Anna G.

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Anna G.
prodotto di disegno industriale
Dati generali
Anno di progettazione1994
ProgettistaAlessandro Mendini
Profilo prodotto
Tipo di oggettocavatappi
ProduttoreAlessi
Prodotto dal1994
alin produzione

Anna G. è un cavatappi progettato da Alessandro Mendini e prodotto per la prima volta dall’azienda Alessi nel 1994. Un ironico omaggio al volto e alla silhouette dell'amica designer Anna Gili, la cui faccina sorridente è divenuta negli anni una figura cult.

Contesto storico culturale[modifica | modifica wikitesto]

Alessandro Mendini, con questo artefatto, rafforza una tradizione antica che ha portato spesso, tra gli utensili da cucina, forme umane e animali, contestualizzandolo però all’interno della cultura pop attraverso l’utilizzo di colori vivaci.[1] Il nome la silhouette e il volto di questo oggetto rappresentano un omaggio alla designer Anna Gili, per lungo tempo collaboratrice dell'atelier Mendini e alla più comune figura femminile.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristiche tecniche (dimensioni, peso, materiali)[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni Anna G.

Il cavatappi Anna G. è un oggetto di design,una reinterpretazione del cavatappi classico (brevettato da Dominick Rosati nel 1930) realizzato nel fiore degli anni ’90. È un oggetto iconico in quanto realizzato con lo scopo di omaggiare l'eleganza della figura femminile, le cui forme richiamano al costume veneziano.[2] Alto 24 cm e con uno spessore di soli 7 cm è stato realizzato in resina termoplastica (il corpo) e zama cromata (le braccia e la testa), rendendo così l’oggetto molto leggero e maneggevole con i suoi 0.46 kg.[3]

Caratteristiche plastiche[modifica | modifica wikitesto]

Il corpo del cavatappi si presenta opaco poiché realizzato in resina termoplastica, mentre le braccia e la testa sono lucide poiché realizzate in acciaio che riflette la luce creando un contrasto cromatico col corpo del cavatappi stesso. È un oggetto prevalentemente curvilineo che si sviluppa in verticale, gli unici tratti rettilinei sono presenti nelle spalle e nel collo. Nel momento in cui viene impugnato questo oggetto svolge una funzione circoscrivente nei confronti della mano stessa.

Grado di codifica[modifica | modifica wikitesto]

Analizzando il Cavatappi secondo il trattato di semiotica generale di Umberto Eco[4] si può notare come al primo impatto l’oggetto rimanda alle sembianze di figure femminili. Il design presenta un'innovazione dal punto di vista estetico rappresentando nel migliore dei modi le sembianze di Anna Gili su un oggetto principalmente funzionale, rendendolo un'icona del design.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Nell'edizione speciale di colorazione rossa il cavatappi simboleggia la lotta contro l'HIV. In questa collaborazione Anna G. indossa un vestito rosso caratterizzato da un piccolo cuore bianco circondato dalle parentesi (RED) nella parte anteriore. Parte del prezzo di acquisto di questa collaborazione viene donata dalla casa di produzione al Fondo globale per la lotta all’AIDS fornendo farmaci salvavita contro questa malattia.[5]

Piano del contenuto[modifica | modifica wikitesto]

Quadrato di Floch

In riferimento al quadrato semiotico[6] di Algirdas Julien Greimas si può notare come l’oggetto rappresentato è un oggetto stilizzato in quanto rimanda alle sembianze e alle linee morbide di una figura femminile. Analizzando invece l'oggetto secondo i concetti del quadrato di Floch è chiaro come il designer abbia voluto incentrarsi su una valorizzazione ludico/estetica focalizzandosi sulla testa, rendendo così l’elemento da inanimato ad antropomorfo. Inoltre vi è una valorizzazione utopica in quanto quest'ultimo può rispecchiare l’identità dell’acquirente, per la possibilità di decidere il colore del corpo e per la ricercatezza del design.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ANNA G. - Design iconico, su lovethesign.com.
  2. ^ ANNA G. - Uno storico cavatappi, su villegiardini.it. URL consultato il 24 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 21 marzo 2017).
  3. ^ ANNA G. - Dimensioni e peso, su Alessi.com. URL consultato il 24 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2020).
  4. ^ Umberto Eco, trattato di semiotica generale, La nave di Teseo, 2016.
  5. ^ ANNA G. - lotta contro l'HIV, su Alessi.com. URL consultato il 21 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 15 giugno 2020).
  6. ^ Louis Hébert (2006), “The Semiotic Square”, in Louis Hébert (dir.), Signo on-line, Rimouski (Quebec), su signosemio.com.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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