Arcidiocesi di Creta (Chiesa di Creta)

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La cattedrale di San Mena di Candia.
La chiesa del monastero di Agarathos.
Eugenio Antonopoulos, dall'11 gennaio 2022 arcivescovo di Creta, ipertimo e esarca d'Europa[1].

L'arcidiocesi di Creta (in greco: Ιερά Αρχιεπισκοπή Κρήτης) è la sede primaziale della Chiesa di Creta, una Chiesa ortodossa semiautonoma sotto il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli.[2] È la sede propria dell'arcivescovo di Creta, che dall'11 gennaio 2022 è Eugenio Antonopoulos.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi comprende parte dell'unità periferica di Candia.

Sede arcivescovile è la città di Candia (in greco: Ηράκλειο), dove si trova la cattedrale di San Mena.

Il territorio è suddiviso in 127 parrocchie, raggruppate in 8 distretti.[3] Nella metropolia si trovano numerosi monasteri, 6 maschili (tra cui il monastero di Agarathos e quello di San Pantaleone),[4] e 3 femminili.[5]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Creta.

La prima sede primaziale di Creta fu l'arcidiocesi di Gortina. La città fu distrutta in occasione dell'invasione araba dell'isola nel IX secolo, che pose fine a tutte le strutture cristiane. Nel 961 Creta fu riconquistata dai Bizantini. che ripristinarono le diocesi cristiane. Da questo momento i metropoliti di Creta posero la loro residenza a Candia e col tempo il titolo di "metropoliti di Gortina" fu sostituito da quello di "metropoliti di Creta".[6]

Durante l'occupazione veneziana di Creta (Ducato di Candia, 1212-1669), le strutture ortodosse furono abolite, sostituite da quelle cattoliche. I metropoliti di Creta dovettero fuggire e riparare a Costantinopoli. Per un certo periodo, fino al XIV secolo, sono noti nomi di metropoliti cretesi, che tuttavia non resiedevano a Creta.[6]

Quando l'isola fu conquistata dagli Ottomani, i metropoliti poterono rientrare a Candia. Dal 1652, con Neofito Patelarios, riprende la cronotassi dei metropoli cretesi, ininterrotta fino ad oggi. Nell'Ottocento un metropolita di Creta divenne patriarca di Costantinopoli con il nome di Dionisio V (1887-1891).

Il 24 novembre 1831 la diocesi di Cnosso fu soppressa e il suo territorio venne annesso a quello dell'arcidiocesi di Creta. Per un certo periodo (1845-1863), anche la diocesi di Lappa subì la stessa sorte, prima di essere restaurata.[6] Altri mutamenti territoriali avvennero nel 1900, con l'annessione all'arcidiocesi di Creta del territorio della soppressa diocesi di Chersonissos, e al contempo la cessione di una parte del proprio territorio, a nord dell'antica Gortina, alla diocesi di Arcadia.[6] L'ultima modifica territoriale è avvenuta il 20 gennaio 2001, quando l'arcidiocesi di Creta cedette una porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della metropolia di Arkalochori, Kasteli e Viannos.[6]

Il 28 febbraio 1967 il patriarca di Costantinopoli concesse al metropolita di Creta il titolo di arcivescovo e la metropolia fu elevata al rango di arcidiocesi.[6]

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EL) Βιογραφικό, www.iak.gr
  2. ^ (EL) Ιερές Μητροπόλεις στην Ελλάδα, ec-patr.org
  3. ^ (EL) Ενορίες-Προσκυνηματικοί και Ιδιωτικοί Ναοί, www.iak.gr
  4. ^ (EL) Ανδρώες Μονές, www.iak.gr
  5. ^ (EL) Γυναικείες Μονές, www.iak.gr
  6. ^ a b c d e f (EN) Kiminas, The ecumenical patriarchate, pp. 120-121.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]