Coordinate: 43°43′31.87″N 12°38′14.15″E

Palazzo Corboli Aquilini: differenze tra le versioni

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Palazzo Corboli Aquilini
Facciata principale
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàUrbino
IndirizzoVia Vittorio Veneto 43
Coordinate43°43′31.87″N 12°38′14.15″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo
Usosede dell'ERDIS
Realizzazione
ArchitettoGiuseppe Tosi
ProprietarioERDIS
CommittenteFamiglia Corboli Aquilini

Palazzo Corboli Aquilini è un edificio di Urbino ed uno dei più importanti palazzi signorili cittadini. È sede dell'Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario. Si trova sul versante orientale del colle del Poggio, in contrada Duomo. La facciata principale prospetta ad ovest su Via Vittorio Veneto, vicino a Largo San Crescentino; la facciata settentrionale delimita la stretta Via Balcone della Vita e confina mediante un suggestivo passaggio sopraelevato con Palazzo Giusti Pianetti Castracane. Sull'angolo nord orientale si sviluppa un piccolo giardino adiacente al cortile interno. Il lato orientale a valle è delimitato dalla piccola Via dei Fornari mentre il lato meridionale confina con Palazzo Felici Bonaventura.

Storia

Il palazzo sorge sull'area della città romano-medievale, tanto che Via Vittorio Veneto sembra corrispondere approsimativamente con l'estremità settentrionale del Cardo massimo. Le prime notizie riguardanti il palazzo risalgono al XVI secolo, quando agl'inizi del secolo era costituito da un gruppo di case di varie forme e diversi proprietari, una di queste era di proprietà della famiglia Aquilini di Senigallia, i quali verso la metà del secolo ne acquisiranno un'altra vicina, in seguito all'ascesa sociale ed economica della famiglia; risalgono a questo periodo gli interventi del plasticatore urbinate Federico Brandani, che realizzò un soffitto e gli stucchi intorno alle cornici esterne delle finestre, ed il piccolo affresco, rinvenuto recentemente, di scuola baroccesca. Questi primi lavori di ampliamento ed abbellimento del palazzo furono voluti dal capitano Ventura Aquilini. La nipote di quest'ultimo, Camilla, figlia di Fulvio e Caterina Baviera, sposò, agl'inizi del XVII secolo, il nobile urbinate Giovanni Corboli, sancendo anche l'unione dei cognomi delle due famiglie. Anche i Corboli sono stati una famiglia di antica nobiltà in Urbino, fin dal XVI secolo, i cui membri ricoprirono importanti cariche in città e presso la corte ducale.

Dopo il terremoto del 1741, che lesionò gravemente il palazzo, fu avviata da Curzio Corboli Aquilini una nuova fase di ampliamenti ed abbellimenti che hanno dato la forma attuale all'edificio. La progettazione architettonica fu affidata all'urbinate Giuseppe Tosi mentre per la decorazione degli interni, la maggior parte delle sale del piano nobile, furono affrescate dai pittori urbinati Francesco Antonio Rondelli ed Antonio Romiti, come attesta una firma datata al 1788, scoperta sopra il cornicione d'imposta della volta della sala principale. I lavori di ampliamento rimasero incompiuti come mostrano le immorsature sulla facciata orientale a valle.

Rimase proprietà dei Corboli-Aquilini fino alla fine degli anni settanta del XIX secolo, quando passo alla famiglia Martorelli; quest'ultima ne rimarrà proprietaria fino al 1939, quando lo cedette al Consorzio Agrario Cooperativo. Nel 1968 fu ceduto alla Curia arcivescovile, che sottopose il secondo piano ed il sottotetto a consistenti lavori di sistemazione, per allocarvi la sede della sottosezione dell'Archivio di Stato di Pesaro in Urbino, che vi rimase fin verso il 2007. Infine nel 1983 il palazzo fu acquistato dall'Opera Universitaria, poi divenuto Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario.

Note


Bibliografia

  • Franco Mazzini, I mattoni e le pietre di Urbino, pp.116-120, Argalia editore, Urbino, 1982.
  • Franco Negroni, Appunti su alcuni palazzi e case di Urbino, pp.99-101, Accademia Raffaello, Urbino, 2005, ISBN 88-87573-22-0.
  • Palazzo Corboli Aquilini, Agnese Vastano (a cura di), Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario - Soprintendenza per i beni storici artistici ed etnoantropologici delle Marche, 2013.

Voci correlate

Collegamenti esterni