Trotilon

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(GRC)

«κατὰ δὲ τὸν αὐτὸν χρόνον καὶ Λάμις ἐκ Μεγάρων ἀποικίαν ἄγων ἐς Σικελίαν ἀφίκετο, καὶ ὑπὲρ Παντακύου τε ποταμοῦ Τρώτιλόν τι ὄνομα χωρίον οἰκίσας»

(IT)

«Nello stesso tempo anche Lamide di Megara, conducendo una colonia, giunse in Sicilia, e dopo aver fondato un piccolo territorio chiamato Trotilon al di sopra del fiume Pantakyas, [1]»

In greco Τρώτιλον, fu il primo territorio (χωρίον) colonizzato dai Megaresi intorno al 730 a.C., guidati dal loro ecista Lamis, stando alla narrazione di Tucidide[2]. Il luogo non è ancora stato identificato, anche se l'opinione prevalente (a partire dal Fazellus[3]) è che si trattasse del promontorio di Brucoli. Altri studiosi[4] fanno invece notare che il fiume Pantakyas (Παντακύας in greco), oltre il quale l'insediamento fu fondato, potrebbe essere invece uno dei corsi d'acqua del Porto di Augusta, quali il Molinello e il Marcellino. Il toponimo è altresì citato da Polieno nei suoi Stratagemmi[5]: dopo aver colonizzato Trotilo, i Megaresi furono accolti dai Calcidesi nella città di Leontinoi, da Teocle. Ma dopo sei mesi di convivenza, Teocle decise di cacciarli dalla città durante una processione armata in onore dei dodici dèi del Pantheon greco. In occasione del rito sacrificale, i Calcidesi presero in prestito tutte le armi dei Megaresi. Al tramonto, essi così furono cacciati dalla città, senza armi, così non poterono difendersi. Teocle allora concesse loro di stazionare presso Trotilo solo un solo inverno.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tucidide, Guerra del Peloponneso, Libro VI, capitolo 4, §1
  2. ^ Tucidide, Guerra del Peloponneso, Libro VI.4.1.
  3. ^ Fazellus, De rebus siculis.
  4. ^ Claudius Aretius Syracusanus (1537) e Filodeo degli Amodei (1876).
  5. ^ Polieno, Stratagemmi, 5.5.2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle Isole Tirreniche, F. Copani, 2012, pp.234-244


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