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La veste lunga è una novella di Luigi Pirandello pubblicata originariamente nel 1913 sulla rivista "Noi e il mondo", poi entrata a far parte della raccolta Novelle per un anno, pubblicata in 15 volumi editi tra il 1922 e il 1937.[1]

La veste lunga
1ª ed. originale1913
GenereNovella
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneSicilia
ProtagonistiDidì
CoprotagonistiCocò
SerieNovelle per un anno

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La protagonista di questa novella è Didì, una ragazza di sedici anni, che si trova ad affrontare un improvviso passaggio dall'età adolescenziale a quella adulta, rappresentata per l'appunto, dalla veste lunga. Didì è in viaggio con il padre e il fratello, Cocò, verso Zùnica, che da luogo da sogno nell'infanzia di Didì, si era trasformato in luogo da "incubo", visto che vi si sta recando per sposare un uomo che non hai mai visto prima, di quarantacinque anni. La novella racconta di come la morte della madre, avvenuta tre anni prima, abbia influenzato la vita di questa famiglia, specialmente quella di Didì, che sarebbe rimasta sola, e anche quando il padre e il fratello erano a casa, era come se ci fossero solo con il corpo e non col cuore e la mente. Didì era totalmente spaventata dal futuro che le spettava e vedeva nell'età adulta tanta tristezza, ripensando anche alla fine dell'amica Rorò Campi, morta solo dopo quasi un anno. Durante il viaggio i due insieme con Didì, però, si addormentano, facendola sentire più sola di quanto già non si sentisse. Lei si sentiva ancora la bambina che la madre la faceva sentire, non riusciva ad accettare quel futuro, così, attratta dal "veleno" che il padre si portava sempre dietro per la sua malattia, decide di prenderlo, arrivando così, a Zùnica, morta. [2] [3]

Analisi[modifica | modifica wikitesto]

Questa novella rappresenta la concezione di Pirandello del'’esistenza, ovvero un contrasto tra la vita e la forma. La protagonista di questo racconto è Didì, una ragazza in piena adolescenza, costretta troppo presto a vestire i panni di una donna adulta ai quali sente di non appartenere, metaforicamente rappresentati dalla veste lunga. L'intreccio arriva subito al punto focale della narrazione e, attraverso l'uso di flashback sempre più arretrati del tempo, riesce a ricostruire la storia, chiarendo i motivi degli atteggiamenti attuali dei personaggi e la ragione del viaggio. Didì cerca di attirare l'attenzione dei familiari, che le sembrano disinteressati alla sua condizione di disagio, con il suicidio. Tuttavia, la morte non le permette di godere delle attenzioni tanto bramate e il rifiuto della forma si riversa anche sul paesaggio e sul mutamento dei sui colori, prima vivi e poi cupi e scuri. Il finale drammatico della novella sembra esserne non solo la conclusione naturale, ma anche l'applicazione delle teorie freudiane di quegli anni sul desiderio di morte connaturato agli adolescenti.[4]

Sistema dei personaggi[modifica | modifica wikitesto]

Il personaggio principale, solitamente chiamato protagonista, in questa novella è rappresentato dalla giovane Didì, la quale è posta al centro di tutte le vicende più ampie e significative. Talvolta, con il protagonista, possono esserci uno o più personaggi detti comprimari, rappresentato in questo caso da Cocò, il fratello della ragazza, che ha la sua stessa importanza all'interno del racconto. Ci sono poi i personaggi secondari, con importanza ovviamente minore rispetto ai precedenti, i quali possono essere influenti, incidendo sugli atteggiamenti del protagonista, o ininfluenti, quindi rivestendo un ruolo caratterizzante l'ambiente o situazione narrata. In questa novella, i personaggi secondari influenti sono la madre, che ha avuto un importante impatto sui comportamenti attuali della ragazza, e il barone, causa certamente influente nel suicidio della giovane. [5]

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Il simbolo rappresenta un determinato concetto all'interno delle novelle (ad esempio, il leone è simbolo di forza). In questo racconto, il simbolo è rappresentato dalla veste lunga, che figura l'inserimento nel mondo degli adulti.[6]

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Noi e il mondo, febbraio 1913;
  • Inclusa nella racconta "La trappola", 1915;
  • Inclusa nel quarto volume delle novelle per un anno; [7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lucio Lugnani, La veste lunga, in Tutte le novelle, Milano, Rizzoli, 2007, p. 1200.
  2. ^ Raffaele Messina, La veste lunga, in Novelle, Marco Derva, 1993.
  3. ^ Lucio Lugnani, La veste lunga, in Tutte le novelle, Milano, Rizzoli, 2007.
  4. ^ Raffaele Messina, La veste lunga, in Novelle, Marco Derva, 1993, pp. 193-194.
  5. ^ Raffaele Messina, La veste lunga, in Novelle, Marco Derva, 1993, p. 190.
  6. ^ Raffaele Messina, La veste lunga, in Novelle, Marco Derva, 1993, p. 192.
  7. ^ Lucio Lugnani, La veste lunga, in Tutte le novelle, Milano, Rizzoli, 2007, p. 1200.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Pirandello, Novelle, a cura di Raffaele Messina, 1993, Marco Derva editore.
  • L. Pirandello, La veste lunga, in Id., Tutte le novelle, II. 1905-1913, a cura di Lucio Lugnani, Milano, Rizzoli, 2007.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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