Calatafimi (cacciatorpediniere): differenze tra le versioni

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Calatafimi
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Il Calatafimi è stato un cacciatorpediniere (e successivamente una torpediniera) della Regia Marina.

Storia

Inquadrato nella III Squadriglia Cacciatorpediniere, il 1° luglio 1924 iniziò l’attività addestrativa nel Tirreno[1][2].

Negli anni Venti e Trenta compì varie crociere in Mediterraneo[3].

Nel dicembre 1925 fu trasferita alla IV Squadriglia Cacciatorpediniere, prendendo parte a varie esercitazioni[1].

Il 4 novembre 1927 ospitò a bordo il re di Spagna in visita in Italia con la sua corte[1].

Nell’aprile 1928 il Calatafimi si recò a Corinto, colpita da un terremoto, per rifornire i terremotati di medicinali e personale della Croce Rossa[1].

Nel 1930 fu sottoposto a lavori di modifica che videro l’innalzamento del fumaiolo prodiero[4].

Tra il 1929 ed il 1932 prese parte a varie crociere a Costantinopoli, nel Dodecaneso, in Grecia, in Libia ed in Egitto[1].

Nel 1933 fu sottoposto ad un periodo di lavori a Brindisi[1].

Tra il 1934 ed il 1935 stazionò nel Dodecaneso operando intensamente in quelle acque[1].

Fu poi destinato alla VI Squadriglia Cacciatorpediniere, con base dapprima a Messina, poi in Cirenaica ed infine a La Spezia[1]. Di frequente operò per conto dell’Accademia Navale di Livorno[1].

L’11 aprile 1937, in uscita dal porto di Livorno, speronò il piroscafo Marzamemi, dovendo trascorrere quindi qualche mese ai lavori per le riparazioni[2][1].

Il 1° ottobre 1938 fu declassato a torpediniera[5][3] ed assegnato alla XVI Squadriglia Torpediniere[1].

Nel 1940 la nave fu sottoposta ad altri lavori di modifica, che comportarono la sostituzione dei cannoni da 76 mm con 4 mitragliere da 20 mm e 2 da 8 mm[4].

Il 24 aprile dello stesso anno ne assunse il comando il tenente di vascello Giuseppe Brignole, che rimase comandante dell’unità sino alla cattura conseguente l’armistizio[4].

All’ingresso dell’Italia nella seconda guerra mondiale, il 10 giugno 1940, la Calatafimi apparteneva alla XVI Squadriglia Torpediniere (Curtatone, Castelfidardo, Monzambano, Giacinto Carini, Giuseppe La Masa) con base a La Spezia. Fu impiegata in missioni di scorta, posa mine, caccia antisommergibile[3].

Il 14 giugno 1940, mentre era di scorta ad un posamine, la torpediniera avvistò la III Divisione incrociatori francese (composta dagli incrociatori pesanti Algérie e Foch e da 6 cacciatorpediniere) intenta a bombardare gli impianti industriali di Savona e Vado Ligure: nonostante la disparità di forze, la Calatafimi si portò a distanza ravvicinata e lanciò quattro siluri (che non andarono a segno) aprendo al contempo il fuoco col cannone, per poi ripiegare ed allontanarsi[2][1][6]. La torpediniera riportò lievi danni[3], mentre la squadra francese, attaccata anche da alcuni MAS ed avendo già sparato più di 800 proiettili, decise a quel punto di ripiegare. Per quest’azione il comandante Brignole fu insignito della Medaglia d’oro al valor militare[4].

In seguito la Calatafimi fu assegnata a «Maritrafalba» e destinata alle scorte sulle rotte del Basso Adriatico tra Italia ed Albania[2][3], con base a Brindisi ed inquadramento nel VI Gruppo Torpediniere[1].

Assegnata alle «Forze Speciali» destinate ad un previsto sbarco a Corfù, la Calatafimi salpò il 31 ottobre 1940 insieme al resto di tale forza (i vecchi cacciatorpediniere Mirabello e Riboty, i vecchi incrociatori leggeri Bari e Taranto, le anziane torpediniere Prestinari, Castelfidardo, Curtatone e Monzambano, Confienza, Solferino, Cantore, Fabrizi, Medici, Stocco, gli incrociatori ausiliari RAMB III, Capitano Cecchi, Lago Tana e Lago Zuai, 4 MAS della XIII Flottiglia e tre navi cisterna classe Sesia), ma l’indomani l’operazione fu annullata e le navi sbarcarono le truppe a Valona[7].

Nel maggio 1941 l’unità, insieme al resto della XVI Squadriglia, fu trasferita di base al Pireo, iniziando quindi le missioni di scorta nel Mar Egeo, con destinazioni Creta e la Cirenaica[2][3].

Il 3 maggio salpò da Salonicco per scortare al Pireo, unitamente alle torpediniere Monzambano ed Aldebaran, la nave cisterna Torcello ed il piroscafo francese Teophile Gautier, ma quest’ultimo l’indomani fu silurato dal sommergibile HMS Talisman in posizione 37°45’ N e 24°35’ E[8].

Il 24 fu inviata, insieme alle alle torpediniere Perseo e Calliope, a rinforzare la scorta (cacciatorpediniere Freccia, torpediniere Procione, Orione e Pegaso) di un convoglio composto dai trasporti truppe Conte Rosso, Marco Polo, Esperia e Victoria, diretto in Libia[9]. Calatafimi, Perseo e Calliope lasciarono il convoglio per tornare alla base alle 19.10 (in serata il convoglio fu attaccato dal sommergibile britannico Upholder che silurò ed affondò il Conte Rosso, con la morte di 1297 uomini)[9].

Il 10 luglio 1941 la Calatafimi ed un’altra torpediniera, la Climene, danneggiarono il sommergibile HMS Torbay, che aveva silurato e seriamente danneggiato, in posizione 37°30’ N e 24°16’ E (canale di Zea) la motocisterna Strombo[10].

Il 7 agosto 1942 stava scortando il piroscafo Wachtfels insieme alla Monzambano ed all’incrociatore ausiliario Barletta, quando il convoglio fu attaccato dal sommergibile HMS Proteus nelle acque cretesi: colpito, il Wacthfels colò a picco[2].

Alle 9.30 del 31 agosto 1942 la Calatafimi lasciò Suda per scortare a Tobruk, insieme alle torpediniere Cassiopea e Monzambano, le navi cisterna Abruzzi e Picci Fassio ed il piroscafo da carico Bottiglieri (diretto a Bengasi), ponendosi in testa alla formazione[11]. Alle 19.30 del 1° settembre il convoglio subì un primo attacco aereo a seguito del quale l’Abruzzi, colpita da alcune bombe, venne abbandonata dall’equipaggio: la Calatafimi la prese a rimorchio ma, dopo la rottura del cavo, la abbandonò alla deriva e ne recuperò l’equipaggio, portandolo quindi al Pireo (l’Abruzzi fu successivamente rimorchiata a Ras Hilal)[11].

Il 26 ottobre dello stesso anno Monzambano e Calatafimi stavano scortando verso Tobruk il piroscafo Tergestea e la nave cisterna Proserpina quando il convoglio fu assalito da aerei britannici: nello scontro che ne seguì entrambi i trasporti affondarono (la Proserpina fu incendiata ed affondata da due siluri alle 13.30, il Tergestea saltò in aria dopo le 18 in posizione 32°02’ N e 24°04’ E), mentre il fuoco delle due torpediniere distrusse 4 aerosiluranti Bristol Beaufort[2][12].

L’8 settembre 1943, in seguito alla proclamazione dell’armistizio, la Calatafimi, che si trovava al Pireo, fu catturata dai tedeschi[2][3][1]. Metà dell’equipaggio, compreso il comandante Brignole, fu imprigionata, l’altra metà optò di collaborare con i tedeschi; la torpediniera, ribattezzata TA 19 Achilles, fu incorporata nella Kriegsmarine[2][3].

Fino all’armistizio la Calatafimi aveva effettuato complessivamente 227 missioni di guerra (202 di scorta, 8 di posa mine, 2 di caccia antisommergibile, 15 di altro tipo), percorrendo più di 55.000 miglia nautiche[1].

Il 9 agosto 1944 la TA 19 fu silurata dal sommergibile greco Pipinos e s’inabissò al largo di Samos[2][3].

Note

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o http://digilander.libero.it/carandin/calatafimi.htm
  2. ^ a b c d e f g h i j http://www.tauromodel.it/italiano/D016.htm
  3. ^ a b c d e f g h i http://www.trentoincina.it/dbunita2.php?short_name=Calatafimi
  4. ^ a b c d http://www.marina.difesa.it/storiacultura/storia/almanacco/Pagine/ABCD/calatafimi2.aspx Errore nelle note: Tag <ref> non valido; il nome "Marina Militare" è stato definito più volte con contenuti diversi
  5. ^ http://www.culturanavale.it/documentazione.php?id=184
  6. ^ Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943, p. 13
  7. ^ http://www.naval-history.net/xDKWW2-4010-23OCT02.htm
  8. ^ http://www.naval-history.net/xDKWW2-4110-37OCT01.htm
  9. ^ a b Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943, pp. 465-466
  10. ^ http://www.naval-history.net/xDKWW2-4107-34JUL01.htm
  11. ^ a b http://www.viverein.org/public/album%20navi%20verticale%20bianco%20finale%201.pdf
  12. ^ Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, Navi mercantili perdute, pp. 393-493
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