Interludio

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Per interludio si intende un intermezzo posto all'interno di una sequenza di rappresentazioni teatrali o musicali. Svolgeva questa funzione, nella tetralogia del teatro greco classico, la rappresentazione del dramma satiresco tra la seconda e la terza tragedia.

Nella drammaturgia[modifica | modifica wikitesto]

Per interludio, in campo drammaturgico, si intende un tipo di rappresentazione filosofico-moralistica, derivante dalle Moralità medievali diffusasi soprattutto nell'Inghilterra medievale tra il 1300 ed il 1400, per raggiungere la massima diffusione nell'Età elisabettiana[1][2].

In campo teatrale, il distacco dalle Moralità avviene nell'ambito dei temi trattati: se nelle prima erano i temi religiosi ad essere al centro della discussione, negli interludi si affrontavano temi profani, sulla vita, la società, persino la politica. Le rappresentazioni erano povere di allestimento scenico e veniva demandato allo spettatore il compito di immaginarne l'ambientazione.

Uno degli interludi più famosi è Fulgenzio e Lucrezia (Fulgens and Lucrece) di Henry Medwall, che per primo inserì la parola interludio sul frontespizio dell'opera. Il componimento è anche il primo, cronologicamente parlando, giuntoci integro nella struttura.

Nella musicologia[modifica | modifica wikitesto]

In campo musicale, con lo stesso termine si identificano invece brani, di norma strumentali, che separano gli atti di un componimento spesso operistico[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) L'interludio dal sito dell'Università di Dusseldorf
  2. ^ Claudio Bernardi, Carlo Susa (a cura di), Storia essenziale del Teatro, Vita e Pensiero, 2005, pp. 155-156, ISBN 978-88-343-0761-8. URL consultato il 14 novembre 2012.
  3. ^ L'interludio sull'Enciclopedia Treccani

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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