Castello di San Fili

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Castello di San Fili
Veduta dal fronte dell'ingresso
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCalabria
LocalitàStignano
Coordinate38°22′14.16″N 16°29′29.04″E / 38.3706°N 16.4914°E38.3706; 16.4914
Informazioni generali
CondizioniVisitabile
CostruzioneXVIII secolo
StileBarocco
Realizzazione
ArchitettoVincenzo Lamberti
ProprietarioComune di Stignano
CommittenteGiuseppe Lamberti
Il piano aperto del castello
Il casino e il paesaggio circostante.
La volta composita della sala pseudovale.
Particolare dell'ingresso

Il castello di San Fili,[1][2] o casino di San Fili,[3] si trova nel comune di Stignano, nella città metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria.[4]

Fu costruito agli inizi del XVIII secolo dalla famiglia Lamberti ed è sottoposto a vincolo di tutela dal Ministero dei beni culturali.[4]

Storia

L'edificio venne costruito tra il 1711 e il 1720 per volere del capitano Giuseppe Lamberti,[5] patrizio della città di Stilo,[6] e progettato da Vincenzo Lamberti.[7] Il fortilizio sorge in un territorio anticamente denominato "feudo di San Fili", che aveva fatto parte dei corpi feudali dell'Università di Stilo sino alla metà del XVII secolo,[8] quando era stato acquistato dal napoletano Antonio Pulce e poi rivenduto ad Antonio Lamberti nel 1696.[7] Giuseppe Lamberti, nipote di Antonio, dopo l'edificazione del "casino", acquistò nel 1721 la vicina torre di guardia di San Fili.[9] Nel 1894 il casino e il suo podere vengono venduti dalla famiglia Lamberti a Ponziano Alvaro, che apporterà all'edificio delle trasformazioni per renderlo più consono all’uso di residenza.[10]

Descrizione

Il progetto del monumento ha una derivazione, per alcuni suoi particolari, dalla trattatistica di architettura militare o di palazzi-fortezza.[7] Può essere forse così giustificata l'opinione diffusa che il casino di San Fili sia la realizzazione in scala ridotta di un’opera di dimensione maggiore.[11] Esso si sviluppa su due piani, il piano terra e il piano nobile; entrambi di modeste dimensioni confermano l'uso saltuario dell’edificio a scopo di rappresentanza.[12] Sul fronte principale una scala a giorno a rampa rettilinea permette l'accesso al piano nobile.[13]

Tipo-morfologia

Il casino ha pianta triangolare ai cui vertici si innestano due torri quadrangolari e un baluardo: le torri inquadrano il prospetto principale, mentre il baluardo con funzione di ornamento è opposto, orientato verso il mare.[14] L'edificio si sviluppa su due piani ed è percorso per tutto il perimetro da un toro, un marcapiano a profilo curvilineo che separa il piano terra dal piano nobile, e dal coronamento trabeato con architrave, fregio e cornice.[7]

La scansione delle piccole finestre-feritoie del piano terra viene riproposta al piano nobile con finestre di maggiori dimensioni, e nel centro del prospetto principale dal portale bugnato.[7] Nel coronamento, inserite tra le due cornici, le aperture ovali si alternano alle numerose feritoie, rispettando la scansione delle bucature dei piani inferiori.[7] La posizione del casino dominante sul mare, permette l’osservazione del territorio d’intorno, principalmente del mare e della costa.[7] L’ampia copertura a terrazzo è un belvedere paesaggistico, che oltre verso il mare, permette anche la visione della campagna circostante e dei monti; il sedile posto al bordo del terrazzo, ne garantiva un maggior godimento.[7]

Attraverso la scala "a giorno" rettilinea e l’ingresso costituito dal portale bugnato posto al centro della facciata a monte, si evidenzia il proposito di creare una prospettiva assiale che colleghi i vari "momenti" della fabbrica, dal vano d’ingresso alla sala centrale ottagonale e quindi al successivo baluardo, per "dissolversi" infine nel panorama verso il mare del sottostante declivio.[15] Un attento studio della prospettiva è stato applicato anche ai cantonali, che fanno apparire più elevato il piano terra.[16] Le ampie finestre delle piccole stanze del piano nobile, con alla base un gradino, si pongono come quadri per godere della vista del paesaggio.[15] Gli ambienti del piano nobile sono coperti sia da volte composite (a padiglione con parte centrale “a schifo”), che da volte a padiglione.[15] Gli ambienti che si succedono lungo l'asse longitudinale; il vano d’ingresso, la sala ottagonale e l’ambiente nel baluardo, hanno, nel centro della volta, una cornice in rilievo, di diversa forma, che forse in passato inquadrava dei dipinti.[15] La sala del piano nobile, con pianta ad ottagono allungato, rappresenta la parte centrale dell'edificio. Il piano terreno del casino, centralizzato in un esagono allungato, ha caratteristiche architettoniche meno raffinate e un aspetto più fortificato, quest’ultimo denunciato anche dalla presenza di feritoie; decorate con cornice a doppia orecchia.[15]

I caratteri di fortilizio

Il casino di San Fili appare un modello a scala ridotta di castello con ponte levatoio e feritoie, e in generale delle fortezze rinascimentali.[17] Il casino ha un impianto triangolare ai cui vertici si innestano due torri a forma di parallelepipedo e un baluardo equielevati, con cantonali in blocchi di pietra.[17]

Il piano terreno con muri a forte spessore e pareti lievemente a scarpa, è illuminato da feritoie orizzontali a tramoggia con marcata strombatura, e da alcune finestrelle chiuse da piccole grate di ferro; alcune aperture sono state successivamente ampliate.[17] Il piano nobile si raggiunge salendo una scala che si protende in asse con l'edificio. In origine la scala era isolata dall'edificio, e comunicava con il piano nobile attraverso un ponte levatoio, successivamente sostituito da un ballatoio in muratura.[17] Al piano nobile vi sono due tipi di feritoie, entrambi strombate, utilizzate per il tiro protetto incrociato; un tipo a sezione verticale e l'altro posto sotto il davanzale delle finestre, a sezione orizzontale.[17] Al piano terrazzato, le feritoie a sezione verticale utilizzate per il tiro protetto incrociato, si distribuiscono lungo tutto il parapetto del terrazzo; alcune sono poste nel muro che separa il vano scala dal terrazzo, orientate dal terrazzo verso il vano scala. Alcune feritoie a sezione verticale, hanno una forma riconducibile alle archibugiere.[17]

Note

  1. ^ Castello di San Fili (Stignano), su Fondo Ambiente Italiano. URL consultato il 29 maggio 2021.
  2. ^ Simonetta Valtieri, Il progetto di conservazione del "castello" di San Fili a Stignano. Ricerca e formazione a servizio del territorio in Calabria, Gangemi, 2000.
  3. ^ Petrolo, Paindelli 2020, p. 199.
  4. ^ a b Panarello, Fulco 2015, pp. 215-246.
  5. ^ Petrolo, Paindelli 2020, p. 91.
  6. ^ Petrolo, Paindelli 2020, pp. 20 e 59.
  7. ^ a b c d e f g h Petrolo, Paindelli 2020, p. 98.
  8. ^ Petrolo, Paindelli 2020, p. 37.
  9. ^ Petrolo, Paindelli 2020, p. 89.
  10. ^ Petrolo, Paindelli 2020, p. 119.
  11. ^ Petrolo, Paindelli 2020, p. 100.
  12. ^ Petrolo, Paindelli 2020, p. 94.
  13. ^ Petrolo, Paindelli 2020, p. 130.
  14. ^ Petrolo, Paindelli 2020, p. 120.
  15. ^ a b c d e Petrolo, Paindelli 2020, p. 121.
  16. ^ Petrolo, Paindelli 2020, p. 131.
  17. ^ a b c d e f Petrolo, Paindelli 2020, p. 127.

Bibliografia

  • Mario Panarello e Alfredo Fulco, Dalla natura all'artificio. Villa Caristo. Dai Lamberti ai Clemente, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2015, ISBN 978-88-498-4315-6.
  • Angelo Petrolo e Katia Paindelli, Il "casino" di San Fili. Dall'analisi storica al progetto di conservazione, ilmiolibro self publishing, 2020, ISBN 9788892377790.
  • Simonetta Valtieri, Il progetto di conservazione del "castello" di San Fili a Stignano. Ricerca e formazione a servizio del territorio in Calabria, Gangemi, 2000.

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