Battaglia di Turnhout (1789)

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Battaglia di Turnhout (1789)
parte della rivoluzione del Brabante
Data27 ottobre 1789
LuogoTurnhout, Belgio
EsitoVittoria belga
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
3.000 uomini ca.2.500 uomini ca.
Perdite
87 fra morti e feriti108 morti
60 feriti
23 dispersi
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(FR)

«Cette victoire fut de suite répandue dans toutes les provinces et fut singulièrement exagérée. Cela a beaucoup échauffé le patriotisme des Belges.»

(IT)

«La notizia di tale vittoria corse subito per tutte le province e venne singolarmente esagerata. Ciò che contribuì assai a rinfocolare il patriottismo dei Belgi.»

La battaglia di Turnhout (1789) ebbe luogo il 27 ottobre 1789 e segnò l'inattesa vittoria di una colonna di patrioti al comando del Van der Mersch, che sconfisse due battaglioni imperiali al comando del maggiore generale Schröder. Pur priva di rilevanti conseguenze militari, essa mise in moto gli eventi che portarono alle successive insurrezioni di Gand e di Bruxelles, che determinarono il temporaneo successo della rivoluzione del Brabante e l'effimera indipendenza dei Paesi Bassi austriaci.

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

La crisi politica dei Paesi Bassi austriaci[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal 1786, i Paesi Bassi austriaci vennero agitati dal tentativo dell'imperatore Giuseppe II di introdurre in quelle provincie le medesime, radicali, riforme già introdotte negli altri stati del patrimonio ereditario della Casa d'Austria (ad esempio il Ducato di Milano). La forte resistenza delle locali élite nobiliari ed ecclesiastiche, passata per episodi salienti quali rivolta di Bruxelles del 14 maggio 1787, indusse, infine, l'imperatore a sciogliere gli Stati Provinciali del Brabante e dell'Hainaut, il 18 giugno 1789 (con una sfortunata scelta di tempi, dal momento che tale evento precedette di meno di un mese la presa della Bastiglia).

Il Comitato di Breda organizza l'insurrezione[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Comitato di Breda.

Il governo imperiale, tuttavia, non disponeva dei mezzi necessari a reprimere l'opposizione politica, in quanto che, da circa un anno, tutte le energie militari erano assorbite dalla guerra austro-russo-turca.

Cosicché non poté reagire, allorché le confinanti Province Unite presero ad accogliere con evidente sollecitudine i molti oppositori fuggiti dai Paesi Bassi austriaci: nella città di Breda venne loro permesso di costituire una sorta di governo in esilio e, persino, di organizzare delle bande militari. All'appoggio delle Province Unite si aggiunse quello del Principato di Liegi, non appena la locale rivoluzione del 18 agosto 1789, ebbe rovesciato il principe vescovo e proclamato un'effimera repubblica.

Il piano di invasione dei Paesi Bassi austriaci[modifica | modifica wikitesto]

Sul fine dell'estate del 1789, cominciarono i primi sconfinamenti. Ma fu solo il 24 ottobre 1789, che due grosse bande di insorti, che dovevano operare simultaneamente[2]:

Val forse la pena di sottolineare come entrambi i comandanti provenissero dall'esercito imperiale: Van der Mersch ne era colonnello a riposo, e si congedò formalmente solo alla vigilia dell'invasione[4]; maggiore De Vaux, addirittura, era figlio illegittimo del Principe Carlo di Lorena[5], zio dell'Imperatore regnante e a lungo governatore dei Paesi Bassi austriaci.

L'invasione del Brabante[modifica | modifica wikitesto]

Un volontario di Anversa

Il Manifesto del Popolo del Brabante[modifica | modifica wikitesto]

L'avventura della prima ebbe inizio il 24 ottobre 1789, con la proclamazione[6] di un "manifesto del popolo del Brabante"[7] che richiamava le lamentele dei Belgi verso Giuseppe II e lo dichiarava decaduto dalle sue pretese su quel Ducato[3]. Il proclama era firmato dal van der Noot, che si qualificava come 'agente del popolo del Brabante'[8]. Esso venne letto di fronte ad una colonna di volontari, pomposamente battezza 'esercito patriottico' (armée patriotique[9]), guidata dal Van der Mersch, che si qualificava come 'generale dei patrioti' (général des patriotes[10], anziché con il grado di colonnello, con il quale si era congedato dall'esercito imperiale[4]). Quanti fossero è incerto: chi dice 1'500[9], chi dice 5 000[11]: molti si dispersero lungo la marcia[12], mentre altri ne vennero raccolti nella città di Turnhout.

La marcia verso sud[modifica | modifica wikitesto]

Dopodiché, la colonna si mise in marcia verso il confine. Il 25 sera o 26 mattina[13], dopo circa 30 km attraverso di marcia, attraverso Hoogstraten[11] (ove un distaccamento austriaco di osservazione, si ritirò senza offrire resistenza[4]), aveva raggiunto il borgo di Turnhout, che trovarono indifeso ed occuparono. Dei forse 5 000 partiti, ne arrivarono solo 2 800[3]-3 000: gli altri si erano dispersi lungo la marcia[11]. Mancava, del tutto, l'artiglieria[3].

L'indomani si mise in marcia verso Gheel[4] eppoi Diest, circa 44 km più a sud. Probabilmente stava seguendo una linea retta, che gli avrebbe consentito di attraversare tutto il Brabante, per poi porsi in salvo sul territorio del Principato di Liegi, allora nel pieno della propria rivoluzione ed i cui governanti erano particolarmente simpatetici con la causa del 'Comitato di Breda'.

L'intervento di una prima colonna imperiale[modifica | modifica wikitesto]

Non aveva fatto più di una lega di strada, quando venne raggiunto dalla notizia della partenza di una grossa colonna imperiale, agli ordini del maggiore generale Schröder (Berlino 1735 – Pellendorf (Bassa Austria 18 febbraio 1807). Arrestò la marcia e spese l'intera notte a fortificarsi dentro Turnhout, fidando sulla protezione offerta da muri ed edifici: vennero scavate trincee attraverso le strade, barricati gli edifici, parzialmente serrati gli ingressi dell'abitato e gli accessi alla piazza principale, fra la chiesa grande ed il municipio[11].

Lo Schröder comandava i battaglioni de Bender e de Clerfayt, due compagnie di granatieri e due squadroni di dragoni[3]: si trattava di una colonna mobile che Sir d'Alton aveva esplicitamente comandato a fare tutto il possibile per intercettare ed attaccare la colonna di ribelli in arrivo dalla 'baronia di Breda'[9], evidentemente attesa. Opportunamente, essa era stata stanziata fra Lierre[9] e l'attigua Malines[11], in posizione adatta a coprire l'intero spettro delle linee di penetrazione dei ribelli: Anversa a sinistra, Bruxelles al centro e la strada per Liegi a destra. Dovettero essere predisposte anche dei distaccamenti di osservazione (come quello che aveva osservato la colonna Van der Mersch ad Hoogstraten[4]), tanto è vero che già la sera del 26, ossia assai tempestivamente, lo Schröder venne informato dell'ingresso del Van der Mersch a Turnhout[11]. Partì, dunque, il 26 sera.

La battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Scambi di fucileria[modifica | modifica wikitesto]

Van der Mersch ne venne informato e divise la truppa in due 'divisioni':

  • la prima la fortificò dentro a Turnhout, specie sulla piazza grande[11] (o nel cimitero[4]), che era stata fortificata; il resto distribuito negli edifici più o meno barricati.
  • la seconda la schierò di fronte al borgo, nei pressi di un mulino[3].

L'azione di quest'ultima non fu affatto efficace, in quanto, inesperti e disorganizzati come erano, i volontari scaricarono i propri schioppi prima di aver gli imperiali a tiro[11]. Tale insuccesso, ad ogni buon conto, decise lo Schröder a sfruttare il vantaggio ed avvicinarsi verso le abitazioni. Il successivo successo della giornata, permise ad alcuni cronisti belgi di descrivere l'azione come fuoco-retrocedendo[14], ma pare un inutile abbellimento.

Lo scontro urbano[modifica | modifica wikitesto]

Ciò che lo Schröder non aveva calcolato era che il ripiegamento della prima linea dei ribelli non aveva coinvolto la seconda 'divisione', la quale poté, per giunta, contare sull'aiuto della popolazione del borgo[11]. Cosicché, appena gli imperiali vi entrarono, vennero assaliti ai fianchi dalle case fortificate che dalle strade laterali alla rue de l'Hôpital, la loro linea di penetrazione[3]. Dimodoché persero un gran tempo ad aprirsi la via attraverso le improvvisate barricate, anche 'ripulendo' le case dalle quali venivano bersagliati (molti civili vennero massacrati nelle loro case)[4]. Sinché, dopo cinque ore di combattimento, dovettero ritirarsi, abbandonando ai patrioti tre cannoni e due cassoni di munizioni[15].

Errori del generale imperiale[modifica | modifica wikitesto]

L'azione del generale imperiale venne sicuramente determinata dalla volontà di sfruttare la sorpresa[11]. Alla partenza, infatti, egli aveva sperato di agganciare il Van der Mersch nella sua marcia verso Diest, della quale era informato. Quando lo trovò di fronte a Turnhout e poté rompere così facilmente la primalinea dei volontari, volle evidentemente sfruttare il vantaggio. Sicuramente egli non disponeva di informazioni adeguate circa le residue posizioni dei ribelli.
La sua principale colpa, però, fu di non attenersi agli ordini del d'Alton, che gli ingiungevano sì di agganciare il nemico il più presto possibile. Ma aveva aggiunto di non ingaggiare combattimento, prima di averlo informato, consentendogli di precisare ulteriori ordini[11]. Si può notare come tali ordini fossero decisamente adeguati. In quanto ben difficilmente il Van der Mersch avrebbe potuto sfuggire ad un breve assedio (non foss'altro perché gli imperiali con la loro artiglieria, avrebbero potuto mettere a fuoco l'intera città e, in tal modo, far uscrie i patrioti dai loro rifugi[16] e, costretto ad accettare un combattimento in campo aperto, avrebbe sicuramente avuto la peggio.

Perdite[modifica | modifica wikitesto]

Le perdite imperiali furono piuttosto modeste: 4 ufficiali e 106 uomini uccisi, 60 feriti, 23 dispersi 32 802 cartucce sparate[17], contro 87 morti e feriti fra i ribelli[9]. Alcuni fra gli imperiali caduti prigionieri, vennero restituiti ai loro commilitoni allorché, alcuni giorni dopo, Van der Mersch evacuò Turnhout[18].

La reazione imperiale[modifica | modifica wikitesto]

Intervento di una seconda grossa colonna imperiale[modifica | modifica wikitesto]

Il generale d'Alton, comandante le truppe austriache, fu lesto a reagire: anzitutto con un contro-proclama, che minacciava di incendiare ogni villaggio che offrisse aiuto ai ribelli. Poi affidando al tenente-feldmaresciallo von Arberg[19] una colonna di 7 000 uomini, che raggiunse la regione di Turnhout (detta regione del Kempen), incendiò almeno un villaggio e cercò il contatto con la colonna del Van der Mersch. Questi non volle accettare combattimento, e a tale decisione contribuì non poco la scarsa preparazione militare dei volontari: dopo la battaglia essi, pur vittoriosi, erano già stanchi della guerra[20]. Cosicché, dopo aveva dato mostra di voler avanzare verso la Fiandra[1], si trattenne, invece, fra Turnhout[11] e Baer-le-Duc, poco a nord[21]. Dopodiché precedette rapidamente l'inseguitore su Hoogstraten[9] e, di lì, ripassare velocemente il confine[10], la notte del 10 novembre[9].

Parallelo fallimento del tentativo di invasione della Fiandra[modifica | modifica wikitesto]

L'azione imperiale di controguerriglia nel Kempen ebbe, dunque, successo. Ed a tale successo si aggiungeva il parallelo fallimento del tentativo della seconda colonna di volontari: quella del maggiore De Vaux e del Ransonnet, che aveva tentato l'invasione della Fiandra. Essa aveva si sloggiato i pochi doganieri che tenevano Fort Lillo[22] e nemmeno si difesero. Ma avevano fallito un uguale tentativo sull'attiguo fort Liefkenshoeck[23]. Eppoi, in breve, la piccola truppa venne presa dal terror panico e riguadagnò precipitosamente l'Olanda[24], già il 27 ottobre, portando con sé una piccola fregata che serviva da pattuglia doganale sul corso della Schelda[25].
Militarmente, quindi, l'avventura militare del Comitato di Breda poteva essere considerata una sconfitta.

L'aperto sostegno delle Province Unite quale limite della repressione imperiale[modifica | modifica wikitesto]

Tuttavia, il successo militare degli imperiali non poté dirsi pieno, poiché le due bande di insorti erano sfuggite all'accerchiamento ed avevano potuto portarsi al sicuro, sul territorio delle Province Unite: quella del Van der Mersch venne di nuovo accolta nel villaggio di Sundert, la sua base di partenza[9], ove non venne nemmeno disarmata; quella del maggiore De Vaux e del Ransonnet portò addirittura seco la piccola fregata della marina imperiale.
Si tratta di circostanze che testimoniano, oltre ogni dubbio, della dichiarata politica anti-imperiale delle Province Unite. Che il governo di Giuseppe II non poteva nemmeno immaginare di sfidare, impegnato com'era nella guerra contro i Turchi.

Guerriglia contro 'guerra grossa'[modifica | modifica wikitesto]

Di modo che il Comitato di Breda, avendo conservato la propria truppa in stato di combattimento, poté invocare la vittoria: l'obiettivo delle due colonne non era, infatti, liberare il Belgio, bensì dimostrare che l'esercito ribelle esisteva e che aveva la volontà di battersi. E occorre riconoscere che, a Turnhout, entrambi gli obiettivi vennero largamente raggiunti[26].
Nei piani del Comitato di Breda, una serie di successi guerriglieri avrebbero consentito di dimostrare lo scontento dei sudditi delle Paesi Bassi austriaci all'attenzione delle potenze europee, offrendo loro l'occasione di ingerirsi. Un'occasione che poteva fare il gioco tanto del van der Noot (che sperava nella Prussia), quanto quello del Vonck (che sperava nella Francia rivoluzionaria[27]).

Semmai, la particolarità dell'insurrezione dei Belgi fu che essa ebbe diffusione talmente capillare, da impedire agli imperiali di passare dalla guerriglia alla guerra grossa[28] e ripetere, con eguale successo, l'operazione che il von Arberg aveva condotto nel Kempen. Di modo che, di lì a poco, le due colonne ripassarono il confine ed il De Vaux poté avanzare indisturbato sino a Gand, provocandone la fortunata insurrezione, che, attraverso la di poco successiva insurrezione di Bruxelles, determinò il successo della generale insurrezione e dell'effimera indipendenza dei Paesi Bassi austriaci.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Émilien-François Malingié, op. cit.
  2. ^ Il fut résolu de la faire sinmltanément en Brabant et en Flandre, pour diviser les forces de l'ennemi. Cfr.: Émilien -François Malingié, op. cit..
  3. ^ a b c d e f g Arthur Chunquet, op. cit..
  4. ^ a b c d e f g Émilien -François Malingié, op. cit.
  5. ^ Joseph Fr Michaud, Louis Gabriel, op. cit..
  6. ^ Il testo venne letto e distribuito ai volontari. Cfr.: Friedrich Christoph Schlosser, op. cit.
  7. ^ Manifeste du peuple brabançon, du 24 octobre 1789, disponibile in lingua francese [1].
  8. ^ agent du peuple brabançon. Cfr.: Christophe Koch - F. Schoell, cap. XXV, op. cit..
  9. ^ a b c d e f g h Louis Dieudonne Joseph Dewez, op. cit..
  10. ^ a b Christophe Koch - F. Schoell, cap. XXV, op. cit..
  11. ^ a b c d e f g h i j k l Friedrich Christoph Schlosser, op. cit.
  12. ^ Alla seconda tappa, la città di Turnhout, non ne giunsero più di 3 000. Cfr.: Friedrich Christoph Schlosser, op. cit.
  13. ^ Dewez (op. cit.) scrive dans la même journée, ma poi offre un'informazione contraria, dicendo che il en partit le lendemain pour continuer sa marche sur Diest, il che non è possibile, dal momento che la battaglia ebbe luogo il 27. Per giunta aggiunge che il generale Schröder, imperiale, partit le 26 au soir per intercettare il ribelle e lo Schlosser (op. cit.) ci informa che On the 26th, general Schroder, in Malines, received the news of the occupation of Turnhout by the insurgents e il Malingié (op. cit..) annota che da Hoogstraet le 25 il se dirigea sur Turnhout. Dunque il Van der Mersch dovette giungere a Turnhout il 25 sera o 26 mattina.
  14. ^ Les patriotes combattaient toujours en reculant (Louis Dieudonne Joseph Dewez, op. cit..).
  15. ^ Cfr.: Émilien-François Malingié, op. cit.. Al contrario il Dewez (op. cit.) parla di cinque cannoni; Schlosser (op. cit.) di un cannone; Chunquet (op. cit.) di tre cannoni; Sir d'Alton, in una lettera all'Imperatore del 16 novembre 1789 (Mémoires pour servir à la justification … , op. cit.) parla anche lui di tre cannoni.
  16. ^ l'ennemi, qui avec son artillerie auroit pu brûler toute la ville, et ainsi débusquer les patriotes. Cfr.: Émilien -François Malingié, op. cit..
  17. ^ De la division des grenadiers de Clerfayt, 1 officier et 20 hommes tués, 10 hommes blessés ; 8928 cartouches tirees. Du bataillon colonel de Clerfayt, 1 officier et 26, hommes tués, 14 hommes blessés, 23 perdus ; 22 245 cartouches tirées. Du bataillon général de Bender, 2 officiers et 51 hommes tués, 29 hommes blessés ; 11,629 cartouches tirées. Des canonniers et artilleurs, 9 hommes tués et 7 blessés. Total : 4 officiers et 106 hommes tués; 60 blessés, 23 perdus, et 32 802 cartouches tirées. Cfr.: Louis Dieudonne Joseph Dewez, op. cit...
  18. ^ Ad esempio il tenente Wefer, del reggimento Clairfayt, accolse i rinforzi, munito di un passaporto firmato dal Van der Mersch, con il titolo di Luogetente-Generale dell'Esercito del Brabante (Lieutenant- Général de l'Armée Brabançonne). Cfr.: Lettera di Sir d'Alton all'Imperatore del 16 novembre 1789, in Le Général Comte d'Alton, Mémoires pour servir à la justification … , op. cit.).
  19. ^ Noto come Nicolas-Antoine Comte d'Arberg, de Valengin et du Saint-Empire (in francese) o Nikolaus Graf von Arberg und Valengin (in tedesco), (8 novembre 1736 - Bruxelles 17 settembre 1813), Generalmajor dal 1773, Feldmarschalleutnant dal 1783. Cfr.: Biographical Dictionary of all Austrian Generals, op. cit..
  20. ^ déjà fatigués de la guerre. Cfr.: Arthur Chunquet, op. cit..
  21. ^ Il Dewez (op. cit..) riporta la notizia che il Van der Mersch si fosse mosso su Baer-le-Duc, poco a nord di Turnhout. Il von Arberg volle tagliargli la strada prendendo Hoogstraten, ad ovest lungo la strada per Sundert e la 'baronia di Breda'. Dal momento che anche Baer-le-Duc era al confine con le Province Unite, se ne trarrebbe la convinzione che le bande ribelli fossero tollerate solo in una parte limitata del territorio della 'generalità'. Infatti la narrazione procede indicando che Van der Mersch … se retira à Sundert avec toute sa troupe, qui fut répartie dans la baronnie de Bréda. Non altrove.
  22. ^ Una fortezza di frontiera recentemente acquisite da Giuseppe II al termine della recente crisi con Le Province Unite, ma all'epoca tenute solo da alcuni doganieri. Cfr.: Le Général Comte d'Alton, Mémoires pour servir à la justification … , op. cit.).
  23. ^ Ad impedire la caduta dell'attiguo fort Liefkenshoeck era bastato che venisse alzato il ponte d'accesso. Cfr.: Lettera di Sir d'Alton all'Imperatore del 16 novembre 1789. Cfr.: Le Général Comte d'Alton, Mémoires pour servir à la justification … , op. cit.
  24. ^ Mais au milieu de ces succès, la petite troupe fut prise d'une terreur panique et regagna précipitamment la Hollande. Cfr.: Arthur Chunquet, op. cit..
  25. ^ Lettera di Sir d'Alton all'Imperatore del 27 ottobre 1789. Cfr.: Le Général Comte d'Alton, Mémoires pour servir à la justification … , op. cit.
  26. ^ In questo senso si può condividere il giudizio del Dewez (op. cit.), che cette première victoire, qui fut un événement décisif (da notarsi: événement, non bataille), nonché quello dello Schlosser (op. cit.), che the consequences of the victory gained by this miserable army of Van der Mersch were incalculable. Anche grazie ad un'attiva propaganda, come annota il Malingié (op. cit.) Cette victoire fut de suite répandue dans toutes les provinces et fut singulièrement exagérée. Cela a beaucoup échauffé le patriotisme des Belges.
  27. ^ F. Franck Bright, cap. IX, op. cit..
  28. ^ Giorgio Bocca, Partigiani della montagna, Feltrinelli, 2004.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Christophe Koch, Histoire abrégée des traités de paix, entre les puissances de l'Europe depuis la paix de Westphalie, Edizione continuata ed aumentata da F. Schoell, Bruxelles, 1837, tomo I, Bruxelles, 1837.
  • (EN) F. Franck Bright, Joseph II, 1905, ripubblicato 2007.
  • (FR) Louis Dieudonne Joseph Dewez, Histoire générale de la Belgique, tomo 7, Bruxelles, 1828.
  • (EN) Friedrich Christoph Schlosser, History of the Eighteenth Century and of the Nineteenth Till the Overthrow of the French Empire, capitolo Belgian and Polish Revolutions, Londra, 1845.
  • (EN) Biographical Dictionary of all Austrian Generals during the French Revolutionary and Napoleonics Wars, 1792-1815.
  • (FR) Émilien -François Malingié, Les commencements de la révolution brabançonne, par un moine de l'Abbaye de Saint-Pierre, Messager des Sciences Historiques ou Archives des Arts et de la Bibliographie de Belgique, Gand, 1876.
  • (FR) Le Général Comte d'Alton, Mémoires pour servir à la justification de feu son Excellence Le Général Comte D'Alton, et à l'Histoire Secrette de La Révolution Belgique, Seconde Edition, corrigée de toutes les fautes de la première, pubblicato sul finire del 1790 e aumentato di un Rapport essentiel touchant la sortie des Troupes Impériales de Bruxelles, le 12 Décembre 1789. Il tutto riedito in 2 tomi, nel 1791, tomo I [2] e tomo II [3].
  • (FR) Arthur Chunquet, Les Guerres de la Révolution - IV - Jemappes et la conquete de la Belgique (1792-1793).
  • (FR) Joseph Fr Michaud, Louis Gabriel, Biographie universelle, ancienne et moderne, Supplement DA-DR, Tomo 62, Parigi, 1837.

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