Utente:Valer637/Sandbox/prova2

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Aspetti psicologici[modifica | modifica wikitesto]

Secondo alcuni critici il ricorso massiccio ai selfie è un fenomeno tipicamente narcisistico, un atto di autoindulgenza correlato talvolta a una bassa autostima, con il quale si cerca un'autoaffermazione in un ambito della cui superficialità si è comunque coscienti.
L’individuo, per fronteggiare le sue sensazioni di ansia e di tensione provocate dalla precarietà e l’incertezza della società contemporanea, è come se ricercasse nel narcisismo una sua continua approvazione da parte del prossimo. La presentazione del sé tramite i selfie è solo un sintomo della società narcisistica odierna che l’individuo sfrutta come strumento di difesa per le sue insicurezze quotidiane della vita reale, anzitutto prendendosi cura del proprio sé. Inoltre, tramite alcune pratiche mediali (blogging, autoscatto, self-tracking [1] …) l’individuo cerca di comprendere meglio sé stesso, migliorarsi e di parlare di sé agli altri [2] [3] .
Con l’autoscatto si assiste ad un tipo di pratica introspettiva in cui gli individui mettono in mostra il proprio capitale corporeo (le caratteristiche fisiche) e tutte le sue modifiche/trasformazioni connesse, tenendo sempre presente l’opinione del pubblico e le regole insite in ogni dispositivo digitale. Le fotografie, essendo una modalità di autorappresentazione, non si limitano solo alla dinamica automigliorativa del soggetto, ma anche a quella relazionale/sociale tramite la condivisione online delle foto di gruppo. Con l’evoluzione dei social network anche la moda dei selfie ha subito un cambiamento progressivo nel corso degli anni; infatti se inizialmente il selfie era scattato in solitudine adesso ha assunto un significato di narrazione e di condivisione con la propria rete sociale di amici e conoscenti. Tale cambio di prospettiva si può riscontrare in modo evidente nello scatto degli usie (i selfie di gruppo). [4] [5] [6]

La sindrome dei selfie[modifica | modifica wikitesto]

L’ossessione dei selfie è una pratica che si è diffusa negli ultimi anni globalmente tanto da essere oggetto di discussione tra gli psicologi e gli psichiatri per capire se fosse il caso di identificarla come una vera e propria malattia ossessivo-compulsiva. La responsabilità di questa compulsione non sarebbe da attribuire allo smartphone o ai selfie stessi bensì ai social network. È in queste piattaforme che vi è la smania di condividere le foto accuratamente modificate unicamente per essere giudicate e mostrate al proprio pubblico di amici virtuali; i social sono diventati il nostro specchio sociale [7] .
Fare i selfie sarebbe quindi necessario per dare una definizione e una collocazione pubblica della propria identità reale/virtuale attraverso un racconto di sé e di autoaffermazione. Uno dei risvolti patologici sarebbe da collocare, ad esempio, nell’idea dell’ossessione dei selfie come dismorfismo corporeo [8] . Il dismorfismo corporeo è un disturbo psicologico, proprio della nostra società fondata sull’apparire e sull’immagine di sé, che provoca in alcuni individui una continua insoddisfazione del proprio apparire; si crea nell’individuo una convinzione di avere dei difetti immaginari, attinenti al proprio aspetto fisico, tanto da diventare un incubo e un’ossessione frequente, che oggi con i social network si cerca di superare con la continua pubblicazione dei selfie.
Nel 2014 Danny Bowman, un ragazzo diciannovenne di Newcastle, ha tentato il suicidio proprio a causa della sua ossessione dei selfie e della sua concezione di sé dismorfica come è stato spiegato da lui stesso in una sua intervista al Daily Mail [9] , in cui ha raccontato la sua storia. Aveva abbandonato la scuola per sei mesi e si era totalmente rinchiuso e isolato in casa con il solo obbiettivo di scattarsi il selfie perfetto fino a farsi anche 200 foto al giorno. L’origine di questa sua ossessione sarebbe da attribuire anche ai commenti negativi ricevuti su Facebook e alle critiche sul suo aspetto fisico ad un casting per modelli qualche anno prima.
Secondo uno studio americano dell’Università dell’Ohio [10] condotto su un campione di 800 uomini, tra i 18 e 40 anni, l’ossessione dei selfie sarebbe da ricollegare al narcisismo patologico e ad alcune psicopatologie dell’individuo. È stata identificata una “triade oscura” (the dark triad), che implicherebbe delle connotazioni negative nelle interazioni con gli altri individui; farebbe riferimento soprattutto all’oggettivizzazione del sé lungo tre linee direttrici: narcisismo (inteso come estrema focalizzazione e visione grandiosa di sé stessi), impulsività psicopatologica con disinteressamento verso il prossimo, machiavellismo (inteso come manipolazione degli altri senza alcun riguardo delle necessità altrui). Lo studio dei profili presi in considerazione aveva lo scopo di trovare le caratteristiche che accomunavano questi uomini nella pubblicazione dei selfie (modificati con i filtri e le apposite applicazioni di fotoritocco) sulle varie piattaforme web (Facebook, Instagram e Twitter). Tramite un primo questionario i ricercatori hanno provato a comprendere quale rapporto intercorresse tra: selfie, numero di pubblicazioni, manipolazione della foto originale e aspettative del tipo di feedback da parte dei propri amici/follower. Il secondo questionario invece si concentrava su: livello di autostima, narcisismo, oggettivazione di sé (nel caso in cui la propria apparenza fosse di assoluta priorità) e misurazione dei livelli psicopatologici nel comportamento antisociale. È stato rilevato che il narcisismo è correlato positivamente con i più alti livelli di amor proprio e della propria immagine e anche con il maggior numero di selfie pubblicati sui social. Il fotoritocco dei selfie non sarebbe una psicopatia (costituita da comportamenti impulsivi immediati), ma semplicemente un atto narcisistico sapientemente calcolato che intrinsecamente evidenzierebbe l’insicurezza di sé e della propria immagine.
Un altro recente studio [11] aveva come obbiettivo principale quello di identificare la relazione tra la sindrome dei selfie e la necessità di apprezzamento. Il grado di reciproco apprezzamento (commenti e “mi piace”) è maggiore per le donne rispetto agli uomini; ossia i selfie delle donne producono un maggior impatto e risposte in confronto agli uomini. I siti di social network (come Facebook, Instagram, Twitter) hanno accentuato a livello mondiale gli atteggiamenti e i comportamenti narcisisti, in quanto producono negli individui una sovrastima di sé stessi. La costante necessità di esporre la vita personale tramite i selfie sarebbe un segnale di bassa autostima e insicurezza, che mette in evidenza la necessità di essere accettati dal prossimo. [12]

Tendenze estreme dei selfie[modifica | modifica wikitesto]

Da quando il selfie è diventato una moda in tutti i contesti quotidiani sembra che vi sia un’intenzione a creare stupore e ad attirare l’attenzione a qualsiasi costo, oltrepassando tutti i limiti. Negli ultimi anni, la cronaca di tutto il mondo riporta di frequente episodi e accadimenti inerenti proprio l’ossessione dei selfie e gli incidenti, qualche volta anche mortali, che ne derivano. [13] .
Questa ossessione contemporanea di fotografarsi in situazioni fuori dal quotidiano (selfie epico, selfie estremo, selfie definitivo…) sarebbe interpretabile come un’estensione del perseguimento/ricerca del sublime.[14] Sono un esempio gli scatti dalla cima dei grattacieli o in bilico sui tetti delle case o sui binari del treno. Questa tendenza diffusa soprattutto tra i giovani; il fine è quello di essere ammirati quasi come degli eroi e farsi scattare una fotografia dai propri amici per ottenere molti “Mi piace” sui social network. [15] [16] [17]
L’utilizzo dei selfie stick ha ulteriormente aggravato il problema in termini di pericolosità e di disattenzione all’ambiente circostante. Un caso particolarmente drammatico si è verificato durante un dirottamento dell' Aereo Egyptair quando uno degli 81 ostaggi Ben Innes si è fotografato con il dirottatore Seif Eddin Mustafa [18] . Anche in una situazione così drammatica Innes non ha avuto alcuna esitazione a privilegiare il suo esibizionismo scattandosi una foto sorridente con il dirottatore che indossava una cintura esplosiva (in realtà rivelatasi finta). Quando l’inglese è stato intervistato, diventando quasi una celebrità mondiale, nel momento in cui gli hanno chiesto le motivazioni a fotografarsi ha dichiarato che non aveva nulla da perdere; era un suo modo di affrontare, con positività, una situazione avversa senza mostrare alcun segno di terrore. [19]


Interventi di prevenzione[modifica | modifica wikitesto]

Viste le morti e gli incidenti avvenuti il governo russo ha realizzato per la campagna “safe selfie” (selfie al sicuro); si tratta di una guida dettagliata per sconsigliare gli autoscatti in particolari circostanze e situazioni logistiche. [20] .
Nel 2015 in Italia al Giffoni Film Festival è stato presentato il cortometraggio “Selfie”, realizzato da tre istituti bresciani in collaborazione con la Polstrada, per sensibilizzare i giovani sulla sicurezza stradale. [21] [22]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il self-tracking è la disciplina di cura di sé basata sul monitoraggio delle attività quotidiane (soprattutto sportive e alimentari) e sulla quantificazione di ogni azione tramite i più avanzati dispositivi tecnologici con il principale scopo di restaurare, mantenere o incrementare la qualità del proprio benessere vitale.
  2. ^ Luciano Paccagnella, Agnese Vellar, Vivere online. Identità, relazioni, conoscenza, il Mulino, Bologna, 2016.
  3. ^ L. Qiu, J. Lu, S. Yang, W. Qu, T. Zhu, What does your selfie say about you?, doi.org/10.1016/j.chb.2015.06.032, URL consultato il 21 maggio 2018.
  4. ^ (EN) Alyson Shontell, "Selfies Are Dead, It's All About The 'Usie' Now", Business Insider, 13 gennaio 2014, www.businessinsider.com/selfies-are-dead-its-all-about-the-usie-now-2014-1?IR=T#ixzz357QFZkb6, URL consultato il 21 maggio 2018.
  5. ^ Social Media Marketing Italia, http://www.socialmediamktg.it/2014/07/la-storia-dei-selfie-dal-1839-ad-oggi.html, URL consultato il 21 maggio 2018.
  6. ^ (EN) #BBCtrending: Selfie at Oscars breaks retweet record, in Bbc.com, 3 marzo 2014, http://www.bbc.com/news/blogs-trending-26410106, URL consultato il 21 maggio 2018.
  7. ^ Simone Cosimi, L’ossessione da selfie è una patologia psichiatrica?, su Wired.it, 11 gennaio 2017, https://www.wired.it/attualita/tech/2017/01/11/lossessione-selfie-patologia-psichiatrica/, URL consultato il 21 maggio 2018.
  8. ^ Il disturbo di dismorfismo corporeo, http://www.harmoniamentis.it/cont/enciclopedia/contenuti/3385/disturbo-dismorfismo-corporeo-disturbo.asp, URL consultato il 21 maggio 2018.
  9. ^ (EN) Wills Robinson, Selfies almost killed me: Schoolboy who took 200 photos of himself every day because he wanted perfection describes how addiction drove him to attempt suicide, in Daily Mail Online, 24 marzo 2014, http://www.dailymail.co.uk/news/article-2588364/Selfies-killed-Schoolboy-took-200-photos-day-wanted-perfection-describes-addiction-drove-attempt-suicide.html, URL consultato il 21 maggio 2018.
  10. ^ Fox, and Rooney, The Dark Triad and Trait Self-objectification as Predictors of Men’s Use and Self-presentation Behaviors on Social Networking Sites, Personality and Individual Differences 76 (2015), pp. 161-165, https://doi.org/10.1016/j.paid.2014.12.017, URL consultato il 21 maggio 2018.
  11. ^ Víctor Daniel Gil, Necesidad de reconocimiento y síndrome de selfie: un análisis relacional basado en minería de datos, DOI 10.21500/20275846.2835, URL consultato il 21 maggio 2018.
  12. ^ Best Computer Science Schools, http://www.bestcomputerscienceschools.net/selfies/, URL consultato il 21 maggio 2018.
  13. ^ (EN) Amanda du Preez, "The deadly selfie game – the thrill to end all thrills", in The Conversation, 17 maggio 2016, https://theconversation.com/the-deadly-selfie-game-the-thrill-to-end-all-thrills-59266, URL consultato il 21 maggio 2018.
  14. ^ (EN) Amanda du Preez, "The deadly selfie game – the thrill to end all thrills", in The Conversation, 17 maggio 2016, https://theconversation.com/the-deadly-selfie-game-the-thrill-to-end-all-thrills-59266, URL consultato il 21 maggio 2018.
  15. ^ Arianna Galati, Daredevil Selfie, la nuova moda dello scatto mortale, in QNM.it, 13 marzo 2017, http://www.qnm.it/attualita/daredevil-selfie-la-nuova-moda-dello-scatto-mortale-post-211851.html, URL consultato il 21 maggio 2018.
  16. ^ Simone Cosimi, Selfie-shock sui binari, combattiamolo con il silenzio, in Wired.it, 21 marzo 2017, https://www.wired.it/attualita/media/2017/03/21/selfie-shock-treno-video-polizia/, URL consultato il 21 maggio 2018.
  17. ^ Selfie sui binari, due ragazzini scoperti dalla Polfer, su il Resto del Carlino, 22 luglio 2016, http://www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/selfie-binari-1.2368027, URL consultato il 21 maggio 2018.
  18. ^ Aereo Egyptair, fa discutere il selfie con il dirottatore, su sky.tg.24, 30 marzo 2016, http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2016/03/30/aereo-egyptair-fa-discutere-il-selfie-con-il-dirottatore.html, URL consultato il 21 maggio 2018.
  19. ^ (EN) Amie Gordon, Briton who smiled for the 'selfie of a lifetime' with EgyptAir hijacker is a convicted criminal who was forced to wear an electronic tag after beating up a student, su Daily Mail, 3 aprile 2016, http://www.dailymail.co.uk/news/article-3521014/Briton-smiled-selfie-lifetime-EgyptAir-hijacker-convicted-criminal-forced-wear-electronic-tag-beating-student.html, URL consultato il 21 maggio 2018.
  20. ^ (EN) Helena Horton, "More people have died by taking selfies this year than by shark attacks", in The Daily Telegraph, 22 settembre 2015, http://www.telegraph.co.uk/technology/11881900/More-people-have-died-by-taking-selfies-this-year-than-by-shark-attacks.html, URL consultato il 21 maggio 2018.
  21. ^ Alessandro Gatta, «Selfie», video gardesano al Giffoni Festival, su Bresciaoggi.it, 17 ottobre 2015, http://www.bresciaoggi.it/territori/garda/selfie-video-gardesano-al-giffoni-festival-1.3938954?refresh_ce#, URL consultato il 21 maggio 2018.
  22. ^ Sara Formisano, Poliziamoderna@Giffoni45: Selfie, la sicurezza stradale narrata ai giovani attraverso un cortometraggio, su Poliziamoderna, 24 luglio 2015, http://www.poliziadistato.it/articolo/39507/. URL consultato il 21 maggio 2018.