Chiesa di San Giorgio (Forlì)

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Chiesa di San Giorgio
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia Romagna
LocalitàForlì
Coordinate44°15′12.8″N 12°04′31.36″E / 44.253556°N 12.075378°E44.253556; 12.075378
Religionecattolica
Titolaresan Giorgio
Diocesi Forlì-Bertinoro
ArchitettoRiedificata da Giuseppe Merenda
Stile architettonicoNeoclassico

La chiesa di San Giorgio, nota anche come chiesa di San Giorgio in Trentola, è una chiesa parrocchiale del Comune di Forlì che sorge nella frazione di San Giorgio. Il toponimo '"Trentola" si riferisce, probabilmente, a un punto di riferimento della centuriazione romana.

La più antica attestazione di questa chiesa si conserva nell'archivio capitolare, ed è un documento datato 10 giugno 1118. La Chiesa comunque doveva essere sicuramente precedente a questa data, probabilmente risalente ai primi secoli dell'era cristiana dato che il riferimento toponomastico "Trentola" è sicuramente di origine romana. Il 27 gennaio 1128 fu donata, insieme a terreni circostanti, dai 3 fratelli Focaccia all'abate Pietro del monastero di San Mercuriale.

Gli abati di San Mercuriale la governarono solo per mezzo di un vicario perpetuo sino alla metà del XVI secolo quando passò sotto la dominazione dei vescovi di Forlì. Nel 1756 fu rifatta su disegno dell'architetto Giuseppe Merenda. Il 23 aprile 1926 fu riedificato il campanile, sorto sui ruderi, ancora visibili dell'antica torre campanaria abbattuta durante i lavori di rifacimento avvenuti nel 1756. Un'epigrafe dettata dal professor Tito Gironi, murata sulla faccia che guarda la strada, dice che fu eretto su disegno e per munificenza del parroco Eugenio Servadei Mingozzi, curato degli anni venti del Novecento, e come capomastro Pasquale Casadei, originario di San Giorgio stesso.

All'interno della chiesa, importante è l'ancona dell'altare maggiore, in legno intagliato e dorato, che racchiude il quadro di san Giorgio a cavallo che con la lancia trafigge il drago, opera della fine del XVI secolo. I quadri degli altari laterali rappresentanti della Madonna del Rosario con san Domenico e santa Caterina, sant'Antonio di Padova con san Luigi Gonzaga e santa Liberata vergine furono dipinti da Pietro Saltarelli.

Nella cappella del Rosario sono presenti 2 affreschi non ben visibili, del XV secolo, scoperti nell'occasione dei restauri alla chiesa nel giugno 1915. La vasca battesimale è del 1450 ed è fatta con marmo greco. Presso questa si trova la lapide sepolcrale con stemma alla memoria del barone Numai Galeazzo, morto nel 1859, della figlia Cornelia e del nipotino che abitavano nella casa vicina.

In chiesa sono conservati anche una Pace in bronzo argentato del Cinquecento, paramenti sacri in stoffa antica, un turibolo argentato del Settecento con testine di Serafino ed un reliquiario in argento della prima metà del XVIII secolo.