Alessandro Rosi

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Autoritratto

Alessandro Rosi (Firenze, 28 dicembre 1627Firenze, 1697) è stato un pittore italiano del periodo barocco.

Vita

Alessandro Rosi fu allievo di Cesare Dandini, i testi antichi non riportano molto sulla vita e le opere di questo pittore seicentesco, si sa che fu maestro di Alessandro Gherardini e che dal 1677 diresse l'Arazzeria Medicea.

Il Gabburri, l'unico che scrisse un cenno della sua biografia nelle sue Vite dei Pittori dice che:

«dipinse di gran macchia e rilievo e, pure non ostante, comparve tenero, vago e finito, si a olio come a fresco [...] fu di umore lieto e faceto e maestro di Alessandro Gherardini»

I suoi quadri, seppure non in gran numero, sono sparsi per la Toscana. Un San Francesco si trova, sempre per il Gabburri, nel Duomo di Prato e alcuni affreschi nella Galleria Corsini. Dipinse anche per la corte medicea di Cosimo II. Ferdinando II de' Medici gli ordinò due quadri con rappresentati baccanali. E dal 1677 lavorò per l'arazzeria dove lasciò molte testimonianze per aver disegnato cartoni per gli arazzi.

Morì a 70 anni per un curioso incidente, travolto da una colonna caduta da una casa, mentre passava per Via Condotta a Firenze.

Opere

Santa Maria Maddalena de' Pazzi, Museo di Chambery

Di Alessandro Rosi non abbiamo molte tele, un suo Autoritratto fu inciso da Pietro Antonio Pazzi, collaboratore di Giovanni Domenico Campiglia (che raccolse in un suo libro di incisioni i ritratti dei maggiori pittori italiani). Il suo stile fu definito negromantico, molte delle sue opere di questo carattere gli sono state riconosciute recentemente, in quanto confuse con quelle di Sigismondo Coccapani.

La maggior parte delle sue tele sono diffuse nelle chiese della città di Prato.

Firenze, in quel periodo, fu travolta dall'ondata degli imitatori di Pietro da Cortona, anche se la scuola del Dandini avvicinò il Rosi forse alla svolta coloristica di Luca Giordano e i suoi affreschi di Palazzo Medici Riccardi. Il suo stile ricalcò quello del barocco fiorentino con atmosfere melodrammatiche e talvolta anche con un erotismo di fondo nonostante le rappresentazioni di carattere, più che altro, sacro. Le sue sante in estasi ricordano molto i Dandini, sia Cesare che Vincenzo, ed anche Cecco Bravo, le atmosfere sono oscure come quelle del tardo caravaggismo. Dei critici moderni hanno anche ipotizzato un suo soggiorno a Roma.

Bibliografia

  • Elisa Acanfora, Alessandro Rosi, Edifir, Firenze 1994.
  • R.Contini, Sulle spartizioni del Coccapani: Alessandro Rosi e Luciano Borzone in Paradigma 9 - Studi per Piero Bigongiari in onore dei suoi 75 anni, Firenze 1990