Alfabeto berbero latino
L'alfabeto berbero latino (in berbero: Agemmay Amaziɣ Alatin) è la versione dell'alfabeto latino usata per trascrivere la lingua berbera. Esso fu adottato a partire dal diciannovesimo secolo. È denominato anche Talatint o Tamɛemmrit, in onore di Mouloud Mammeri, il linguista che contribuì ad una sua standardizzazione nell'anno 1973.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le popolazioni nordafricane facevano originariamente ricorso ad un alfabeto libico-berbero, di cui l'alfabeto neo-tifinagh rappresenta una revisione moderna.
I primi utilizzi dell'alfabeto latino per trascrivere la lingua berbera si devono alle spedizioni coloniali francesi[1] e all'opera missionaria in Nordafrica, in particolare a quella dei Padri Bianchi. Le autorità francesi cercarono di implementare la romanizzazione scritta per le lingue parlate in Nordafrica. Il tentativo non ebbe molto seguito per quanto riguardasse i dialetti arabi, ma la lingua berbera si mostrò più ricettiva, non avendo ancora sviluppato un'estesa tradizione letteraria.[1]
Il testo Lsas n-Ddin del 1920 fu uno dei primi libri scritti nella variante cabila del berbero. Se in seguito l'opera dei Padri Bianchi fu soprattutto volta alla pubblicazione di testi linguistici ed etnografici raccolti presso le popolazioni locali (il Fichier de Documentation Berbère), non mancarono produzioni "originali" di questo stesso tipo ad uso dei convertiti. Per esempio, una raccolta di canti per bambine, Avette chante (1955), è divisa in due parti, una con canti in francese e l'altra con Chnawi s teqbaylit ("canzoni in cabilo", peraltro, questi testi sembrano opera, almeno in gran parte, di autrici berbere).
Vi è un acceso dibattito su quale alfabeto implementare per la trascrizione della lingua berbera. La maggior parte degli attivisti favorisce la versione berbera dell'alfabeto latino, in quanto essa assicurerebbe un maggiore e più efficiente sviluppo e diffusione della lingua berbera nelle scuole, nelle amministrazioni e su internet.[2] Una minoranza preferisce invece l'alfabeto neo-tifinagh. Le organizzazioni di stampo arabo ed islamico propongono invece una versione dell'alfabeto arabo, reputando l'alfabeto berbero latino una possibile fonte di rafforzamento della lingua berbera a discapito di quella araba, nonché di un avvicinamento di essa al mondo occidentale.[3] Quest'ultima alternativa, è rigettata dalla stragrande maggioranza della comunità intellettuale berbera, che vuole sottolineare il proprio distacco dalla cultura araba.
Nel 2003, il sovrano marocchino Mohammed VI approva la decisione dell'Institut Royal de la Culture Amazighe (IRCAM) al ricorso all'alfabeto neo-tifinagh come unica alternativa per trascrivere la lingua berbera in Marocco. La decisione dell'IRCAM generò un profondo disappunto in gran parte degli attivisti berberi, che videro in questa scelta, un modo di neutralizzare la lingua berbera e di prevenirne lo sviluppo culturale e letterario.
Grafi
[modifica | modifica wikitesto]L'alfabeto berbero latino consiste di trentaquattro lettere:
- 23 lettere comuni all'alfabeto latino.
- 10 lettere latine modificate: Č Ḍ Ɛ Ǧ Ɣ Ḥ Ṛ Ṣ Ṭ Ẓ.
- La labializzazione "ʷ" è usualmente aggiunta da alcuni scrittori, dando origine ai seguenti grafemi: gʷ, kʷ, ɣʷ, nʷ, qʷ e xʷ. Tuttavia, queste non sono considerate lettere indipendenti dell'alfabeto.
Lettere maiuscole A B C Č D Ḍ E Ɛ F G Ǧ Ɣ H Ḥ I J K L M N Q R Ṛ S Ṣ T Ṭ U W X Y Z Ẓ Lettere minuscole a b c č d ḍ e ɛ f g ǧ ɣ h ḥ i j k l m n q r ṛ s ṣ t ṭ u w x y z ẓ
I nomi e le parole straniere vengono mantenuti nella loro forma originale, anche se dovessero contenere lettere come: O, P, V, Ü, ß, Å, ecc.
Tabella principale
[modifica | modifica wikitesto]La seguente tabella mostra le lettere latino-berbere ed i loro equivalenti in alfabeto neo-tifinagh[4] ed in quello arabo (la pronuncia è scritta con l'Alfabeto fonetico internazionale AFI):
Lettera | Lettera Neo-tifinagh corrisp. | Lettera araba corrisp. | Trascrizione in AFI | Descrizione |
---|---|---|---|---|
A a | ⴰ | أ / ا | [æ] | "A" come nell'inglese bad |
B b | ⴱ | ب | [β] | come nello spagnolo: "B" o "V" intervocalici |
C c | ⵛ | ش | [ʃ] | SC di sci |
Č č | ⵞ | تش | [t͡ʃ] | C di ciao |
D d | ⴷ | د / ذ | [d] o [ð] | D di dado oppure "th" come nell'inglese this |
Ḍ ḍ | ⴹ | ض | [ðˤ] | |
E e | ⴻ | [ə] | ||
Ɛ ɛ | ⵄ | ع | [ʕ] | come nell'arabo ‘ayn |
F f | ⴼ | ف | [f] | F di faro |
G g | ⴳ | گ | [ɡ] | G di gatto |
Ǧ ǧ | ⴵ | دج | [d͡ʒ] | G di gelato |
Ɣ ɣ | ⵖ | غ | [ɣ] | "g" come nello spagnolo haga |
H h | ⵀ | هـ | [h] | "h" come nell'inglese hello |
Ḥ ḥ | ⵃ | ح | [ħ] | "ḥ" come nell'arabo Muḥammad |
I i | ⵉ | ي / ِ | [i] | I di ciliegia |
J j | ⵊ | ج | [ʒ] | come nell'inglese television |
K k | ⴽ | ک | [k] | "ch" come nel tedesco ich |
L l | ⵍ | ل | [ɫ] | L di lingua |
M m | ⵎ | م | [m] | M di mano |
N n | ⵏ | ن | [n] | N di naso |
Q q | ⵇ | ق | [q] | come nell'arabo qaf |
R r | ⵔ | ر | [r] | R di rana |
Ṛ ṛ | ⵕ | ر | [rˤ] | |
S s | ⵙ | س | [s] | S di sano |
Ṣ ṣ | ⵚ | ص | [sˤ] | |
T t | ⵜ | ت / ث | [t] o [θ] | T di toro |
Ṭ ṭ | ⵟ | ط | [tˤ] | |
U u | ⵓ | و / ُ | [ʊ] | U di uva |
W w | ⵡ | وْ | [w] | U di squillo |
X x | ⵅ | خ | [χ] | come nello spagnolo "j" |
Y y | ⵢ | يْ | [j] | I di iato |
Z z | ⵣ | ز | [z] | S di asino |
Ẓ ẓ | ⵥ | ژ | [zˤ] |
Spesso, molti scrittori tendono ad omettere le particolarità fonetiche tipiche di certe regioni. Ad esempio, il termine rifano "učma"("sorella") è spesso trascritto come "ultma", come pronunciato negli altri dialetti.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Writing Berber Languages: a quick summary, su geocities.com. URL consultato il 23 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2005).
- ^ Professor Chaker Speaks Out on the Tifinagh Script Issue, su tamazgha.fr. URL consultato il 23 settembre 2018.
- ^ Le Matin DZ, DEBAT : De la graphie arabe pour tamazight ?, 21 agosto 2010. URL consultato il 23 settembre 2018.
- ^ Initiation à la langue amazighe", 2004, p.14.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Initiation à la langue amazighe (PDF), IRCAM, 2004. URL consultato il 19 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2011).
- Tira n Tmaziɣt: Propositions pour la notation usuelle à base latine du berbère (Atelier du 24–25 juin 1996; synthèse des travaux par Salem Chaker) (PDF), in Études et documents berbères, INALCO, CRB, 1997, p. 14.
- Kamal Nait-Zerrad, Grammaire moderne du kabyle, tajerrumt tatrart n teqbaylit, Éditions KARTHALA, 2001, ISBN 978-2-84586-172-5.
- Lameen Souag, Writing Berber Languages: a quick summary, L. Souag, 2004. URL consultato il 23 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2005).
- Mouloud Mammeri, Précis de grammaire berbère, Parigi, Awal, 1988, ISBN 2906659002.