Automotrici RM 5101 e 5102
RM 5101 e 5102 | |
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Automotrice | |
L'automotrice n. 5101 | |
Anni di costruzione | 1898 |
Anni di esercizio | 1899-1904 |
Quantità prodotta | 2 |
Costruttore | Grondona, Comi & C.; Schuckert A.G. |
Automotrici elettriche ad accumulatori | |
Dimensioni | lunghezza: 18.490 mm; larghezza: 2.850 mm; altezza: 3.690 mm. |
Capacità | 24 posti in 1ª classe; 40 posti in 2ª classe; 88 posti totali. |
Scartamento | 1.435 mm |
Interperno | 12.000 mm |
Passo dei carrelli | 2.630 mm |
Massa in servizio | 64.000 kg |
Massa aderente | 32.000 kg |
Massa vuoto | 58.000 kg |
Rodiggio | (A1)(1A) |
Diametro ruote motrici | 980 mm |
Tipo di trasmissione | a ingranaggi |
Rapporto di trasmissione | 20/61 |
Potenza oraria | 30 kW |
Potenza continuativa | 22 kW |
Velocità massima omologata | 60 km/h |
Alimentazione | accumulatori |
Autonomia | 52 km, in piano con automotrice isolata |
Tipo di motore | 2 motori elettrici a corrente continua |
Le automotrici ad accumulatori RM 5101 e 5102 prestarono servizio tra il 1899 e il 1904 sulla ferrovia Milano-Monza della Rete Mediterranea, nell'ambito di uno dei quattro esperimenti di trazione elettrica promossi dalla Commissione Nicoli-Grismayer[1][2].
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le automotrici presero servizio sulla Milano-Monza l'8 febbraio 1899, dando inizio al primo dei quattro esperimenti di trazione elettrica previsti dalla Commissione Nicoli-Grismayer[3].
Grandi furono l'interesse dei tecnici e l'entusiasmo del pubblico per il miglior comfort che offrivano le nuove automotrici. Nell'esercizio si verificò una serie di inconvenienti di vario tipo, che dimostrò che la trazione elettrica ad accumulatori — almeno con le tecnologie del tempo — non avrebbe potuto sostituire convenientemente la trazione a vapore. Conseguentemente l'esperimento si concluse nel 1904[4].
Alla fine dell'esperimento le due automotrici furono private dei motori e utilizzate come carrozze ordinarie, ma non risultando immatricolate nel parco rotabili delle Ferrovie dello Stato, si presume siano state radiate verso il 1906[5].
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Le due automotrici, marcate rispettivamente AAAB 5101 e AAAB 5102 sulle fiancate[6][7], disponevano di una capacità totale di 88 posti (24 di 1ª classe, 40 di 2ª e 24 in piedi) ed erano mosse da due motori a corrente continua della potenza complessiva di 22 kW continuativi, che consentivano loro di raggiungere la velocità di 60 km/h[8].
Ogni automotrice era equipaggiata con una batteria di accumulatori tipo Foure-Plantè di 130 elementi, suddivisi in due sezioni di 65 elementi ciascuna, che potevano essere collegate in serie o in parallelo per variare la tensione di alimentazione dei motori[4].
I motori di trazione erano disposti sull'asse esterno di ciascun carrello, sospesi elasticamente "per il naso"[4].
La regolazione della velocità era realizzata con le combinazioni in serie e parallelo dei motori e l'esclusione progressiva del reostato di avviamento[4].
In caso di anticipata scarica o di avaria di una delle due sezioni della batteria, l'automotrice poteva continuare la marcia con i motori in serie alimentati dalla sezione restante[4].
La ricarica delle batterie veniva effettuata per mezzo di un convertitore rotante alimentato in corrente trifase, ospitato in un locale della vecchia stazione di Milano Centrale situata in piazza Fiume[4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cornolò, Automotrici, pp. 13-15.
- ^ Dei quattro esperimenti di trazione elettrica proposti dalla Commissione Nicoli-Grismayer, due riguardavano il sistema ad accumulatori, uno il sistema trifase con linea aerea ad alta tensione e frequenza ferroviaria e, il quarto, il sistema in corrente continua a bassa tensione con terza rotaia. Cf Cornolò, Molino, Locomotive, p. 18.
- ^ Cornolò, Automotrici, p. 13.
- ^ a b c d e f Cornolò, Automotrici, p. 14.
- ^ Cornolò, Automotrici, p. 15.
- ^ Cornolò, Automotrici, p. 17.
- ^ Cornolò, Molino, Locomotive, p. 19.
- ^ Cornolò, Molino, Locomotive, p. 23.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Cornolò, Locomotive elettriche FS, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1983, pp. 15-16.
- Giovanni Cornolò, Automotrici ad accumulatori 5101-5102, in Automotrici elettriche. Dalle origini al 1983, (ristampa anastatica di Automotrici elettriche FS, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1985), Ponte San Nicolò (PD), Duegi Editrice, 2011, pp. 13-15, 17, ISBN 88-95096-05-3.
- Giovanni Cornolò, Nico Molino, Cap. III. A Monza e a Bologna i primi passi degli accumulatori italiani in ferrovia, in Locomotive ad accumulatori, Ponte San Nicolò (PD), Duegi Editrice, 2007, pp. 16-24, ISBN 88-95096-06-1.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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