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La terapia di orientamento alla realtà (ROT, dall'inglese Reality Orientation Therapy) è una tecnica riabilitativa rivolta a pazienti che, a seguito di una lesione cerebrale o di una malattia neurodegenerativa, risultano confusi e disorientati nel tempo, nello spazio e rispetto a sé e alla propria storia. Gli obiettivi principali sono quindi di favorire il riorientamento del paziente nella sua quotidianità, attraverso facilitazioni ambientali e ripetute stimolazioni da parte di operatori e familiari, e di aumentare il livello di autostima e il senso di controllo del paziente, cercando di modificarne i comportamenti errati e limitandone la tendenza all'isolamento.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

L'intervento di orientamento alla realtà è stato per la prima volta proposto nel 1958 da Folsom, psichiatra americano specialista nel trattamento di pazienti geriatrici con disturbi mentali, con l’intento di riabilitare veterani di guerra con grave confusione mentale [1]. Questo programma denominato “aide-centered activity program for elderly patients” era stato proposto al Winter Veterans Administration Hospital in Topeka, Kansas. Nel 1961 un simile programma fu proposto anche al Mental Health Institute in Mount Pleasant in Iowa, in cui il personale veniva formato alla gestione del paziente tenendo conto dell’importanza dell’orientamento alla realtà, creando occasioni di lavoro in gruppo. Nel 1963 Folsom e Taulbeee hanno integrato e ampliato tali programmi in un protocollo che hanno poi proposto all’Unità Geriatrica del Veterans Administration Hospital in Tuscaloosa in Alabama. Negli anni, questa terapia fu applicata su pazienti affetti da demenza, con un livello di compromissione moderato/severo, caratterizzato da confusione, disorientamento e deficit della memoria. Tuttavia, tali pazienti avevano preservate funzioni sensoriali e linguistiche, cruciali per l'intervento. Il fine, oltre a migliorare l’orientamento della persona, era quello anche di migliorare la qualità di vita dei pazienti; ciò ha rappresentato un cambiamento nel modo di considerare il decadimento cognitivo, non più solo da un punto di vista medico, ma anche ponendo uno sguardo anche verso gli aspetti psicologici.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Attraverso facilitazioni ambientali (ad esempio, calendari, orologi, etichette, lavagne) e ripetute stimolazioni che possono essere presentate sotto forma verbale, visiva, scritta o musicale, l'intervento mira a fornire e consolidare la consapevolezza del paziente circa la sua storia personale e di malattia, le sue coordinate spaziali (dove si trove e dove vive) e temporali (data, mese, anno, stagione). È necessario che l'intervento venga strutturato su misura del singolo paziente, tarandolo sulle sue risorse cognitive residue, le sue caratteristiche personali e i suoi interessi. Nel corso del tempo sono state distinte due modalità di intervento: ROT informale e ROT formale. La ROT informale prevede l’introduzione di facilitazioni nell'ambiente di vita del paziente, quali ad esempio calendari, orologi, etichette, segnali e colori attraverso le quali la persona può meglio orientarsi nella sua quotidianità. In aggiunta, il personale dello staff sanitario, i familiari, i volontari coadiuvano tale processo attraverso la reiterazione di informazioni e stimoli durante tutto l’arco della giornata. Durante i loro contatti con il paziente lo guidano costantemente rispetto a chi è e dove si trova, che ore sono, qual è l’anno corrente e che cosa sta succedendo in quel momento nell’ambiente circostante. Tali interventi dovrebbero tenere conto di accorgimenti quali ad esempio modulare l’interazione con il paziente secondo le sue risorse residue, parlargli in modo lento e chiaro, usare un contatto visivo diretto e stimolare la sua attenzione. La ROT formale, invece, è un intervento maggiormente strutturato che prevede la formazione di gruppi di pazienti (dalle 4 alle 6 persone) omogenei per caratteristiche personali e risorse cognitive legate alla malattia. Le sedute in cui sono coinvolti i gruppi sono giornaliere, durano all'incirca 45 minuti e sono condotte da personale formato. Le finalità, pur coincidendo con quelle già descritte nella ROT informale, sono perseguite tramite un intervento di stimolazione maggiormente standardizzata. Gli incontri sono solitamente strutturati in sedute in cui, in maniera intensiva, sono proposte diverse attività nelle quali è favorita l’interazione di gruppo e la partecipazione attiva da parte di tutti i pazienti. Nelle prime fasi il focus è diretto in modo predominante verso il rafforzamento dell’orientamento verso sé stesso e l’ambiente di vita, ad esempio informazioni circa la data, l’ora, la collocazione spaziale e i nomi degli altri partecipanti. Con l’avanzamento dell’intervento, il conduttore dà maggiore spazio alla discussione attiva dei partecipanti circa eventi recenti, eventi storici, informazioni di cultura generale o di persone famose; sono inoltre introdotti esercizi per la memoria, l’attenzione e le abilità visuo-spaziali. Anche nella ROT formale si tiene conto di preferenze, attitudini e aspetti personali dei singoli partecipanti; questo fa sì che essi si sentano maggiormente coinvolti e partecipino in modo attivo alle sedute di gruppo. Un punto centrale di tale intervento risiede infatti nell’interazione sociale tra i soggetti.

Evidenze sull'efficacia[modifica | modifica wikitesto]

La ROT si è dimostrata in grado di rallentare la progressione del declino cognitivo tipico delle patologie neurodegenerative in pazienti con demenza di tipo lieve e moderato. I risultati della letteratura scientifica hanno dimostrato chiari benefici a livello cognitivo e comportamentale, suggerendo che le tecniche di riorientamento dovrebbero essere considerate come una parte di un programma di cura più ampio, che non si concentri esclusivamente sulla componente medica della patologia. [2] [3] Negli ultimi anni l’intervento di ROT è stato maggiormente sviluppato. Evidenze mostrano come risultati migliori si possano ottenere utilizzando la ROT in combinazione con altre tecniche, quali la terapia della reminiscenza e della rimotivazione, oppure affiancata alla terapia occupazionale o alla riabilitazione motoria [4]. Con questo intento è stata elaborata all’inizio degli anni 2000 la CST (Cognitive Stimulation Therapy), ovvero un intervento integrato e strutturato che prevede il coinvolgimento della persona con demenza in una serie di attività, esercizi a tema e discussioni di gruppo con il fine di attivare e sostenere il funzionamento cognitivo e sociale di pazienti con demenza [5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Taulbee L. R., Folsom J. C. Reality orientation for geriatric patients. Hosp Commun Psychiatry 1966; 13: 133–35. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/5932198
  2. ^ Spector A, Orrell M, Davies S, Woods B. Reality orientation for dementia. The Cochrane Database of Systematic Reviews 2000, Issue 3. https://DOI.org/:10.1002/14651858.CD001119
  3. ^ Metitieri T, Zanetti O, Geroldi C, Frisoni GB, De Leo D, Dello Buono M, Bianchetti A, Trabucchi M. Reality orientation therapy to delay outcomes of progression in patients with dementia. A retrospective study. Clin Rehabil. 2001 Oct;15(5):471-8. https://DOI.org/:10.1191/026921501680425199
  4. ^ Mazzucchi A. 2012 La riabilitazione neuropsicologica. Premesse teoriche e applicazioni cliniche. 3rd Edition Elsevier Srl.
  5. ^ Spector A., Thorgrimsen L., Woods B, Royan L., Davies S., Butterworth M., Orrell M. Efficacy of an evidence-based cognitive stimulation therapy programme for people with dementia: randomised controlled trial. Br J Psychiatry. 2003 Sep;183:248-54. https://doi.org/10.1192/bjp.183.3.248

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mazzucchi A. 2012 La riabilitazione neuropsicologica. Premesse teoriche e applicazioni cliniche. 3rd Edition Elsevier Srl.
  • Metitieri T, Zanetti O, Geroldi C, Frisoni GB, De Leo D, Dello Buono M, Bianchetti A, Trabucchi M. Reality orientation therapy to delay outcomes of progression in patients with dementia. A retrospective study. Clin Rehabil. 2001 Oct;15(5):471-8. https://DOI.org/:10.1191/026921501680425199
  • Camargo CH, Justus FF, Retzlaff G. The effectiveness of reality orientation in the treatment of Alzheimer's disease. Am J Alzheimers Dis Other Demen. 2015 Aug;30(5):527-32. https://doi.org/10.1177/1533317514568004
  • Spector A., Thorgrimsen L., Woods B, Royan L., Davies S., Butterworth M., Orrell M. Efficacy of an evidence-based cognitive stimulation therapy programme for people with dementia: randomised controlled trial. Br J Psychiatry. 2003 Sep;183:248-54. https://doi.org/10.1192/bjp.183.3.248


Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Categoria:Psicoterapia Categoria:Geriatria Categoria:Neuropsicologia