente in Sardegna. Si rinviene dal livello del mare fino a 850 m di altitudine[5], con una netta predilezione per le quota planiziali e collinari.

Le larve si sviluppano in acque correnti di piccole dimensioni come risorgive, ruscelli, canaletti e rigagnoli soleggiati, alimentati quasi sempre da acque sorgive, con una netta preferenza per i substrati calcarei alcalini. Importantissima è la presenza di vegetazione ripariale elofitica e acquatica, e la presenza di sedimento molle dove le larve trovano rifugio. Gli adulti si allontanano poco dai siti riproduttivi stazionando spesso sulle loro sponde[4].

Considerata una semplice sottospecie di C. mercuriale fino a pochi anni fa, è stata riconosciuta come una specie valida a seguito di studi genetici[6].

Conservazione

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La Lista rossa IUCN classifica Coenagrion castellani come specie vulnerabile.[1]

  1. ^ a b (EN) De Knijf, G. et al. 2023, Coenagrion castellani, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 10 luglio 2024.
  2. ^ (EN) Schorr M., Lindeboom M., Paulson D., World Odonata List, su pugetsound.edu, University of Puget Sound. URL consultato il 10 luglio 2024.
  3. ^ a b Dijkstra K.-D. B., Schröter A. 2021. Libellule d’Italia e d’Europa. Ricca Editore, 336 pp.
  4. ^ a b Riservato E, Festi A, Fabbri R, Grieco C, Hardersen S, La Porta G, Landi F, Siesa M. E., Utzeri C. (eds) 2014. Atlante delle libellule italiane – Preliminare. Latina: Edizioni Belvedere. 224 pp.
  5. ^ Cenagrion mercuriale, su iucn.it. URL consultato il 7 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 18 aprile 2016).
  6. ^ (EN) Morphological and molecular evidence supports the species status of the Italian endemic Coenagrion castellani Roberts, 1948 (Coenagrionidae), su Worldwide Dragonfly Association. URL consultato il 10 luglio 2024.

Altri progetti

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