Benzina alchilata

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La benzina alchilata è un carburante puro ottenuto dalla distillazione dei gas del petrolio greggio, prevalentemente isobutano ed isobutene. Essa viene ottenuta con un processo chiamato alchilazione, da cui prende il nome, fino ad ottenere un carburante a cui vengono tolti pressoché tutti gli inquinanti e che brucia senza lasciare fuliggine, fumo e residui carboniosi. Ideata negli anni '80 dell’ingegner Roland Elmän, il quale ebbe l’intuizione di creare un carburante che rispettasse sia l’uomo che l’ambiente, oggi viene indicata come benzina ecologica. Sostanze come gli idrocarburi aromatici, piombo e benzene sono pressoché assenti. Benzolo “o benzene” presente in misura <0,01%, piombo <0,002%, aromatici <0,1%, n-esano <0,03%, olefine Vol-% 0,1.

Il numero di ottani, che è poi quella parte della benzina che fa sì che possa essere usata sui motori in quanto evita la detonazione, è pari a: R.O.N. 95, M.O.N. 92. Ciò significa che in fase di produzione ha 95 ottani per poi decadere all'utilizzatore finale a 92 ottani, superiore alle tradizionali benzine verdi che decadono fino ed oltre a misure di 7 punti.

Inoltre non contenendo sostanze reattive che polimerizzano ed ossidano, può essere conservata per lunghi periodi senza alcuna variazione di qualità e di prestazioni, essendo essa un prodotto chimicamente stabile.

Impatto ambientale[modifica | modifica wikitesto]

La benzina alchilata risulta avere un impatto ambientale migliore, rispetto al carburante tradizionale, in quanto la parte di carburante incombusto presente nei gas di scarico dei motori a due tempi contiene percentuali molto più basse di idrocarburi aromatici e di olefinici, compreso il benzene. Il costo di realizzazione di tale carburante risulta essere superiore rispetto alla produzione di carburanti tradizionali.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]