383º Battaglione costiero

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383º Battaglione Costiero
Descrizione generale
Attiva15 novembre 1941 - 10 luglio 1943
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Servizio Regio Esercito
TipoBattaglione
Dimensione600 uomini (1943)
Battaglie/guerreSeconda guerra mondiale:
Parte di
1943: 123º Reggimento fanteria
Comandanti
Degni di notaTen. col. Francesco Milazzo
Note inserite nel testo
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Il 383º battaglione costiero fu un battaglione di fanteria del Regio Esercito durante la seconda guerra mondiale, comandato dal tenente colonnello Francesco Milazzo (Medaglia d’Argento al Valor Militare)[1], era schierato tra Punta Secca e la foce del fiume Irminio, ed aveva sede a Santa Croce Camerina.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il 383º Battaglione era inquadrato all'interno del 123º Reggimento fanteria con comando a Scicli, comandante col. Giuseppe Primaverile.

Il battaglione contava 600 uomini divisi in quattro compagnie e un plotone ciclisti.

La difesa della zona consisteva in:

  • Posto di blocco 451 tra Santa Croce Camerina e Punta Secca equipaggiato con un pezzo da 47/32 Mod. 1935
  • Posto di blocco 452 (o Posto di Blocco Villa Criscione) sul quadrivio RagusaMarina di RagusaScicliSanta Croce Camerina equipaggiato con un pezzo da 47/32 Mod. 1935 comandato dal tenente Sajia
  • Caposaldo Cozzo Cappello, ad est di Santa Croce Camerina, dove era schierata la 73ª batteria su quattro pezzi da 149/35 (25º gruppo art.), comandato dal capitano Guglielmo Tarro
  • Caposaldo Comitini composto da 22 uomini comandati dal capitano Serra (Medaglia di Argento)[3]
  • Caposaldo Camemi composto un plotone di quindici soldati appartenenti alla 511ª Compagnia Mitraglieri, comandati dal tenente piemontese Giunio Sella (Medaglia di Argento)[4], con compito di difesa anti-sbarco.
  • Un pezzo da 75/27 non inquadrato in batteria era piazzato in funzione anti-sbarco e anticarro a Punta Secca.

Durante lo sbarco in Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

Nelle prime ore del 10 luglio 1943, un gruppo di uomini della 101ª divisione aviotrasportata si paracadutò sulle campagne ragusane ed iniziarono ad attaccare le postazioni difensive alle spalle, cogliendo di sorpresa gli italiani che invece si aspettavano l'arrivo del nemico dal mare. I soldati italiani non poterono nulla con i moschetti della prima guerra mondiale in loro dotazione rispetto alle armi automatiche degli americani.

Alle spalle della prima linea italiana, nel frattempo, operavano gruppi di paracadutisti americani. A Santa Croce Camerina, all’interno di Capo Scalambri, il comando del 383º Battaglione Costiero (tenente colonnello Milazzo), rinforzato dai carabinieri del Comando Stazione e da una quindicina di volontari civili, uccisero o catturarono diversi nemici. Verso il paese era diretto il 157º gruppo tattico reggimentale del colonnello Anckorn, forte anche di alcuni carri armati del 753º battaglione corazzato.

Alle 07:30 i paracadutisti ingaggiarono uno scontro con il Caposaldo Camemi (Battaglia di Camemi) e con il Caposaldo Comitini che furono sommersi dopo un’accanita resistenza.

Ma con l'arrivo della luce del giorno, attraverso la SP25, giunse la colonna "Cent" della 45th Infantry Division (United States Army), sbarcata sulle spiagge tra Scoglitti e Punta Braccetto, che superato il Caposaldo di Case Camemi si diresse verso Ragusa imbattendosi nel Posto di Blocco 452. I militari del posto di blocco pur disponendo di scarso equipaggiamento (due mitragliatrici, un pezzo anticarro ed alcuni moschetti residuati della Prima Guerra Mondiale) non si diedero alla fuga ma si batterono con valore, pur consci che ben poco avrebbero potuto fare contro i carri armati che invece disponevano gli americani. Invano fu il tentativo di invio dei rinforzi da parte del Colonnello Primaverile (comandante del 123º Reggimento fanteria) che furono spazzate via dal fuoco nemico. Anche gli aiuti richiesti dal Distretto Militare di Ragusa per allentare la pressione, una cinquantina di uomini comandati da un Capitano, non raggiunsero mai la postazione perché s'imbatterono con i loro camion in altre truppe americane con le quali si scontrarono subendo perdite. I militari del Posto di Blocco 452 mantennero la postazione fino alle 13:00.

Nel pomeriggio il comandante del 383º battaglione costiero decise la ritirata verso nord. Alle 15:45 entrarono nel centro abitato gli americani.

Intorno alle 18:00 un gruppo di paracadutisti americani del 2º battaglione del 506. Reggimento di fanteria paracadutista occupò Marina di Ragusa, poco ad est di Capo Scalambri (Punta Secca), attestandosi nel villaggio in attesa di riunirsi con l’avanzante 45th Infantry Division (United States Army). Nello stesso momento caddero pure il caposaldo di Punta Secca e il Posto di Blocco 451, che era stato rinforzato dal personale della Regia Marina del posto.

Alle 19:00, dopo vivace lotta, fu ridotta al silenzio da tiri navali aggiustati da aerei, la 73ª batteria da 149/35. Il caposaldo di Cozzo Cappello, di cui faceva parte la batteria, fu espugnato, però, solo alle 11:00 della mattina successiva.

Ricordo dei caduti[modifica | modifica wikitesto]

Il 19 maggio 2018 fu posta una lapide in memoria del Capitano Vincenzo Maria Giuseppe Serra e dei soldati del 383º Battaglione Costiero comandato dal Tenente Colonnello Francesco Milazzo, a Santa Croce Camerina, presso la Villa Comitini, sulla strada comunale Santa Croce CamerinaPunta Secca (ex SP. 35).

Sulla lapide si legge:

"Alla memoria del Capitano Vincenzo Maria Giuseppe Serra e dei fanti del 383º Battaglione Costiero che in questi luoghi il 10 luglio 1943 sacrificarono valorosamente la vita per la Patria.

L'associazione Culturale Lamba Doria l'anno 2018 pose".

Si ricordano anche:

  • Alfio Abbate, caporale maggiore (Medaglia di Argento al valor militare)[5]
  • Rosario Granata, caporale maggiore (Medaglia di Argento al valor militare)[6]
  • Antonio De Franciscis, tenente fanteria complemento (Medaglia di Bronzo)[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Francesco Milazzo, Medaglia d'Argento (JPG), su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. URL consultato il 9 marzo 2023.
    «MILAZZO Francesco fu Salvatore e di Cavallaro Antonina, da Palermo, classe 1890, tenente colonnello, 383º battaglione costiero dedlla 206ª divisione. Comandante di un battaglione costiero, schierato a difesa su 15 Km, di fronte a mare, seppe infondere nei suoi reparti, scarsi di forza e di armamenti, il principio della resistenza in posto e della reazione controffensiva. Circondati i presidii il mattino successivo da più battaglioni appoggiati da tiro navale e che erano penetrati dal settore di altra grande unità laterale, dimostrò tenace valore, combattendo in posto, infliggendo serie perdite all'avversario, affondandogli mezzi navali e non desistendo dall'azione fino a che venne sommerso dalla preponderanza del numero degli attaccanti e dalla potenza del fuoco navale e terrestre. Sicilia, 8-10 luglio 1943.»
  2. ^ Domenico Anfora, La battaglia degli Iblei. 9-16 luglio 1943, Youcanprint, 24 maggio 2016, ISBN 978-88-926-0697-5. URL consultato il 9 marzo 2023.
  3. ^ Vincenzo Serra, Medaglia di Argento (JPG), su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. URL consultato il 10 marzo 2023.
    «SERRA Vincenzo fu Giuseppe e fu Massaro Teresa da Roccapalumba (Palermo), capitano fanteria complemento, 383* battaglione costiero del 123º fanteria (alla memoria).

    Mirabile animatore ed educatore dei suoi fanti costieri, seppe forgiare della sua compagnia un granitico strumento di guerra. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio, avvenuto lo sbarco avversario in Sicilia, e ricevuto l'ordine di resistere sul posto, si asserragliava con una ventina di uomini nel posto di blocco affidato al suo reparto e fino alle 10 del mattino teneva testa a più di centinaia di paracadutisti che circondavano il caposaldo. Rifiutava recisamente la resa che il nemico gli aveva più volte proposto e continuava a combattere armato egli stesso di fucile mitragliatore finche una raffica di mitragliatrice lo abbatteva. Luminoso esempio di fede e delle virtù eroiche del combattente italiano.

    Case Comitini (S. Croce Camerina), 9-10 luglio 1943»
  4. ^ Giunio Sella, Medaglia di Argento (JPG), su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. URL consultato il 10 marzo 2023.
    «SELLA Giunio fu Attilio e di Valeria Bosonotti, da Quarone Sesia (Vercelli), classe 1912, tenente complemento, 511º compagnia G.A.F., battaglione mitraglieri da posizione (alla memoria). Comandante di caposaldo nel settore di un battaglione costiero, con pochi uomini coraggiosi, fedele alla consegna di resistere ad ogni costo, ed animato dal più alto senso del dovere, circondato da soverchianti forze avversarie, resisteva ai ripetuti attacchi producendo vuoti sensibili all'attaccante finche colpito mortalmente immolava la sua nobile e giocane vita alla Patria. Ufficiale di elette virtù militari. Sicilia, 10 luglio 1943.»
  5. ^ Abbate Alfio, Medaglia di Argento (JPG), su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. URL consultato il 10 marzo 2023.
    «ABBATE Alfio di Nunzio e di Macula Vincenza, da Bronte (Catania), classe 1809, caporale maggiore, 123º reggimento costiero, CCCLXXXIII battaglione costiero (alla memoria). Comandante di postazione, in caposaldo già colpito in precedenza da proiettili di mortaio, con la propria mitragliatrice si spostava per infliggere da altra posizione adatta, perdite ai paracadutisti avversari in numero soverchiante, che cercavano di accerchiarlo. Non desisteva dalla lotta fino a quando veniva colpito a morte nell'adempimento al dovere. Esempio di preclari virtù militari. Sicilia, 10 luglio 1943.»
  6. ^ Rosaio Granata, Medaglia di Argento (JPG), su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. URL consultato il 26 marzo 2023.
    «GRANATA Rosario di Alfio e di Muni Francesca, da Caster di Judica (Catania), classe 192, caporal maggiore, 123º reggimento costiero. Addetto al plotone comando di un battaglione e comandante di postazione di un caposaldo; azionando egli stesso la sua mitragliatrice infiggeva sensibili perdite all'avversario che, superiore in forze tentava di accerchiare il caposaldo stesso. Ferito gravemente, si rifiutava di lasciare la sua arma; trasportato a forza al posto di medicazione, rammaricavasi di non poter ritornare sulla linea di combattimento. Coposaldo di S. Croce Camerina, 10 luglio 1943.»
  7. ^ Antonio De Franciscis, Medaglia di Bronzo (JPG), su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org. URL consultato il 26 marzo 2023.
    «DE FRANCISCIS Antonio di Vincenzo e di Fiorentino Carmela, da Noto (Siracusa), classe 1915, tenente fanteria complemento, 123º reggimento costiero. Comandante di plotone ciclisti, inviato di rinforzo col suo reparto ad un caposaldo importante, accerchiato da forze preponderanti, col suo coraggio e con l'esempio riusciva ad aprirsi il varco, concorrendo così validamente alla resistenza e difesa del caposaldo per circa 24 ore, fino ad esaurimento munizioni e viveri, producendo perdite sensibili all'avversario. S. Croce Camerina (Sicilia), 10 luglio 1943.»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Domenico Anfora, La battaglia degli Iblei, Youcanprint Self-Publishing, 2016, ISBN 9788892603318