Ahmad bin Salman Al Sa'ud

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Aḥmad bin Salmān Al Sa'ud
Principe dell'Arabia Saudita
Stemma
Stemma
Nome completoAḥmad bin Salmān bin ʿAbd al-ʿAzīz Al Saʿūd
NascitaRiad, 17 novembre 1958
MorteRiad, 22 luglio 2002 (43 anni)
SepolturaCimitero al-'Ud, 23 luglio 2002
DinastiaDinastia Saudita
PadreSalman dell'Arabia Saudita
MadreSultana bint Turki Al Sudairi
ConsorteLamia bint Mish'al bin Sa'ud Al Sa'ud
FigliPrincipessa Najla
Principessa Lina
Principessa Aliya
Principessa Yasmin
Principe Faysal
ReligioneIslam sunnita
Aḥmad bin Salmān Al Sa'ud
NascitaRiad, 17 novembre 1958
MorteRiad, 22 luglio 2002
Luogo di sepolturaCimitero al-'Ud
ReligioneIslam sunnita
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Arabia Saudita Arabia Saudita
Forza armataRegia aeronautica militare saudita
Anni di servizio? - 1985
GradoUfficiale
Altre caricheImprenditore
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Aḥmad bin Salmān Āl Saʿūd (in arabo أحمد بن سلمان بن عبد العزيز آل سعود?; Riad, 17 novembre 1958Riad, 22 luglio 2002) è stato un militare e imprenditore saudita, membro della famiglia reale Al Saʿūd.

Primi anni di vita e formazione[modifica | modifica wikitesto]

Il principe Ahmad è nato a Riad il 17 novembre 1958[1][2] ed è il secondo figlio di re Salman. Sua madre era Sultana bint Turki Al Sudairi, morta a 71 anni nel luglio 2011.[3] Era la figlia dello zio di Salman, Turki bin Ahmad Al Sudairi,[4] che è stato in precedenza governatore della Provincia di Asir.[5] Ahmad bin Salman era fratello germano dei principi Fahd, Sultan, Abd al-Aziz, Faysal e della principessa Hassa (nata nel 1974).[6][7]

Il principe inizialmente ha studiato alla Colorado School of Mines.[8] In seguito, si è laureato presso l'Accademia Militare di Wentworth.[8] Dopo la laurea, tornato in patria, è entrato nella Regia aeronautica militare saudita.

Più tardi, ha continuato gli studi negli Stati Uniti e ha frequentato l'Università della California, Irvine,[1][2] dove ha studiato cultura comparata e si è laureato nei primi anni '80.[9][10]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

In Arabia Saudita, dopo una permanenza nelle forze armate, si è dedicato all'imprenditoria.[11] Dopo aver abbandonato la carriera militare, nel 1985, ha fondato la ASAS, una società specializzata nella manutenzione e negli appalti.[8] Nel 1989, è diventato presidente del Gruppo saudita di ricerca e marketing (SRMG),[8][12] un'azienda operante nel campo dei media, con sede a Riad e Gedda e filiali a Londra[2] e Washington.[13] Il principe Ahmad ha acquistato l'80% del quotidiano, Asharq Al-Awsat, pubblicato dal gruppo.[14]

SRMG è la più grande società di media del Medio Oriente.[15] Quando il principe ha rilevato l'azienda, questa valeva 90 milioni di dollari. Alla sua morte, l'attività aveva un valore di quasi 533 milioni di dollari.[16] Dopo la sua morte il fratello Faysal è diventato presidente della SRMG.[14]

Coinvolgimento nelle corse di cavalli[modifica | modifica wikitesto]

Ahmed bin Salman ha iniziato l'attività ippica con il suo amico del college Richard Mulhall che gli faceva da addestratore di cavalli e, infine, suo direttore delle operazioni di gara.[2] Inizialmente, ha comprato un stallone grigio di nome Jumping Hill.[10] Quindi, il principe Ahmad ha iniziato a correre sotto il nome di Universal Stable fino al 1994.[2] In seguito, ha creato la Thoroughbred Corporation[1] ed è diventato il partner principale di questa azienda.[2] Nel 1999, Ahmad ha vinto il Derby di Epsom con il purosangue Oath.[1] Nel 2001, ha vinto il Preakness e Belmont Stakes con il cavallo Point Given.[17] Nel maggio 2002, ha vinto il Kentucky Derby con War Emblem, ciò lo ha reso il primo proprietario di cavallo arabo a vincere questa gara.[1][16] War Emblem era stato venduto al principe Ahmad appena tre settimane prima della gara, dopo che aveva vinto il Derby dell'Illinois. Il prezzo del cavallo era di 900 000 dollari.[16] Suo fratello Faysal, gli è succeduto come capo della Thoroughbred Corporation.[18][19]

Ahmed possedeva anche alcune cavalle da corsa in Spagna.[2][17] Egli è uno dei soli quattro uomini ad aver gareggiato e vinto nel Kentucky Derby e nel Derby di Epsom. Gli altri sono John W. Galbreath, Michael Tabor, e Paul Mellon.[1]

Altre posizioni[modifica | modifica wikitesto]

Ahmad bin Salman è stato nominato segretario generale della Società di beneficenza Principe Fahd bin Salman per la cura dei pazienti renali e membro del consiglio di amministrazione dell'ufficio di beneficenza alla morte del fratello maggiore Fahd nel 2001.[20]

Vita personale[modifica | modifica wikitesto]

Il principe Ahmad era sposato con Lamia bint Mish'al, figlia di Mish'al bin Sa'ud.[13][21] Ha avuto quattro figlie e un figlio.[22] La sua famiglia possiede il tre per cento del Gruppo saudita di ricerca e marketing.[15]

Morte e funerale[modifica | modifica wikitesto]

Ahmad bin Salman è morto per infarto a Riad il 22 luglio 2002, all'età 43 anni.[23] Le preghiere funebri si sono tenute il giorno successivo nella moschea Imam Turki bin Abd Allah di Riyad, la salma è stata poi sepolta nel cimitero al-'Ud della città.[24][25][26] Suo cugino, Sultan bin Faysal bin Turki bin Abd Allah, fratello di Abd Allah bin Faysal, è rimasto ucciso in un incidente d'auto mentre si recava nella capitale per partecipare alle preghiere funebri per il principe Ahmad. Sultan è stato quindi sepolto con Ahmad.[25][27]

Presunto coinvolgimento negli attentati dell'11 settembre[modifica | modifica wikitesto]

In Why America Slept (2003), il giornalista investigativo Gerald Posner ha affermato che Ahmad bin Salman aveva avuto legami con Al-Qaida ed era a conoscenza della preparazione degli attentati dell'11 settembre 2001. La storia è stata fortemente negata dalla sua famiglia, che ha sostenuto che il principe ammirava gli Stati Uniti, avendo trascorso molto tempo nella sua residenza di Bradbury (California) e investito molto nel settore corse delle corse di cavalli. I suoi amici delle corse hanno dichiarato che in base alla loro conoscenza di lui e dei suoi atteggiamenti era impossibile credere alle accuse.[28]

Eredità[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2004, Faysal bin Salman ha annunciato che sarebbe stato fondato l'Istituto per le Applicazioni dei Media "Principe Ahmad bin Salman", per favorire la formazione dei giornalisti.[29]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Prince Ahmed bin Salman 1958 - 2002, in About.com, 23 luglio 2002. URL consultato il 19 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2012).
  2. ^ a b c d e f g Prince Ahmed bin Salman 1958 - 2002, in Horse Races. URL consultato il 23 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2012).
  3. ^ Princess Sultana bint Turki Al Sudairy dies, in Arab News, 1º agosto 2011. URL consultato il 4 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2012).
  4. ^ Sultana, wife of Riyadh Emir, passes away, in Saudi Gazette, 3 agosto 2011. URL consultato il 26 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2013).
  5. ^ Sultana bint Ahmad bin Muhammad Al Sudairi, in Datarabia. URL consultato l'8 maggio 2012.
  6. ^ Kingdom mourns loss of princess, in The Siasat Daily, 3 agosto 2011. URL consultato il 26 maggio 2012.
  7. ^ Family Tree of Salman bin Abdulaziz bin Abdul Rahman Al Saud, in Datarabia. URL consultato il 1º maggio 2012.
  8. ^ a b c d Prince Ahmad ibn Salman passes away, in Arab News, 23 luglio 2002. URL consultato il 16 luglio 2012.
  9. ^ David Wharton, A Charming Prince Is Lost, in Los Angeles Times, 23 luglio 2002. URL consultato il 23 maggio 2012.
  10. ^ a b Joe Drape, Horse racing; A Prince's Passion finally Pays Off, in The New York Times, 18 maggio 2002. URL consultato il 23 maggio 2012.
  11. ^ Sabri Sharaf, The House of Saud in Commerce: A Study of Royal Entrepreneurship in Saudi Arabia, Sharaf Sabri, 2001, p. 142, ISBN 978-81-901254-0-6. URL consultato il 2 aprile 2013.
  12. ^ Abdul Bari Atwan e Jihad Khazen, In the Saudi pocket, in Index on Censorship, vol. 25, n. 2, 1996, pp. 50–55, DOI:10.1080/03064229608536032.
  13. ^ a b Ray Paulick, Profile of an Owner: Prince Ahmed bin Salman, in Blood Horse, 9 agosto 2001. URL consultato il 23 maggio 2012.
  14. ^ a b William A. Rugh, The Arab Mass Media: Newspapers, Radio, and Television in Arab Politics, Greenwood Publishing Group, 2004, p. 169, ISBN 978-0-275-98212-6. URL consultato il 26 febbraio 2013.
  15. ^ a b İdeological and ownership trends in the Saudi media, in Wikileaks, 11 maggio 2009. URL consultato il 1º maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 16 gennaio 2013).
  16. ^ a b c Saudi prince, a top owner o racehorses, in Pittsburgh Post-Gazette, 23 luglio 2002. URL consultato il 14 settembre 2012.
  17. ^ a b Ahmed bin Salman bin Abdulaziz, in Chicago Tribune, 28 luglio 2002. URL consultato il 23 maggio 2012.
  18. ^ Kristin Ingwell Goode, Prince Faisal Salman to Head Thoroughbred Corporation, in Blood Horse, 1º agosto 2002. URL consultato il 19 aprile 2013.
  19. ^ David Lawrence, Faisal to step into the breach, in The Racing Post, London, 1º agosto 2002. URL consultato il 19 aprile 2013.
  20. ^ Prince Ahmad named secretary-general of Prince Fahd charity, in Arab News, 31 luglio 2001. URL consultato il 24 maggio 2012.
  21. ^ Family Tree of Ahmad bin Salman bin Abdulaziz Al Saud, in Datarabia. URL consultato il 1º maggio 2012.
  22. ^ Etab Noor, Prince Ahmad: A force behind Arab media, in Arab News, Riyadh, 7 agosto 2013. URL consultato il 9 agosto 2013.
  23. ^ Saudis Mourn 2 Princes, in The New York Times, 24 luglio 2002. URL consultato il 23 maggio 2012.
  24. ^ Abdullah =Al Oraifij, Sultana, wife of Riyadh Emir, passes away, in Saudi Gazette, 3 agosto 2011. URL consultato il 9 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2013).
  25. ^ a b John R. Bradley, Prince Ahmed's cousin killed on way to funeral, in USA Today, AP, 23 luglio 2002. URL consultato il 9 agosto 2012.
  26. ^ Prince dies in car crash on way to Ahmad’s funeral, in Arab News, 24 luglio 2002. URL consultato il 14 agosto 2012.
  27. ^ Second tragedy strikes Saudi Royal Family, in Lewiston Morning Tribune, Riyadh, AP, 24 luglio 2002. URL consultato il 19 agosto 2012.
  28. ^ Michael O'Keeffe, War Emblem owner dead but 9-11 rap has life of its own, in NY Daily News, 23 maggio 2004. URL consultato il 1º maggio 2012.
  29. ^ Prince Ahmad Institute for Media Training Set Up, in Arab News, 1º novembre 2004. URL consultato il 21 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2012).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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