Similia similibus curantur: differenze tra le versioni

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'''''Similia similibus curantur''''' (o la meno ricorrente '''''similia similibus curentur'''''),<ref>[http://www.treccani.it/vocabolario/similia-similibus-curentur/ ''Enciclopedia Treccani'' alla voce corrispondente].</ref> è una [[locuzioni latine|locuzione]] [[lingua latina|latina]], che, tradotta letteralmente, significa «i simili si curino coi simili».<ref>Giuseppe Fumagalli, ''L'ape latina: dizionarietto di 2948 sentenze, proverbi, motti, divise, frasi e locuzioni latine'', p. 293, Hoepli, 1987.</ref> Si tratta di un principio da attribuire a [[Samuel Hahnemann]], che ne fece il fondamento dell'[[omeopatia]], da lui teorizzata agli inizi del [[XIX secolo]], in contrapposizione al principio, allora in voga tra i medici del tempo<ref name=cicap>[http://www.cicap.org/piemonte/cicap.php?section=articoli&tipo=articolo&tema=medalt&nome=1_omeopatia Articolo del] [[CICAP]] sulla [[omeopatia]]</ref>, del ''[[contraria contrariis curantur]]'' («i contrari vengono curati con i contrari»).<ref>Giuseppe Fumagalli, ''op. cit.'', p. 44.</ref> Si tratta di un principio non dimostrato e privo di fondamento scientifico<ref name=cicap />.
'''''Similia similibus curantur''''' (o la meno ricorrente '''''similia similibus curentur'''''),<ref>[http://www.treccani.it/vocabolario/similia-similibus-curentur/ ''Enciclopedia Treccani'' alla voce corrispondente].</ref> è una [[locuzioni latine|locuzione]] [[lingua latina|latina]], che, tradotta letteralmente, significa «i simili si curino coi simili».<ref>Giuseppe Fumagalli, ''L'ape latina: dizionarietto di 2948 sentenze, proverbi, motti, divise, frasi e locuzioni latine'', p. 293, Hoepli, 1987.</ref> Si tratta di un principio da attribuire a [[Samuel Hahnemann]], che ne fece il fondamento dell'[[omeopatia]], da lui teorizzata agli inizi del [[XIX secolo]], in contrapposizione al principio, allora in voga tra i medici del tempo<ref name=cicap>[http://www.cicap.org/piemonte/cicap.php?section=articoli&tipo=articolo&tema=medalt&nome=1_omeopatia Articolo del] [[CICAP]] sulla [[omeopatia]]</ref>, del ''[[contraria contrariis curantur]]'' («i contrari vengono curati con i contrari»).<ref>Giuseppe Fumagalli, ''op. cit.'', p. 44.</ref> Si tratta in realtà di un concetto molto antico risalente almeno al medico indiano [[Sushruta]] (tra il 1200 a.C. e il 600 a.C.) che affermava ''Samah samam shamayati'' locuzione in [[lingua sanscrita]] che significa appunto «il simile si cura col simile». Anche [[Ippocrate]] e [[Basilio Valentino]] dimostravano di conoscere tale principio<ref>[https://hpathy.com/organon-philosophy/concepts-of-homoeopathy-with-its-principles-doctrines-and-laws-co-relation-with-modern-views/ ''Concepts of Homoeopathy with its Principles, Doctrines and Laws: Co-Relation with Modern Views'' by Dishari Sengupta, Shubhamoy Ghosh].</ref>. Secondo la scienza medica contemporanea si tratta comunque di un principio non dimostrato e privo di fondamento scientifico<ref name=cicap />.


Secondo Hahnemann, la [[guarigione]] consiste nel somministrare al malato l'[[essenza (filosofia)|essenza]] che a lui manca, essendo questa precipitata nella [[materia (filosofia)|materia]], cioè divenuta «grossolana», e così materializzatasi come [[veleno]] sul piano corporale. L'effetto venefico non va quindi combattuto con mezzi altrettanto materiali, ma va piuttosto colmato con la medesima essenza, dopo averla riconvertita e innalzata a quel livello [[vibrazione (esoterismo)|vibratorio]] di cui attualmente il paziente avverte la mancanza.<ref>[[Herbert Fritsche]], ''Samuel Hahnemann. Idee und Wirklichkeit der Homöopathie'', Stoccarda, Klett, 1954.</ref>
Secondo Hahnemann, la [[guarigione]] consiste nel somministrare al malato l'[[essenza (filosofia)|essenza]] che a lui manca, essendo questa precipitata nella [[materia (filosofia)|materia]], cioè divenuta «grossolana», e così materializzatasi come [[veleno]] sul piano corporale. L'effetto venefico non va quindi combattuto con mezzi altrettanto materiali, ma va piuttosto colmato con la medesima essenza, dopo averla riconvertita e innalzata a quel livello [[vibrazione (esoterismo)|vibratorio]] di cui attualmente il paziente avverte la mancanza.<ref>[[Herbert Fritsche]], ''Samuel Hahnemann. Idee und Wirklichkeit der Homöopathie'', Stoccarda, Klett, 1954.</ref>

Versione delle 18:42, 13 ago 2019

Le pratiche descritte non sono accettate dalla medicina, non sono state sottoposte a verifiche sperimentali condotte con metodo scientifico o non le hanno superate. Potrebbero pertanto essere inefficaci o dannose per la salute. Le informazioni hanno solo fine illustrativo. Wikipedia non dà consigli medici: leggi le avvertenze.

Similia similibus curantur (o la meno ricorrente similia similibus curentur),[1] è una locuzione latina, che, tradotta letteralmente, significa «i simili si curino coi simili».[2] Si tratta di un principio da attribuire a Samuel Hahnemann, che ne fece il fondamento dell'omeopatia, da lui teorizzata agli inizi del XIX secolo, in contrapposizione al principio, allora in voga tra i medici del tempo[3], del contraria contrariis curantur («i contrari vengono curati con i contrari»).[4] Si tratta in realtà di un concetto molto antico risalente almeno al medico indiano Sushruta (tra il 1200 a.C. e il 600 a.C.) che affermava Samah samam shamayati locuzione in lingua sanscrita che significa appunto «il simile si cura col simile». Anche Ippocrate e Basilio Valentino dimostravano di conoscere tale principio[5]. Secondo la scienza medica contemporanea si tratta comunque di un principio non dimostrato e privo di fondamento scientifico[3].

Secondo Hahnemann, la guarigione consiste nel somministrare al malato l'essenza che a lui manca, essendo questa precipitata nella materia, cioè divenuta «grossolana», e così materializzatasi come veleno sul piano corporale. L'effetto venefico non va quindi combattuto con mezzi altrettanto materiali, ma va piuttosto colmato con la medesima essenza, dopo averla riconvertita e innalzata a quel livello vibratorio di cui attualmente il paziente avverte la mancanza.[6]

Già Paracelso nel Cinquecento aveva sostenuto, nel suo Paragranum, che «nessuna malattia può guarire per contrapposizione, ma solo grazie al suo simile», principio che sfruttò tramite preparazioni alchemiche in grado di convertire il veleno in medicamento.[7]

«Gli elementi non sono malati, è il corpo a cadere malato. Così lo scorpione cura il suo scorpione; l'arsenico il suo arsenico; il mercurio il suo mercurio; il cuore il suo cuore.»

Anche secondo Edward Bach, seguace dell'omeopatia e fondatore a sua volta della floriterapia ispirata a principi affini,

«tutta la guarigione che non origina dall'interno è nociva, e la cura apparente ottenuta solo tramite metodi materialistici, ottenuta solo tramite l'azione di altri, senza l'aiuto di se stessi, può portare certamente sollievo fisico, ma danneggia la nostra natura più alta, poiché la lezione non è stata appresa e il difetto non è stato sradicato.»

Note

  1. ^ Enciclopedia Treccani alla voce corrispondente.
  2. ^ Giuseppe Fumagalli, L'ape latina: dizionarietto di 2948 sentenze, proverbi, motti, divise, frasi e locuzioni latine, p. 293, Hoepli, 1987.
  3. ^ a b Articolo del CICAP sulla omeopatia
  4. ^ Giuseppe Fumagalli, op. cit., p. 44.
  5. ^ Concepts of Homoeopathy with its Principles, Doctrines and Laws: Co-Relation with Modern Views by Dishari Sengupta, Shubhamoy Ghosh.
  6. ^ Herbert Fritsche, Samuel Hahnemann. Idee und Wirklichkeit der Homöopathie, Stoccarda, Klett, 1954.
  7. ^ Patrick Rivière, Alchimia e spagiria: dalla grande opera alla medicina di Paracelso, p. 44, trad. di A. Dalla Zonca, Mediterranee, 2000.
  8. ^ Trad. it. di Guido Granata, Compendio di omeopatia, p. 3, Hoepli, 1990.

Voci correlate