Vito Sabatelli

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Vito Sabatelli
NascitaBorgocollefegato, 19 luglio 1910
Morte?
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataMilizia Volontaria Sicurezza Nazionale
ArmaFanteria
RepartoCLXXXV battaglione CC.NN.
Anni di servizio1936-1937
GradoCamicia Nera
CampagneArbegnuoc
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Vito Sabatelli (Borgocollefegato, 19 luglio 1910 – ...) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale in Africa Orientale Italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Borgocollefegato, provincia di Rieti, il 19 luglio 1910, figlio di Pietro e Antonia Innocenzo.[2] Pur essendo stato esonerato dal servizio militare nel Regio Esercito, chiese di partecipare alle operazioni di guerra in Africa Orientale. Nel dicembre 1936 si arruolò volontario nella 115ª Legione Sabina della Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale come semplice camicia nera e passava poi alla 119ª Legione CC.NN. Un mese dopo, il 17 febbraio 1937, assegnato al CLXXXV battaglione CC.NN. si imbarcò a Napoli per Massaua sbarcandovi nel marzo successivo. Rimasto gravemente ferito nel combattimento del 21 settembre nella zona di Tibè, fu ricoverato dapprima presso l'ospedaletto di Ghedò e poi all'ospedale militare di Addis Abeba e poi una volta rimpatriato dal 7 dicembre a quello di Napoli dal quale fu dimesso il 14 febbraio 1938. Assunto dal Ministero della Pubblica Istruzione come archivista nel Gabinetto fotografico nazionale risiedette a Roma.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Facente parte di una colonna autocarrata si slanciava fra i primi per trattenere la massa nemica. Caduto perché gravemente ferito ad una gamba, si risollevava e continuava a combattere e ad incitare i camerati finché non si abbatteva di bel nuovo colpito al viso ed alle mani da una bomba a mano. Mutilato di una gamba, di un occhio e delle mani, continuava a mantenere quel contegno stoico e sereno che aveva tenuto dal principio del combattimento, dicendosi lieto e felice di potersi immolare ai servizio del suo Re, del suo Duce, della sua Patria, meravigliando chiunque e dando a tutti un raro esempio di stoicismo, di sprezzo del pericolo e del dovere, di amor patrio e di fede fascista. Zona di Tibè, 21 settembre 1937.[4]»
— Regio Decreto 26 ottobre 1939.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p. 258.
  2. ^ Combattenti Liberazione.
  3. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1952, p. 50.
  4. ^ Medaglia d'oro al valor militare Sabatelli, Vito, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 febbraio 2023.
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti il 9 gennaio 1940, registro 1 Africa Italiana, foglio 96.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Vol. 2: La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori Editore, 1992.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al V.M. viventi, Roma, Tipografia regionale, 1952.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 258.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica. Eritrea Somalia Etiopia (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sabatelli, Vito, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 31 gennaio 2023.