Almidano Artifoni

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Almidano Artifoni (Bergamo, 5 marzo 1873Trieste, 25 agosto 1950) è stato un insegnante italiano.

Diplomatosi in una scuola commerciale a Genova, dopo aver insegnato per cinque anni lingue alla Berlitz School di Amburgo, nel 1900 si trasferì a Trieste per aprirvi la locale filiale della Berlitz. Qualche anno più tardi divenne molto importante nella vita dell'allora squattrinato James Joyce, arrivato a Trieste con Nora Barnacle incinta, che tolse dalle ristrettezze assegnandogli nel marzo del 1905 un posto di insegnante di inglese presso la sede distaccata della Berlitz a Pola, e poi nella sede centrale della stessa Trieste, dove successivamente diede lavoro anche al fratello di Joyce, Stanislaus, arrivato a Trieste a seguito di James.

Grato per l'aiuto, Joyce rimase affezionato ad Artifoni, come appare chiaramente dal modo in cui tratteggia i due personaggi a cui successivamente attribuì il suo nome:
1) il gesuita Padre Charles Ghezzi, suo insegnante di italiano a Dublino, trasfigurato appunto in Padre Artifoni in Stephen Hero
2) e soprattutto, più tardi, in Ulisse, il maestro di musica che esorta Stephen a intraprendere seriamente una carriera di tenore lirico. Dietro questo personaggio si nascondeva il maestro Luigi Denza, compositore di Funiculì funiculà, che, insegnante alla London Academy of Music, aveva presieduto la giuria di un concorso di canto a cui Joyce aveva partecipato con successo, dovendo però rinunciare alla finale a causa della richiesta di cantare un pezzo leggendo la musica, cosa che non sapeva fare.[1]

(EN)

«[Stephen] chose Italian as his optional subject, partly from a desire to read Dante seriously, and partly to escape the crush of French and German lectures. No one else in the college studied Italian and every second morning he came to the college at ten o'clock and went up to Father Artifoni's bedroom. Father Artifoni was an intelligent little moro, who came from Bergamo…»

(IT)

«Stephen scelse come materia opzionale l'italiano, in parte per il desiderio di leggere Dante in un modo serio e in parte per sfuggire la ressa delle lezioni di francese e tedesco. Nessun altro al college studiava italiano, così un mattino sì e uno no Stephen veniva al college alle dieci e saliva alla stanza di Padre Artifoni. Padre Artifoni era un moretto intelligente che veniva da Bergamo…»

««Anch’io ho avuto di queste idee», disse Almidano Artifoni, «quand’ero giovine come Lei. Eppoi mi sono convinto che il mondo è una bestia. È peccato. Perché la sua voce... sarebbe un cespite di rendita, via. Invece, Lei si sacrifica.» «Sacrifizio incruento», disse Stephen con un sorriso…»

  1. ^ Richard Ellmann, James Joyce, edizione rivista del 1983, Oxford University Press, p. 152
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