Chiesa di Sant'Antonio (San Giovanni Bianco)

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Chiesa di Sant'Antonio
Chiesa di Sant'Antonio
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLombardia
LocalitàPianca (San Giovanni Bianco)
IndirizzoVia Sant'Antonio, 5
Coordinate45°53′42.63″N 9°38′05.26″E / 45.895176°N 9.634795°E45.895176; 9.634795
Religionecattolica di rito romano
Diocesi Bergamo
Inizio costruzioneXIV secolo

La chiesa di Sant'Antonio è un luogo di culto cattolico, di Pianca frazione di San Giovanni Bianco in alta Val Brembana, in provincia e diocesi di Bergamo.[1][2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio fu edificato nell'ultimo decennio del XIX secolo su una struttura preesistente e sicuramente precedente il XV secolo come testimonierebbero gli affreschi strappati da un vano posto nei locali che si trovavano sopra il portico, che indicherebbero un luogo di culto sicuramente precedente. Questi dipinti sono stati i strappati e poi collocati e conservati nel stanza adibita a sagrestia.[3] La chiesa è sussidiaria della parrocchia di San Giovanni Bianco.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio è posto leggermente dislocato dal centro urbano della piccola località e preceduto dal sagrato in ciottolato delimitato da paracarri. La facciata in stile neo classico, è ornata da un'ampia struttura ad arco, una grande finestra rettangolare, atta a illuminare l'aula, e terminante con il timpano triangolare. Presenta nella parte destra un ampio porticato con tetto ligneo a falda unica, che con grandi aperture ad archi conduce al locale della sacrestia. Lo spazio conserva parti di pittura a fresco. Sul lato opposto della chiesa, fiancheggiata dalla strada comunale, vi è la torre campanaria in pietra.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno a unica navata con la copertura da volta a botte e altari laterali, espone come pala d'altare la tela di Carlo Ceresa. Il dipinto San Rocco fra i Santi Sebastiano e Bartolomeo; olio su tela (155x104) è stato realizzato dall'artista nel 1630 e riporta la scritta: ex voto comunitas, fu infatti realizzato in occasione della peste, e raffigura i santi protettori. La tela, che è stata allungata di qualche centimetro, presenta affinità con dipinti di Palma il Giovane e Annibale Carracci. Vi è il dipinto Madonna in trono col Bambino detta Madonna della pietà[4] di autore del territorio e oggetto di devozione popolare. Della piccola chiesa proviene anche la statua quattrocentesca raffigurante sant'Antonio abate restaurata nel 2007 con la collaborazione della dottoressa Emanuela Daffra.[5][6]

La sagrestia che è posta tra l'abside e la canonica conserva i dipinti quattrocenteschi a fresco, tra le quali una Madonna in trono col Bambino.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Pianca di San Givoanni Bianco, su valbrembanaweb.it, Valbrembana. URL consultato il 20 settembre 2020.
  2. ^ Filmato audio (IT) Valbrembana.web, La Pianca di San Giovanni Bianco - Valle Brembana - Prealpi Orobiche, su YouTube, Val Brembana Web, 29 gennaio 2018. URL consultato il 21 settembre 2020.
  3. ^ Rota Gian Battista, Chiesa di Sant'Antonio San Giovanni Bianco, su lombardiabeniculturali.it, Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 20 settembre 2020.
  4. ^ Madonna della Pietà, su mercatorumpriula.eu, Polo culturale via Mercatorum e Priula. URL consultato il 21 settembre 2020.
  5. ^ Chiese di Sentino Oneta e Pianca, su mercatorumpriula.eu, Polo culturale Mercatorum e Priula. URL consultato il 20 settembre 2020.
  6. ^ Il restauro della statua lignea di Sant'Antonio abate della Pianca, su valbrembanaweb.com, valbrembanaweb. URL consultato il 20 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2008).
  7. ^ San Giovanni Bianco, su valbrembanaweb.it. URL consultato il 21 settembre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bottani Tarcisio, Taufer Wanda, Una Comunità e la sua Chiesa, storia della parrocchia di Sant'Antonio Abate alla Pianca di San Giovanni Bianco, Bergamo, 2010.
  • Pagnoni Luigi, Chiese parrocchiali bergamasche, appunti di storia e arte, Gorle, 1992.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]