Antonia Ciasca: differenze tra le versioni

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Ha diretto anche alcune missioni topografiche in [[Tunisia]] ed in [[Algeria]], identificando in particolare il sito di [[Capo Bon]].
Ha diretto anche alcune missioni topografiche in [[Tunisia]] ed in [[Algeria]], identificando in particolare il sito di [[Capo Bon]].

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Antonia Ciasca

Antonia Ciasca (Melfi, 21 maggio 1930Roma, 1º marzo 2001) è stata un'archeologa italiana, studiosa della civiltà fenicia e punica e dei popoli del Mediterraneo.

Biografia

Nata a Melfi, in Basilicata, era figlia del senatore e storico Raffaele Ciasca e della scrittrice Carolina Rispoli: con loro si trasferì prima a Genova e poi a Roma durante la guerra, a causa del cambio di cattedra del padre.

Studi

Presso l'Università "La Sapienza" di Roma conseguì una laurea in Etruscologia con Massimo Pallottino, collaborando anche agli scavi presso la città di Pyrgi, vicino Roma. Divenne prima assistente di Filologia Semitica con Sabatino Moscati, ed in seguito istituì la prima[senza fonte] cattedra italiana di Antichità Puniche nella stessa università. Insegnò anche presso la Scuola di Specializzazione, e collaborò al Centro per le Antichità del Vicino Oriente Antico, scrivendo anche sul periodico accademico Oriente Antico; fu anche direttrice della Rivista di Studi Fenici.

Scavi

Parte attiva del centro di ricerche del Vicino Oriente presso la Sapienza, aprì il primo scavo in Israele nel 1959. Inoltre per prima[senza fonte] si interessò a Malta, iniziando per la prima volta degli scavi archeologici presso l'arcipelago maltese: nel 1963 diede vita agli scavi di Tas Silg, partecipandovi personalmente per sei anni, di cui si ricorda la scoperta del tempio dedicato ad Astarte; qui riprese gli scavi nel 1998.

Nel 1964 iniziò la prima[senza fonte] [1]campagna di scavo presso il tofet dell'isola di Mozia, nei pressi della costa marsalese. Nel 1975 partecipò anche agli scavi di Tharros (i risultati sono pubblicati in Rivista di Studi Fenici III). Nello stesso anno a Mozia lasciò lo scavo del tofet concentrandosi sul tratto delle mura urbane, che la coinvolse fino al 1992.

Ha diretto anche alcune missioni topografiche in Tunisia ed in Algeria, identificando in particolare il sito di Capo Bon.

Le attività di scavo di Antonia Ciasca sono state riprese dalla Missione archeologica a Mozia dell'Università di Roma "La Sapienza" dal 2002 sotto la direzione di Lorenzo Nigro.

Fondo Ciasca

I parenti della Ciasca, in seguito alla sua scomparsa, hanno deciso di donare tutto il patrimonio librario raccolto dall'archeologa durante tutti i suoi studi. Al momento il "Fondo Ciasca" occupa parte della sede Dipartimento di Scienze dell'Antichità della Sapienza, ed è gestito dalla Missione archeologica a Mozia, diretta da Lorenzo Nigro.

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN52743100 · ISNI (EN0000 0001 1472 6804 · SBN CFIV117539 · LCCN (ENnr90015010 · GND (DE128512547 · J9U (ENHE987007293027005171
  1. ^ Luciana Drago Troccoli, Scavi e ricerche archeologiche dell'Università di Roma La Sapienza, Roma, "l'Erma" di Bretschneider, 1998, p. 207, ISBN 88-8265-015-4.