Cesare Parenzo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Cesare Parenzo

Senatore del Regno d'Italia
LegislaturaXVI
Sito istituzionale

Dati generali
Titolo di studiolaurea
Professioneavvocato

Cesare Parenzo (Rovigo, 20 novembre 1842Nervi, 15 aprile 1898) è stato un avvocato e politico italiano.

Biografia

Figlio di Moisé e di Amalia Romanin[1], nacque in una famiglia ebraica di stampatori originari della città istriana di Parenzo che si stabilì nell’attuale Italia nel XVI secolo. Fu garibaldino, deputato progressista e senatore del Regno d'Italia nella XVI legislatura.

Tra il 1866 e il 1867 fu, con Antonio Billia, co-direttore del quotidiano milanese Il Sole.

Il 14 dicembre 1877 accusò il ministro dell'Interno Giovanni Nicotera di aver violato il segreto telegrafico, avendo fatto pubblicare sui giornali il contenuto di un telegramma inviato dal teatro della guerra russo-ottomana, in corso, con cui si comunicava il ferimento del principe Wladimiro, parente dello zar Alessandro II. Il telegramma era però un falso. Nicotera era caduto in una trappola ordita da Depretis e da Crispi per farlo dimettere, cosa che avvenne lo stesso giorno. È un antenato del giornalista David Parenzo.

Onorificenze

Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d'Indipendenza (1 barretta) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Note

  1. ^ PARENZO, Cesare, su treccani.it. URL consultato il 18 ottobre 2021.

Bibliografia

  • Antonello Nave, Gli amici di Enotrio. Corrispondenti carducciani a Rovigo, in Alberto Brambilla-Antonello Nave, Rovigo carducciana, Rovigo, Minelliana, 2008.
  • A. Nave, Garibaldini a Rovigo. Cesare Parenzo da mazziniano a crispino, in "Camicia Rossa", XXVIII, 4, ottobre-dicembre 2008, pp. 20–22.
  • G. L. Fruci, Parenzo Cesare, Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 81, 2014.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Direttore del Sole Successore
Giuseppe Mussi 1866 - 1867 Pietro Bragiola Bellini
Controllo di autoritàVIAF (EN304914880 · ISNI (EN0000 0004 1628 8264 · BAV 495/331507 · WorldCat Identities (ENviaf-304914880