Chaetomys subspinosus

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Porcospino setoloso
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Euarchontoglires
Ordine Rodentia
Famiglia Erethizontidae
Sottofamiglia Chaetomyinae
Genere Chaetomys
Gray, 1843
Specie C.subspinosus
Nomenclatura binomiale
Chaetomys subspinosus
Olfers, 1818
Sinonimi

Plectrochoerus, C.moricandi, C.tortilis

Il porcospino setoloso (Chaetomys subspinosus Olfers, 1818) è un roditore della famiglia degli Eretizontidi, unica specie del genere Chaetomys (Gray, 1843), endemico del Brasile.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di grandi dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 380 e 450 mm, la lunghezza della coda tra 260 e 275 mm, la lunghezza del piede tra 67 e 70 mm, la lunghezza delle orecchie di 9 mm e un peso fino a 1,3 kg.[3]

Caratteristiche craniche e dentarie[modifica | modifica wikitesto]

Il cranio è massiccio e presenta ossa frontali estremamente larghe, le ossa parietali crestate e la parte posteriore ampia, il palato è relativamente stretto e breve con la coppia di fori palatali molto corti. L'osso giugale è notevolmente allargato e quasi in contatto con il processo post-orbitale tale da creare un anello osseo quasi completo intorno alle orbite. Le bolle timpaniche sono grandi. I denti masticatori superiori sono divisi in tre sezioni mentre quelli inferiori hanno una rientranza sul lato esterno e due su quello interno. Gli incisivi sono stretti.

Sono caratterizzati dalla seguente formula dentaria:

3 1 0 1 1 0 1 3
3 1 0 1 1 0 1 3
Totale: 20
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è formata da lunghe setole ondulate brunastre sul dorso, la testa è densamente ricoperta da aculei appuntiti che si estendono posteriormente sul collo e sulle zampe anteriori. Sono presenti quattro dita su ogni zampa, ognuno munito di un lungo artiglio ricurvo, il pollice e l'alluce sono sostituiti da due larghi cuscinetti. La coda è poco più corta della testa e del corpo, non è prensile, è rivestita di scaglie e cosparsa dovunque di peli e di setole rigide sulla parte ventrale. Il cariotipo è 2n=52 FN=76.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie arboricola e notturna. Durante il giorno riposa in cavità degli alberi o in buche nel terreno sotto ammassi rocciosi. Si muove lentamente ma se necessario è in grado di saltare o arrampicarsi rapidamente.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di foglie.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Le femmine sono attive sessualmente un mese all'anno.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nelle foreste pluviali degli stati brasiliani orientali di Bahia, Espírito Santo e probabilmente Rio de Janeiro.

Vive nelle foreste pluviali primarie e secondarie, foreste a galleria e restinga.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato l'areale inferiore a 2000 km², la distribuzione seriamente frammentata e il continuo declino nell'estensione e nella qualità dell'habitat forestale, classifica C.subspinosus come specie vulnerabile (VU).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Catzeflis, F., Patton J., Percequillo, A., Bonvicino, C. & Weksler, M. 2008, Chaetomys subspinosus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Chaetomys subspinosus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Bonvicino & Al., 2008.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bonvicino CR, de Oliveira JA & D'Andrea PS, Guia dos Roedores do Brasil (PDF), in Organizacao Pan-Americana da Saude, 2008.
  • Patton JL, Pardiňas UFJ & D'Elia G, The Mammals of South America. Volume 2: Rodents, The University of Chicago Press, 2015. ISBN 978-0-226-16957-6.

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