Chiesa di San Bartolomeo (Rettorgole di Caldogno)

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Chiesa di San Bartolomeo
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàRettorgole (Caldogno)
Coordinate45°35′29.77″N 11°31′23.73″E / 45.591603°N 11.523259°E45.591603; 11.523259
Religionecattolica di rito romano
TitolareBartolomeo
Diocesi Vicenza
Consacrazioneprima del 1888
Stile architettonicoNeogotico
Inizio costruzione1888
Completamento1889

La chiesa di San Bartolomeo è la chiesa parrocchiale di Rettorgole, frazione di Caldogno in provincia di Vicenza.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima chiesa costruita sul luogo dovrebbe risalire all'XI secolo e probabilmente era costruita in direzione nord-sud. Dopo essere stata spogliata dei beni e parzialmente demolita[1] ad opera di un certo Francesco Milano recuperando i mattoni per costruirsi la sua dimora[2] venne abbattuta per lasciare posto ad una chiesa settecentesca di cui sono stati ereditati i due altari laterali[3][4].

Nel 1748 la chiesa possedeva solo un altare intitolato a San Bartolomeo e, in una teca di argento, le reliquie tratte dalle ossa di San Bartolomeo e di Santa Monica[5]

La chiesa venne ricostruita[3] rispetto alle strutture preesistenti negli anni 1888-89 con una struttura neogotica che si ispira alle chiese fiorentine del Trecento e con un aspetto non molto dissimile da quello odierno[6]. Tale rifacimento fu voluto da Giovanni Battista Peruzzi:

(LA)

«IOANNI BAPTISTAE PERUTIO SEB. F. - QUOD IMPENSA SUA - HANC AEDEM REAEDIFICANDAM ET AD AMPLIOREM FORMAM - RSTITUENDAM CURAVERIT - OMNI CULTA EXORNAVERIT - SACRA SUPELLECTILE INSTRUXERIT - GRATI ANIMI CAUSA - PAROCHUS ET INCOLAE LOCI - AN. MDCCCLXXXIX - P.P.[7]»

(IT)

«a Giovanni Battista Peruzzi figlio di Sebastiano, poiché a spese proprie curò la riedificazione di questa chiesa e la sua restituzione a forma più ampie, la adornò di ogni culto e la fornì di vasi sacri, con animo grato, il parroco e gli abitanti del luogo nell'anno 1889 piamente posero[7]»

Nel 1898 come ultima volontà di Clementina Curti la chiesa venne ampliata aggiungendo una quarta arcata alla navata espandendo così la facciata verso nord[3].

(LA)

«CLEMENTINA CURTI IOAN. F. - CAL IANUR. AN. MDCCCXCVIII - SUAVITER DECESSA - AEDEM AMPLIATAM VOLUIT - VIRGINI BENEMERENTI - VICANI CUM PRECIBUS P.P. - AN MCMI[7]»

(IT)

«Clementina Curti figlia di Giovanni, soavemente spirata il 1 gennaio 1898, volle ampliata la chiesa. Alla Vergine benemerente i paesani con preghiere piamente posero. Anno 1901[7]»

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa presenta un'unica stanza rettangolare divisa da tre arcate per lato occupate, al centro, dalle porte laterali e, ai lati, da diverse nicchie. La prima nicchia a sinistra è organizzata come battistero e ha ospitato per lungo tempo una tela del martirio di Sant'Eurosia, mentre nella prima a destra è presente un piccolo altare dedicato al Sacro Cuore; nelle altre due nicchie sono presenti due altari Settecenteschi (appartenenti alla chiesa precedente) con la Madonna del Rosario a sinistra e una tela del martirio di San Bartolomeo a destra. Tale pala è di notevole fattura, recentemente restaurata, è datata ottobre 1757 e con Costantino Pasqualotto come probabile autore.[6]

L'altare originario è rimasto addossato alla parete di fondo accompagnato da un'immagine della Vergine col Bambino eseguita dal Giacomelli nel 1890[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Come si evince da un documento del 1600: «turpato il Cemeterio, demolita la casa, cavati li morari, et spoliata di tutti li suoi beni mobili et stabili et venduto ancor il quartese»; il vescono Michele Priuli, in una visita del 1584 scrisse che la trovò: «derelita et spoliata di tutti li suoi beni» cfr. Pendin, p. 136
  2. ^ Pendin, p. 136.
  3. ^ a b c Pendin, p. 135.
  4. ^ Dello stato di degrado della chiesa viene riportato anche nelle relazioni delle visite pastorali. Nella visita pastorale a Cresole del vescovo Michele Priuli il 3 maggio 1582, il cappellano riferisce: «Vi è una chiesa di San Bastiano di Rettorgole ch'è membro di questa chiesa, ma vien usurpato ogni cosa dal sig. Antonio Dall'Acqua et dal Cavalier Milano da Novoledo, et per quanto mi vien detto l'haveva entrata assai, ma è stata usurpata». Nella visita a Rettorgole del 10 giugno 1648 del cardinale Marco Antonio Bragadino si cita la canonica non più presente perché usurpata da dei laici contro i quali il parroco sta agendo legalmente. cfr. Pendin, pp. 171-172
  5. ^ Dalla relazione della visita pastorale del 6 settembre 1748 del cardinale Antonio Marino Priuli cfr. Pendin, pp. 172-173
  6. ^ a b c Pendin, p. 134.
  7. ^ a b c d Pendin, p. 139.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Galdino Pendin, Storia di Caldogno, 2ª ed., Vicenza, La Serenissima, 1997.

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