Canonica di San Michele

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Canonica di San Michele
A destra la Canonica, a sinistra la Compagnia
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàRencine (Castellina in Chianti)
Coordinate43°24′20.97″N 11°13′57.29″E / 43.405825°N 11.232581°E43.405825; 11.232581
Religionecattolica
TitolareMichele Arcangelo
Arcidiocesi Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzioneXI secolo

La Canonica di San Michele è un edificio religioso situato a Rencine, nel comune di Castellina in Chianti, in provincia di Siena ed è posta sul versante prospiciente alla Valdelsa.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa apparteneva alla diocesi di Fiesole fin dall'XI secolo ed era compresa nel piviere di San Leonino in Conio. A causa della notevole distanza dalla pieve di Conio fin dal giugno 1178 è attestata la presenza di una comunità di canonici. Posta in territorio fiorentino, come il vicino castello, lungo il confine tra Siena e Firenze fu sempre al centro di contese militari. I senesi controllavano la Badia a Isola e con l'abate di quest'ultima si ebbero molte tensioni fino a una vertenza che si tenne il 19 agosto 1204. Da quella vertenza si evince che il priore di Rencine, in quel 1204 è nominato un tale Vivolo, possedesse numerose terre e anche un mulino che garantivano un tenore di vita elevato. La prosperità economica era elevata anche verso la fine del secolo quando per le decime del 1275 paga 7 lire e 10 soldi, nel 1276 10 lire, ma a cavallo con il XIV secolo le cose peggiorarono tanto che nel 1296 paga 2 lire e 10 soldi e nel 1302 5 lire.

Nel XVI secolo divenne parte della nuova diocesi di Colle Val d'Elsa.

Gli abitanti della parrocchia fino al XIX secolo furono sempre circa 200 e all'epoca di Emanuele Repetti la chiesa era stata elevata a pieve anche se di patronato regio e da lei dipendeva la chiesa di San Pietro a Cagnano.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio della Canonica è costituito da una semplice aula rettangolare conclusa con una scarsella rettangolare e con copertura lignea. Questa configurazione le è stata data dopo un crollo avvenuto probabilmente nel XII secolo, crollo che distrusse completamente la parte sinistra e lesionò gravemente anche le altre pareti.

Facciata[modifica | modifica wikitesto]

Il maggior pregio artistico si riscontra nella facciata che risale alla primissima fase romanica. La facciata attuale si presenta nell'aspetto conferitole dopo il crollo medievale ed è di dimensioni più ampie rispetto all'originale.

La facciata è costituita da tre ordini sovrapposti e tra loro asimmetrici. Il primo ordine è quello più in basso e comprende il portale con arco a tutto sesto, privo di lunetta, questa parte corrisponde alla facciata originale; il secondo ordine è costituito da una galleria cieca ad archetti pensili sostenuti da mensole e semicolonne che sono concluse da capitelli ungulati, lo stile di questa parte della facciata si rifà alla vicina Badia Isola e risale alla seconda metà del XII secolo; il terzo ordine era aperto da una feritoia a forma di clessidra posta in asse con la seconda colonna si sinistra, la feritoia oggi è chiusa. Con il rifacimento della facciata si è corretta la evidente asimmetria originaria tanto che oggi la parte destra della galleria si trova al centro della struttura.

Nella parete sulla destra, ora occupata quasi per intero dalla successiva cappella della compagnia, si apriva una monofora a doppia strombature e il portale di accesso alla canonica. Nella tribuna si vedono le tracce di un'antica abside semicircolare, che doveva far parte della chiesa originaria, tale abside venne, in epoca imprecisata, sostituita da una scarsella che a sua volta venne abbassata e chiusa. La parete esterna di destra presenta un paramento murario a sasso scapezzato e vi sono due aperture costituite da monofore centinate di epoca gotica.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno della chiesa attualmente è intonacato e non presenta nessun elemento significativo.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Lami, Sanctae Ecclesiae Florentinae monumenta, Firenze, Tipografia Salutati, 1758.
  • Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846.
  • Emanuele Repetti, Dizionario corografico-universale dell'Italia sistematicamente suddiviso secondo l'attuale partizione politica d'ogni singolo stato italiano, Milano, Editore Civelli, 1855.
  • Attilio Zuccagni-Orlandini, Indicatore topografico della Toscana Granducale, Firenze, Tipografia Polverini, 1857.
  • Cesare Paoli, Il Libro di Montaperti (MCCLX), Firenze, Viesseux, 1889.
  • Antonio Casabianca, Guida storica del Chianti, Firenze, 1908.
  • Pietro Guidi, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1274-1280, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1932.
  • Pietro Guidi, Martino Giusti, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1295-1304, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1942.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, I castelli dell'antica Lega del Chianti, Firenze, LEF, 1962.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Chiese romaniche del Chianti, Firenze, Salimbeni, 1966.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Chiese romaniche in Valdelsa, Firenze, Salimbeni, 1968.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Architettura romanica religiosa nel contado fiorentino, Firenze, Salimbeni, 1974.
  • Paolo Cammarosano, Vincenzo Passeri, I Castelli del Senese, Siena, Monte dei Paschi, 1976.
  • Renato Stopani, Il contado fiorentino nella seconda metà del Duecento, Firenze, Salimbeni, 1979.
  • Raymond Flower, Chianti.Storia e Cultura, Firenze, Bonechi, 1981.
  • Giovanni Brachetti Montorselli, Italo Moretti, Renato Stopani, Le strade del Chianti Classico Gallo Nero, Firenze, Bonechi, 1984.
  • Renato Stopani, Chianti Romanico, Radda in Chianti, Centro di studi storici chiantigiani, 1987.
  • Franco Cardini, Alta Val d'Elsa: una Toscana minore?, Firenze, SCAF, 1988.
  • Paolo Cammarosano, Abbadia a Isola. Un monastero toscano nell'età romanica, Castelfiorentino, Società Storica della Val d'Elsa, 1993.
  • AA. VV., Chiese medievali della Valdelsa. I territori della via Francigena tra Siena e San Gimignano, Empoli, Editori dell'Acero, 1996, ISBN 88-86975-08-2.

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