Arnoldo Barnaba d'Angoulême

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Arnoldo Barnaba
Le contee di Périgord, di Agen e d'Angoulême
Conte d'Angoulême e di Périgord
Stemma
Stemma
In carica950 –
960 circa
PredecessoreBernardo
SuccessoreGuglielmo III
Altri titoliConte di Agen
Morte960 circa
Luogo di sepolturaAbbazia di San Cybard, Angoulême
PadreBernardo
MadreBerta
ConsorteAldealende

Arnoldo Barnaba Tagliaferro, conte d'Angoulême, di Périgord e di Agen (... – 960 circa), fu conte d'Angoulême, di Périgord e di Agen dal 950 fino alla sua morte.

Origine[modifica | modifica wikitesto]

Sia secondo il monaco e storico, Ademaro di Chabannes, che secondo la Historia Pontificum et Comitum Engolismensis, Arnoldo Barnaba era il figlio maschio primogenito del conte d'Angouleme di Périgord e di Agen, Bernardo[1][2] e della moglie, Berta, come ci viene confermato dal Cartulaire du prieuré de Saint-Pierre de la Réole[3], di cui non si conoscono gli ascendenti.
Sia secondo il monaco e storico, Ademaro di Chabannes, che secondo la Historia Pontificum et Comitum Engolismensis, Bernardo di Périgord era l'unico figlio del conte di Périgord e di Agen, Guglielmo I[4][5] e della moglie, Regelinda, la figlia del conte di Quercy, conte di Tolosa e anche conte di Rouergue, Raimondo I e della moglie, Berta[4][6]. ,

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Arnoldo Barnaba viene citato per la prima volta in un documento del Cartulaire du prieuré de Saint-Pierre de la Réole, secondo il quale, suo padre, Bernardo restituì ai frati l’abbazia di Saint-Sour de Genouillac, col consenso della moglie, Berta (uxore mea, nomine Berta) e dei figli di primo letto, Arnaldo Barnaba, Guglielmo, Gauberto e Bernardo (Guillelmo videlicet, atque Gausberto, seu Arnaldo, et Bernardo)[3].

Verso il 940, secondo il documento n° I del Instrumenta sarlatensis Ecclesiae, suo padre, Bernardo fece restaurare l'abbazia di Sarlat, con il consenso della seconda moglie, Garsenda, e Arnoldo Barnaba fu tra coloro che controfirmarono l'atto di donazione[7].

Suo padre, Bernardo, secondo la Historia Pontificum et Comitum Engolismensis, collaborava col cugino Guglielmo II detto Tagliaferro, conte d'Angouleme[8]; infatti, verso il 942, Guglielmo, secondo il documento n° 222 del Le cartulaire de Saint-Cybard, fece la donazione di una proprietà all'Abbazia di San Cybard e l'atto di donazione fu controfirmato sia da Bernardo (Bernardi comitis), che da Arnoldo Barnaba (Arnaldi filii sui, comitis)[9]; in quello stesso periodo, Guglielmo riconobbe la donazione nel suo testamento che fu convalidato anche dal cugino, Bernardo ed il figlio, Arnoldo Barnaba (Bernardus comes, Arnoldus filius Bernardi)[10].

Guglielmo II detto Tagliaferro morì verso il 945 e fu tumulato nell'Abbazia di San Cybard[1].
Ancora secondo Ademaro di Chabannes, gli succedette Bernardo[11], già conte di Périgord[1], e dopo di lui furono conti di Angouleme quattro dei suoi figli[1].

Non si conosce la data esatta della morte di Bernardo, avvenuta verso il 950[12].
Gli succedette il figlio Arnaldo Barnaba, sia in Angouleme[1], che in Périgord[2].

Di Arnaldo Barnaba non si hanno molte notizie; morì senz'altro prima del fratello, Guglielmo, che morì il 6 agosto 962. Sia Ademaro di Chabannes, che la Historia Pontificum et Comitum Engolismensis ci confermano che fu sepolto nell'Abbazia di San Cybard, Angoulême[1][2].
Ad Arnaldo Barnaba succedette il fratello, Guglielmo III, sia in Angouleme[1], che in Périgord[2].

Matrimonio e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Arnaldo Barnaba aveva sposato Aldealende, di cui non si conoscono gli ascendenti e dalla quale non ebbe figli[13].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura storiografica[modifica | modifica wikitesto]

  • Louis Halphen, Francia: gli ultimi Carolingi e l'ascesa di Ugo Capeto (888-987), in «Storia del mondo medievale», vol. II, 1979, pp. 636–661

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore conte d'Angouleme Successore
Bernardo 950–960 circa Guglielmo III