Oblatività

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L'oblatività indica un comportamento scevro da interessi egoistici e riscontrabile nei rapporti d'amore maturo, in cui la dedizione per il destinatario del sentimento è completa[1].

In psicoanalisi il termine è afferibile al più alto livello dello sviluppo psichico e affettivo, contraddistinto dalla possibilità di amare e di offrire liberamente e senza contropartite. Si oppone alla captatività, che è la tendenza istintuale del neonato, ma anche di alcuni adulti immaturi, di appropriarsi di ciò che li circonda[2]

L'unico scopo del comportamento oblativo è la totale soddisfazione delle esigenze del prossimo e dell'estraneo, in un sistema di convivenza intesa come relazione tra sistemi di appartenenza ed estraneo, senza ricerca di alcuna ricompensa o riconoscenza.

Il concetto fu introdotto dagli psicoanalisti francesi René Laforgue e Édouard Pichon[3] e successivamente discusso da Lacan e Freud[4][5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ oblativo, su treccani.it. URL consultato il 25 ottobre 2019.
  2. ^ captativo, su treccani.it. URL consultato il 25 ottobre 2019.
  3. ^ E. Pichon et R. Laforgue, “La névrose et le rêve: la notion de schizonoïa”, in R. Laforgue et al., Le rêve et la psychanalyse, Maloine 1926.
  4. ^ Christine Ragoucy, L'oblativité : premières controverses, su cairn.info. URL consultato il 25 ottobre 2019.
  5. ^ Fulvio Marone, Dono e psicoanalisi (PDF), su benicomuni.unina.it. URL consultato il 25 ottobre 2019 (archiviato dall'url originale il 25 ottobre 2019).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]