Abbazia di San Giusto a Tuscania

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Abbazia di San Giusto
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàTuscania
Coordinate42°23′09″N 11°52′29″E / 42.385833°N 11.874722°E42.385833; 11.874722
Religionecattolica
TitolareSan Giusto
OrdineCistercense
Diocesi Viterbo
Consacrazione1146
Sconsacrazione1460
Stile architettonicoromanico
Inizio costruzione1140 Ca.
Completamento1460
Sito webwww.abbaziadisangiusto.it

L’abbazia di San Giusto a Tuscania è un'abbazia cistercense posta nella valle del fiume Marta a circa 4 km a sud di Tuscania, provincia di Viterbo, Italia[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

In tempi più antichi la valle del fiume Marta venne abitata da Etruschi e Romani, mentre il primo monastero attestato nel luogo fu una pieve benedettina (menzionata in alcuni documenti del secolo X) che venne abbandonata alla metà del secolo XII.[1][2]. L'Abbazia cistercense di Fontevivo (vicino a Parma), figlia dell'abbazia madre di Clairvaux (Francia), inviò il 26 luglio 1146 un gruppo di monaci per insediarsi, data confermata dalle Decretali di Papa Onorio III (1216-1227)[1]. Il 2 aprile 1178 durante l'abbaziato dell'abate Donato, Papa Alessandro III (1159-1181) accordò considerevoli privilegi e protezione apostolica abbati monasterii Sancti Iusti prope Tuscanellam ordinis Cistercensis ("all'abate dell'abbazia cistercense di San Giusto vicino a Tuscania").[1] Successivamente, le relazioni tra San Giusto e Fontevivo s'inasprirono, e il Capitolo Generale dell'Ordine cistercense condannò l'abate di San Giusto per irregolarità.[1] La condanna venne ripetuta nel Capitolo Generale del 1202, quando l'abate di San Giusto venne deposto per presunte mancanze nella disciplina monastica.[1][3] In seguito, San Giusto venne posto sotto il controllo prima dell'abbazia cistercense di Casamari e poi di S. Anastasio, abate di Aquas Salvias, meglio nota come l'abbazia delle Tre Fontane, da una Bolla pontificia (1255) di Papa Alessandro IV (1254-1261).[1] In quest'epoca, e fino al XIV secolo, San Giusto sembra avere ancora abati, fino a quando l'abbazia venne definitivamente soppressa nel 1460; successivamente i suoi edifici caddero in rovina.[2]

Restauro[modifica | modifica wikitesto]

Alla metà degli anni novanta Mauro Checcoli, ingegnere bolognese e campione olimpico, comprò l'abbazia da un pastore.[4] Dopo un lungo lavoro di ricostruzione archeologica e filologica, ha restaurato il monastero riportandolo all'antico splendore.[5]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista architettonico, San Giusto è un tipico monastero cistercense della metà del XII secolo, con chiesa, torre, chiostro, sala capitolare, parlatorio, scriptorium, refettorio, cellarium, e due dormitori per i monaci e i conversi[2] , per circa 20-24 monaci e 20-24 conversi.[2] La chiesa è oggi divisa in tre sezioni: un presbiterio per i monaci vicino all'altare, una sezione intermedia per i conversi, e una terza sezione, vicina al portale, per gli ospiti, i pellegrini e i malati.[2] Sono stati rinvenute nella chiesa le tracce di un edificio più antico, probabilmente la pieve benedettina prima citata, su cui è stata costruita la chiesa cistercense; gli scavi archeologici hanno evidenziato anche due grandi fornaci per la fusione delle campane della torre, oggi coperte da cristalli, nel pavimento.[2] Il portale della chiesa porta l'iscrizione in marmo: Rainerius levita et monach(us) hoc opus fieri iussit temporibus domini Alberici humilis abbatis ("Il diacono e monaco Rainerio ha ordinato che si costruisse quest'opera al tempo del signore Alberico, umile abate").[1][6]

Uso corrente[modifica | modifica wikitesto]

Oggi, presso l'abbazia, si trova un Bed & Breakfast e presso i locali dell'antico monastero vengono realizzati eventi, seminari e matrimoni.[4] La famiglia Checcoli gestisce un'azienda agricola biologica che produce oli essenziali di lavanda e di elicriso, raccolti dai campi situati lungo la valle del Marta.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h E. Battisti, L'abbazia di San Giusto presso Tuscania, in Studi Medievali, vol. 17, 1951, pp. 337–347.
  2. ^ a b c d e f G. Viti, Architettura cistercense: Fontenay e le abbazie in Italia dal 1120 al 1160, Florence, Casamari, 1995, pp. 279–283, ISBN 978-88-86445-00-9.
  3. ^ G. Mariotti, L'abbazia di Fontevivo nel Parmigiano e l'unica sua figlia: l'abbazia di S. Giusto presso Tuscania, Archivio Storico della Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi, 1927, 27: 75–188.
  4. ^ a b Floez Akademie
  5. ^ Mario Moretti, Archeologia in Etruria Meridionale: Atti delle giornate di studio in ricordo di Mario Moretti, Civita Castellana 14-15 novembre 2003, 2006, L'Erma di Bretschneider, p. 149. ISBN 978-8882653651
  6. ^ B. G. Bedini - "S. Giusto di Tuscania" - 1987

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