Ghul: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Gul: specie di [[vampiro]] arabo e turchesco, maschio o femmina; si sposta con facilità fra cielo e terra e ama frequentare i cimiteri. <nowiki>[...]</nowiki> l'occupazione principale dei ghoul consiste nel battere le campagne, far abortire le donne incinte, succhiare il sangue dei giovani, divorare i cadaveri, urlare nel vento, aggirarsi fra i ruderi, gettare il malocchio, provocare sventure.|''Dictionnaire Infernal'' di [[Jaques Collin de Plancy]]}}
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Il termine '''gul''' o '''ghul''' ({{arabo|الغول|ghūl}}, variante di ''ghala'', catturare), passato tramite l'[[lingua inglese|inglese]] ''ghoul'', è un tipo di mostro delle credenze [[islam]]iche e del suo [[folclore arabo|folclore]]. Fu introdotto inizialmente nella lingua inglese dalla traduzione dei romanzi della ''[[Mille e una notte]]''.
Il termine '''gul''' o '''ghul''' ({{arabo|الغول|ghūl}}, variante di ''ghala'', catturare), noto anche come '''ghoul''' dal termine [[lingua inglese|inglese]], è [[mostro]] o [[Spirito (filosofia)|spirito]] del [[folclore arabo]] le cui origini predatano l'avvento dell'[[islam]]<ref name=Al-Rawi-45>{{Cita|Al-Rawi 2009b|p. 45|harv=s}}</ref>.


La stella [[Algol (astronomia)|Algol]] ha preso il nome da questa creatura<ref>{{Cita libro|autore=Piero Bianucci|titolo=Stella per stella. Guida turistica dell'universo|editore=Giunti|anno=1997|ISBN=88-09-02880-5|p=200}}</ref>.
Il gul, nella cultura arabo-islamica, è una creatura che vive nel [[deserto]], un [[demone]] [[mutaforma]] che può assumere l'aspetto di un animale, specialmente di [[iena]], ma anche di un essere umano. È il più crudele dei [[gin (mitologia)|ginni]] e, nel sentimento popolare, viene accusato di dissacrare le tombe e di nutrirsi della carne dei morti o dei bambini piccoli. Inoltre attira i viaggiatori nella vastità del deserto per ucciderli e divorarli.


== Etimologia ==
La stella [[Algol (astronomia)|Algol]] ha preso il nome da questa creatura.
Il termine "ghoul" deriva dall'arabo الغول ''ghul'', da "gha¯l" "afferrare" secondo l<nowiki>'</nowiki>''Oxford English Dictionary''<ref>{{cite web|url=http://www.etymonline.com/index.php?search=ghala&searchmode=none |title=Online Etymology Dictionary |publisher=Etymonline.com |date= |accessdate=2011-03-23}}</ref>, altre fonti però indicano che in realtà deriva sempre da "gha¯ " nel significato però di "uccidere"<ref>{{Cita libro|curatore=Caroline Joan S. Picart|curatore2=John Edgar Browning|titolo=Speaking of Monsters: A Teratological Anthology|p=61|editore=Palgrave Macmillan|anno=2012|ISBN=978-1-137-10149-5 |lingua=en|url=http://books.google.it/books?id=9dvFAAAAQBAJ&pg=PA61&ei=teEYU7K2Oqf9ygPxwIL4DA&ved=0CDcQ6AEwAQ#v=onepage|accesso=6 marzo 2014}}</ref><ref name=Al-Rawi-292>{{Cita|Al-Rawi 2009b|pp. 45-46|harv=s}}</ref>.


== Folclore arabo ==
== Gul nella narrativa moderna ==
La descrizione del gul nelle storie del folklore arabo sono spesso contradditorie, comunque nelle storie pre-islamiche è generalmente un mostro mutaforma di sesso femminile che abita i deserti e che intende danneggiare i viaggiatori<ref>{{Cita|Al-Rawi 2009b|p. 46|harv=s}}</ref>. Una delle possibili fonti di ispirazione per il concetto del gul potrebbe essere derivato dal contatto dei beduini arabi con le civiltà mesopotamiche ed essere stato influenzato dal demone [[gallu]], che rapì la divinità [[Impero di Akkad|accadica]] [[Tammuz (divinità babilonese)|Damuzi]] per portarla nel reame dei morti<ref name=Al-Rawi-45 />.
Nell'ambientazione dei romanzi di [[Howard Phillips Lovecraft|H.P. Lovecraft]], un ghul è il membro di una razza notturna sotterranea. I ghul di Lovecraft sono esseri umani che si trasformano in orripilanti umanoidi in seguito all'abitudine di cibarsi di cadaveri umani. Per quanto terrificanti, non sono [[mostro|mostri]] necessariamente malvagi; non uccidono (si limitano a cibarsi di chi è già morto) e in alcune storie sostengono conversazioni intelligenti con le persone normali. Richard Upton Pickman, un pittore di [[Boston]] che scompare in circostanze misteriose nella storia ''[[Il modello di Pickman]]'', riappare come ghul nel romanzo breve ''[[La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath]]''.

In conseguenza della popolarità di Lovecraft, molte altre opere moderne usano il termine gul riferendosi a creature umanoidi degenerate e [[cannibalismo|cannibali]].
In diversi detti attribuiti a [[Maometto]] compaiono i gul, come demoni o geni che rubano o fanno marcire il cibo e che li terrorizzano nei luoghi selvaggi, ma l'autenticità di questi racconti è messa in dubbio da diversi studiosi e secondo un [[hadíth]] riportato da [[Jabir ibn 'Abd Allah]] ne avrebbe negato l'esistenza «No 'gul', no
'adwâ', and no 'ṭayrrah'»<ref>{{Cita|Al-Rawi 2009b|p. 47-48|harv=s}}</ref> Comunque la credenza popolare in queste creature continuò a rimanere diffusa e ancora nel [[XVIII secolo|XVIII]] e [[XIX secolo]] ci sono testimonianze di viaggiatori occidentali che riportano storie che si possono far risalire ai ''gul''<ref>{{Cita|Al-Rawi 2009b|p. 48-54|harv=s}}</ref>.

== Gul in occidente ==
L'idea del gul come un abitatore dei cimiteri che si nutre di cadaveri si può far risalire alla versione delle ''[[Mille e una notte]]'' di [[Antoine Galland]], il quale si prese molte libertà nella sua traduzione. Nel racconto ''Storia di Sidi-Nouman'' presentò i ''gul'' come mostri che dissotterrano i cadaveri dai cimiteri per nutrirsene e gli autori successivi ripresero le caratteristiche cannibalistiche del ''gul'' .<ref>{{Cita|Al-Rawi 2009b|pp. 55-56|harv=s}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Antoine Galland|capitolo= Storia di Sidi-Nouman|titolo=Mille e una notte - novelle arabe tradotte in francese da Antonio Galland|città=città|editore=Tipografia del Fu Migliaccio|anno=1856|url=http://books.google.it/books?id=gweVKjWSJt8C|p=529|citazione=La maestà vostra non ignora che le ''gule'' dell'uno e dell'altro sesso sono demoni erranti nella campagna. Essi abitano ordinariamente gli edifici ruinati d'onde si gettano all'improvviso su passaggieri che uccidono e di cui mangiano la carne. In difetto di passaggieri vanno la notte nei cimiteri a pascersi di quella dei morti che disotterrano }}</ref>

Nella letteratura inglese il termine fu usato per la prima volta nel romanzo ''[[Vathek (romanzo)|Vathek]]'' di [[William Thomas Beckford|William Beckford]] (pubblicato in francese nel 1786 e tradotto in inglese l'anno successivo da [[Samuel Henley]])<ref>{{cite web|url=http://www.encyclopedia.com/doc/1O27-ghoul.html |title=Ghoul Facts, information, pictures &#124; Encyclopedia.com articles about Ghoul |publisher=Encyclopedia.com |date= |accessdate=2011-03-23}}</ref>.

Nei suoi romanzi [[Howard Phillips Lovecraft|H.P. Lovecraft]] presentò i ghoul come i membri di una razza notturna sotterranea, esseri umani che si trasformano in orripilanti umanoidi in seguito all'abitudine di cibarsi di cadaveri umani. Per quanto terrificanti, non sono [[mostro|mostri]] necessariamente malvagi; non uccidono (si limitano a cibarsi di chi è già morto) e in alcune storie sostengono conversazioni intelligenti con le persone normali. Richard Upton Pickman, un pittore di [[Boston]] che scompare in circostanze misteriose nella storia ''[[Il modello di Pickman]]'', riappare come ghoul nel romanzo breve ''[[La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath]]''. In conseguenza della popolarità di Lovecraft, molte altre opere moderne usano il termine ghoul riferendosi a creature umanoidi degenerate e [[cannibalismo|cannibali]].

A partire da ''[[La notte dei morti viventi (film 1968)|La notte dei morti viventi]]'' (1968) di [[George Romero]] le caratteristiche dello [[zombie]], fino ad allora semplicemente uno schiavo privo di volontà sottoposto alla volontà del suo creatore, si fusero con quelle del gul mangiatore di cadaveri, generando lo zombie moderno mangiatore di carne umana<ref>{{Cita libro|url=http://books.google.it/books?id=IzVJvx_snDUC&pg=PA38&ei=438ZU-ChE4XesgbzqoGwDg&ved=0CEYQ6AEwBQ#v=onepage|titolo=Monsters and the Monstrous: Myths and Metaphors of Enduring Evil|curatore=Niall Scott|anno=2007|editore=Rodopi|ISBN=978-90-420-2253-9}}</ref><ref>{{Cita testo|capitolo=Ghoul|titolo= Encyclopedia of Occultism and Parapsychology|anno=2001|accesso=19 ottobre 2014|url_capitolo=http://www.encyclopedia.com/doc/1G2-3403801914.html|lingua=en}}</ref>.

== Note ==
{{References}}

== Bibliografia ==
* {{Cita testo|titolo=The Arabic Ghoul and its Western Transformation|autore=Ahmed K. Al-Rawi|pubblicazione=Folklore|volume=120|numero=3|data=dicembre 2009|lingua=en|pp=291-306|doi=10.1080/00155870903219730|ISSN=0015-587X|cid=Al-Rawi ''The Arabic Ghoul and its Western Transformation''}}
* {{cita testo|url=http://socrates.berkeley.edu/~caforum/volume8/vol8_article3.html |titolo=The Mythical Ghoul in Arabic Culture |autore=Ahmed Al-Rawi |pubblicazione=Cultural Analysis|volume=8|data=2009|accesso=7 marzo 2014|lingua=en|cid=Al-Rawi 2009b}}


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«Gul: specie di vampiro arabo e turchesco, maschio o femmina; si sposta con facilità fra cielo e terra e ama frequentare i cimiteri. [...] l'occupazione principale dei ghoul consiste nel battere le campagne, far abortire le donne incinte, succhiare il sangue dei giovani, divorare i cadaveri, urlare nel vento, aggirarsi fra i ruderi, gettare il malocchio, provocare sventure.»

Amina scoperta con i gul, dal racconto delle Mille e una notte.

Il termine gul o ghul (in arabo الغول?, ghūl, variante di ghala, catturare), noto anche come ghoul dal termine inglese, è mostro o spirito del folclore arabo le cui origini predatano l'avvento dell'islam[1].

La stella Algol ha preso il nome da questa creatura[2].

Etimologia

Il termine "ghoul" deriva dall'arabo الغول ghul, da "gha¯l" "afferrare" secondo l'Oxford English Dictionary[3], altre fonti però indicano che in realtà deriva sempre da "gha¯ " nel significato però di "uccidere"[4][5].

Folclore arabo

La descrizione del gul nelle storie del folklore arabo sono spesso contradditorie, comunque nelle storie pre-islamiche è generalmente un mostro mutaforma di sesso femminile che abita i deserti e che intende danneggiare i viaggiatori[6]. Una delle possibili fonti di ispirazione per il concetto del gul potrebbe essere derivato dal contatto dei beduini arabi con le civiltà mesopotamiche ed essere stato influenzato dal demone gallu, che rapì la divinità accadica Damuzi per portarla nel reame dei morti[1].

In diversi detti attribuiti a Maometto compaiono i gul, come demoni o geni che rubano o fanno marcire il cibo e che li terrorizzano nei luoghi selvaggi, ma l'autenticità di questi racconti è messa in dubbio da diversi studiosi e secondo un hadíth riportato da Jabir ibn 'Abd Allah ne avrebbe negato l'esistenza «No 'gul', no 'adwâ', and no 'ṭayrrah'»[7] Comunque la credenza popolare in queste creature continuò a rimanere diffusa e ancora nel XVIII e XIX secolo ci sono testimonianze di viaggiatori occidentali che riportano storie che si possono far risalire ai gul[8].

Gul in occidente

L'idea del gul come un abitatore dei cimiteri che si nutre di cadaveri si può far risalire alla versione delle Mille e una notte di Antoine Galland, il quale si prese molte libertà nella sua traduzione. Nel racconto Storia di Sidi-Nouman presentò i gul come mostri che dissotterrano i cadaveri dai cimiteri per nutrirsene e gli autori successivi ripresero le caratteristiche cannibalistiche del gul .[9][10]

Nella letteratura inglese il termine fu usato per la prima volta nel romanzo Vathek di William Beckford (pubblicato in francese nel 1786 e tradotto in inglese l'anno successivo da Samuel Henley)[11].

Nei suoi romanzi H.P. Lovecraft presentò i ghoul come i membri di una razza notturna sotterranea, esseri umani che si trasformano in orripilanti umanoidi in seguito all'abitudine di cibarsi di cadaveri umani. Per quanto terrificanti, non sono mostri necessariamente malvagi; non uccidono (si limitano a cibarsi di chi è già morto) e in alcune storie sostengono conversazioni intelligenti con le persone normali. Richard Upton Pickman, un pittore di Boston che scompare in circostanze misteriose nella storia Il modello di Pickman, riappare come ghoul nel romanzo breve La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath. In conseguenza della popolarità di Lovecraft, molte altre opere moderne usano il termine ghoul riferendosi a creature umanoidi degenerate e cannibali.

A partire da La notte dei morti viventi (1968) di George Romero le caratteristiche dello zombie, fino ad allora semplicemente uno schiavo privo di volontà sottoposto alla volontà del suo creatore, si fusero con quelle del gul mangiatore di cadaveri, generando lo zombie moderno mangiatore di carne umana[12][13].

Note

  1. ^ a b Al-Rawi 2009b, p. 45
  2. ^ Piero Bianucci, Stella per stella. Guida turistica dell'universo, Giunti, 1997, p. 200, ISBN 88-09-02880-5.
  3. ^ Online Etymology Dictionary, su etymonline.com. URL consultato il 23 marzo 2011.
  4. ^ (EN) Caroline Joan S. Picart e John Edgar Browning (a cura di), Speaking of Monsters: A Teratological Anthology, Palgrave Macmillan, 2012, p. 61, ISBN 978-1-137-10149-5. URL consultato il 6 marzo 2014.
  5. ^ Al-Rawi 2009b, pp. 45-46
  6. ^ Al-Rawi 2009b, p. 46
  7. ^ Al-Rawi 2009b, p. 47-48
  8. ^ Al-Rawi 2009b, p. 48-54
  9. ^ Al-Rawi 2009b, pp. 55-56
  10. ^ Antoine Galland, Storia di Sidi-Nouman, in Mille e una notte - novelle arabe tradotte in francese da Antonio Galland, città, Tipografia del Fu Migliaccio, 1856, p. 529.
    «La maestà vostra non ignora che le gule dell'uno e dell'altro sesso sono demoni erranti nella campagna. Essi abitano ordinariamente gli edifici ruinati d'onde si gettano all'improvviso su passaggieri che uccidono e di cui mangiano la carne. In difetto di passaggieri vanno la notte nei cimiteri a pascersi di quella dei morti che disotterrano»
  11. ^ Ghoul Facts, information, pictures | Encyclopedia.com articles about Ghoul, su encyclopedia.com. URL consultato il 23 marzo 2011.
  12. ^ Niall Scott (a cura di), Monsters and the Monstrous: Myths and Metaphors of Enduring Evil, Rodopi, 2007, ISBN 978-90-420-2253-9.
  13. ^ (EN) Ghoul, in Encyclopedia of Occultism and Parapsychology, 2001. URL consultato il 19 ottobre 2014.

Bibliografia

Voci correlate

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