Utente:Gingerki/Sandbox

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RENATO MOSCATO[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Moscato[modifica | modifica wikitesto]

Renato Moscato è nato il 26 Gennaio 1888 in Italia a Firenze, figlio di Angelo Moscato e Allegra Treves. Fratello di Bruno Moscato, nato il 25 Agosto 1897 e di Fiammetta Moscato, nata il 28 Dicembre 1884, entrambi a Firenze.

Il destino dei Moscato[modifica | modifica wikitesto]

Renato Moscato è stato arrestato a Pistoia, il 29 gennaio 1944 e trasferito nel carcere di Santa Caterina in Brana (a Pistoia), in seguito è stato portato nel campo di concentramento di Fossoli e deportato con il convoglio numero 14, partito il 2 Agosto 1944 e arrivato il 6 Agosto ad Auschwitz. Il fratello Bruno invece è stato arrestato a Firenze il 3 Aprile del 1944 e trasferito nel carcere delle Murate, in seguito è stato portato nel campo di concentramento di Fossoli e deportato anche lui ad Auschwitz con il convoglio numero 10, partito il 16 Maggio 1944 e arrivato il 23 Maggio. Della sorella di Renato, Fiammetta Moscato, ci sono ignoti il luogo e la data di arresto, ma è stata trasferita come i fratelli nel carcere delle Murate a Firenze e successivamente al campo di concentramento di Fossoli, infine morta nel campo di sterminio tedesco.

Renato Moscato[modifica | modifica wikitesto]

Renato Moscato è nato il 26 Gennaio 1888 in Italia a Firenze, figlio di Angelo Moscato e Allegra Treves. Era un commerciante ambulante e vendeva tende. Non apparteneva al ceto nobile, a differenza delle altre famiglie ebree, ma era di modeste condizioni sociali. Moscato Renato viveva con la moglie Ida Maggiorelli e i suoi cinque figli, in via Bassa della Vergine, nella periferia di Pistoia. Aveva partecipato alla prima guerra mondiale e non era iscritto al Partito Fascista, anche se non era dichiaratamente contrario a questo. A causa della sua religione venne più volte malmenato dai fascisti e il fatto che la moglie e i figli fossero cattolici non bastarono a salvarlo. Accanto al suo banco lavorava un altro commerciante fascista al quale faceva concorrenza e quest’ultimo successivamente lo ha denunciato alle autorità naziste. Aldo, uno dei cinque figli di Renato, denunciò, a guerra finita il commerciante avversario, che scappò a Salò. Egli non andò in galera, poiché a guerra finita venne deciso dallo Stato di non perseguitare i fascisti. Il 29 gennaio 1944 su ordine del Questore Chicca fu arrestato e condotto nel carcere di Santa Caterina in Brana (Pistoia) e da qui, con il convoglio partito da Verona il 2 agosto, venne deportato ad Auschwitz. É morto, probabilmente, appena arrivato, a causa delle condizioni fisiche non consone per lavorare nei campi. La data della morte è ignota. Renato è stato l’unico ebreo residente a Pistoia ad essere deportato.

I discendenti[modifica | modifica wikitesto]

Aldo, uno dei figli di Renato, dopo la fine della guerra emigrò e visse in Francia fino alla morte. Un’altra figlia di Renato, invece, si è trasferita in Inghilterra ed ecco perché, al giorno d’oggi, i suoi discendenti vivono lì.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]