Tarsie del coro della chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano

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Tarsie del coro San Bartolomeo
AutoreFra Damiano da Bergamo
Data1510-1520
Tecnicatarsia lignea
Dimensioni65,5×51,5×3 cm
UbicazioneChiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano, Bergamo

Le tarsie del coro della chiesa di San Bartolomeo a Bergamo sono un importante complesso di intarsi lignei, realizzati presumibilmente tra il 1510 e il 1520 da fra Damiano Zambelli su disegno di diversi pittori.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Non si conosce la data esatta in cui il conte Alessandro Martinengo Colleoni[1], nipote del più famoso Bartolomeo Colleoni, commissionò le tarsie per la chiesa di Santo Stefano e Domenico, ma il veneziano Marcantonio Michiel, in visita a Bergamo nel 1525, ne fa la descrizione, da questo si considera che le tarsie siano stata eseguite nel periodo che va dal 1504, anno in cui Martinengo Colleoni ottiene il giuspatronato della chiesa, al 1520.[2] Proprio del 31 maggio 1504 è il documento che recita: “Li padri di S. Stefano volendo mostrarsi grati alla divozione verso il Convento e religione professata dal capitano Alessandro Martinengo Colleoni lo costituirono patrone della cappella grande di detta chiesa chiamata la cappella di S. Stefano, e di S. Domenico di modo che lui e i suoi eredi possano porvi sepolcri e ponervi le armi di detto detto capitan Alessandro quale patrone di detta cappella”.[3] Nel 1510 il capitano cedette alcuni terreni alla chiesa. La testimonianza di Michiel lascia anche i nomi dei pittori autori dei disegni sui cartoni da cui sono state lavorate le tarsieː Troso da Monza. Bernardo Zenale, Bartolomeo Suardi detto Bramantino[4] A supporto della presenta del Bramantino quale disegnatore di alcune tarsie vi è la testimonianza certa che questi aveva frequentato sia i frati domenicani della chiesa milenese di Santa Maria delle Grazie, che la famiglia Trivulzio, e per questo conosceva Alessandro Martinengo, inoltre alcune tarsie presentano assonanze di stile con gli arazzi presenti nella casa Trivulzio disegnati dall'artista in particoalre le tarsie 15, 17, 19 e 23.[5]

La chiesa, e il monastero adiacente, causa un rafforzamento delle mura venete, venne distrutta con una mina la notte dell'11 novembre 1561[6]. Le tarsie vennero salvate, ma solo nella parte dei quadri, mentre non si salvò la parte intera del coro. Vennero spostate in un primo momento, nel convento della Basella presso Urgnano, nel 1565 spostate nel monastero in borgo San Lorenzo, e finalmente nel 1571 nel convento adiacente alla chiesa di San Bartolomeo, precedentemente occupato dagli Umiliati.

Nel 1647, dopo la costruzione della chiesa e la sistemazione di un nuovo coro, in quanto quello originale era stato distrutto con la chiesa, ed erano stati creati nuovi seggi e nuove parti ornamentali, vennero posizionate nella nuova collocazione, sotto la Pala Martinengo del Lotto, anche questa salvata dalla distruzione.[7] La nuova collocazione evidenzia la mancanza di alcune tarsie; le 31 rimaste risultano spaiate, ricomposte al meglio ma mancanti di una logica, questo indica la perdita di alcune, come delle parti ornamentali e dei seggi. Nel coro sono state aggiunte come prima e ultima due tarsie con incisioni, che non sono lavori di fra Damiano, ma di epoca successiva.

Difficile assegnare il disegno delle tarsie ai relativi autori, fra Damiano risulta non fosse solo intarsiatore, ma, anche disegnatore, infatti alcune tarsie sembrano lavorate in disegno e intarsio completamente dal convesso, forse seguendo il lavoro del Lotto, trovandosi insieme nella chiesa di Santo Stefano, ognuno a eseguire le committenze assegnate, ne aveva carpito l'arte.
Fra Damiano iniziava a trasformare il disegno degli intarsi da strutture geometriche a veri quadri figurativi anticipandone i tempi.[8]

Le tarsie di Fra Damiano[modifica | modifica wikitesto]

Elenco delle tarsie nella nuova collocazione[modifica | modifica wikitesto]

Le tarsie del coro della chiesa dei santi Bartolomeo e Stefano, non sono posizionate nella collocazione originale, sicuramente il numero era infatti maggiore essendo presenti 25 tarsie con orientamento a sinistra e solo 6 a destra, inoltre non seguono una linea tematica preordinata, questo fa supporre che siano state inserite nel nuovo coro nella forma considerata migliore, ma non ottimale.
L'assegnazione dei disegni dei cartoncini preparatori alla loro realizzazione è difficile, non tutti gli studiosi condividono i medesimi autori, presumibilmente fra Damiano, che aveva seguito per tanto tempo il Lotto nella realizzazione della pala Martinengo, ne aveva carpito l'arte, da qui l'assegnazione dei disegni per alcune tarsie proprio al frate intarsiatore[9]. Altri disegni sono stati assegnati al Bramantino, e a Bernardo Zenale, mentre è di difficile attribuzione, quelli realizzati da Troso da Monza.

# Immagine Soggetto Anno autore del disegno
01 iscrizione
elenco delle tarsie partendo da sinistra a destra[10]
1647
02 Testa di sant'Alessandro
patrono della città di Bergamo e nome del committente.
Con questa opera Fra Damiano si inserisce nella tradizione
degli intarsiatori di opere sacre[11]
1510-1520 ignoto
03 Testa di San Bartolomeo Apostolo
posta in una nicchia cubica, posta su di un basamento con la scritta
S.B.A. patrono di capitano Colleoni[12]
1510-1520 ignoto
04 Ordalia Eucaristica
la tarsia ci raffigura come era la chiesa di Santo Stefano poi distrutta con il monastero adiacente
l'11 novembre 1561. Questa ne la sola raffigurazione che rimane a testimonianza.[13]
1510-1520 Fra Damiano da Bergamo
05 Testa di Sam Giovanni.
il nome S. JOANNES inciso sulla base del sostegno, il santo è presente nella
pala Martinengo di Lorenzo Lotto[14]
1510 ̠1520 ignoto
06 Procesione Eucaristica
con al centro un sacertode che regge l'ostensorio procedendo sotto un baldacchino
seguito da un gruppo numeroso di fedeli[15].
1510-1520 fra Damiano da Bergamo
07 Brixia Magnipontens
La piazza della loggia di Brescia con le arcate rinascimentali nel centro
Tarsia ricca di particolari architettonici[16]
1510-1520 ignoto
08 La scoperta del fuoco.
Rappresentazione di come l'uomo con la scoperta del fuoco come origine dela vita
sullo sfondo un monastero[17].
1510 -1520 Bramantino
09 Palazzo Marinengo Colleoni
sormontato da due putti che legano lo stemma della famiglia
forse l'ultima tarsia lavorata dal frate[18]
1510-1520 ignoto forse
10 Sacrificio di Isacco
l'angelo ferma la mano di Abramo mentre un agnello pronto per
il sacrificio è ai piedi di Isacco[19]
1510̠-1520 Bernardo Zenale
11 Campiello veneziano
ricco di particolari con due personaggi in primo piano, la giovane
che si reca alla fontana, e un uccello[20].
1510 -1520 ignoto
12 la morte di Sansone
Sansone rompe la colonna e con questa distrugge il palazzo.[21]
ignoto
13 Cortile monumentale
descrizione minuziosa di un cortile, soggetto che verrà ripreso nelle tarsie
che verranno realizzate a Bologna[22]
1510-1520 ignoto
14 La Madonna che investe s.Domenico con l'abito dell'ordine
La prospettiva data dal pavimento, mentre la Madonna è in una
bianca corona di nuvole[23].
1510-1520 fra Damiano da Bergamo
15 Conversione di San Paolo
la decentralità prospettica crea la profondità, soggetto ripreso a Bologna[24]
1510̠-1520 Bramantino
16 martirio di Santo Stefano
il santo al centro inginocchiato vestito da una dalmatica ricamata
con l'aureola riportante il suo nome[25].
1510-1520 Bernardo Zenale
17 Sposalizio di Maria
molto buona la realizzazione architettonica, quadro molto amato dall'autore e ripreso nel
presbiterio di Bologna[26]
1510-1520 Bramantino
18 L'abbraccio tra san Domenico e Francesco
La città di Roma rappresentata sullo sfondo simile ad Assisi[27]
1510-1520 Bernardo Zenale
19 Decollazione di San Giovanni
La scena raffigurata in una bellissima galleria dove incisa la richiesta di Salomè
DA MIH CAPUT IN DISCO IO.BABT[28].
1510-1520 Bramantino
20 Martirio di San Pietro da Verona
coni quattro personaggi al centro della scena, mentre il santo scrive il suo credo durante
il martirio[29]
1510-1520 Bernardo Zenale
21 L'incontro della Samaritana al pozzo
sono il centro dela scena, ricca la chima dell'albero e l'ambientazione
di Samaria. La firma dell'autore sulle facce del pozzo[30]
1510-1520 Bernardo Zenale
22 Piazza Vecchia con Palazzo della Ragione
Questa è una importante testimonianza di come si presentava il palazzo
prima dell'incendio doloso del 1513 .
Opera firmata F.D.N.G.[31][32]
1510-1520 Fra Damiano da Bergamo
23 San Pietro e San Giovanni guariscono lo storpio
la scena si svolge di fronte a un tempio a tre navate di stile rinascimentale[33]
1510-1520 Bramantino
24 Martirio di Santa Caterina d'Alessandria
sicuramente la santa prende ispirazione dalla pala di Lorenzo Lotto[34]
1510-1520 Bernardo Zenale
25 Il sacerdote entra in una chiesa per celebrare la Messa
in primo pianto il conte Martinengo Colleoni mentre si reca alle funzioni[35]
1510-1520 ignoto
26 Il miracolo di Bolsena
la scena rappresenta l'Ostia dalla quale sgorga sangue, l'intarsio elabora i particolari della cappella
le iniziali F.D.sono incise sul monastero in lontananza[36]
1510-1520 Bernardo Zenale
27 Il castello di Malpaga
il frate ne fa omaggio al conte inserendolo nella tarsia
a cavallo in primo piano[37]
1510 -1520 ignoto
28 Ecce Agnus Dei
viene ricreata l'ambiente del deserta. La tarsia venne ripresa per realizzare
quella inserita nel Presbiterio di Bologna[38]
1510-1520 Disegno ritenuto eseguito da Bernardo Zenale
29 Strumenti della passione
il legno della croce, la lancia, le spine e la spugna imbevuta
d'aceto[39].
1510-1520 ignoto
30 La colonna della Flagellazione
la tarsia per tanti anni è stata inserita capovolta[40]
1510-1520
31 strumenti della Passione
la scala tre chiedi e il martello, inseriti in uno spazio cubico a prospettiva centrale[41]
1510-1520 ignoto
32 Oggetti Liturgici
le ampolline e il piattino sopra una piramide di libri dalle copertine ben rilegate e ornate[42]
1519-1520 ignoto
33 ultima tavola non opera di Fra Damiano
ma inserita a completamento del coro[43]
1510-1520

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Palazzo Martinengo Bonomi, su academia.edu, Academia. URL consultato il 13 luglio 2016.
    «nel 1517 Alessandro Bartolomeo Colleoni, il proprietario del palazzo, aveva commissionato sempre al Lotto la grande Pala Martinengo una volta in Santo Stefano al Fortino e oggi in San Bartolomeo»
  2. ^ Le Tarsie, p. 6.
  3. ^ Venturino Alce, Fra Damiano intarsiatore e l'ordine domenica a Bergamo, Ferrari editrice, 2002, p. 17..
  4. ^ Le Tarsie, p.35.
  5. ^ Le Tarsie, p. 33-34.
  6. ^ Le mura di Bergamo, su books.google.it. URL consultato il 13 luglio 2016.
    «fu dfistrutto anche il convento domenicano contenente le spoglie di Pinamonte da Brembate»
  7. ^ Storia di un antico monastero, su bergamopost.it. URL consultato il 13 luglio 2016.
  8. ^ Massimo Ferretti, I maestri della prospettiva - Storia dell'arte italiana, vol. 11, Torino, 1982, p. 555.
  9. ^ Le tarsie, p. 31 32.
  10. ^ Le Tarsie, p.50.
  11. ^ Le Tarsie, p.52.
  12. ^ Le Tarsie, p.54.
  13. ^ Le Tarsie, p.56.
  14. ^ Le Tarsie, p.58.
  15. ^ Le Tarsie, p.60.
  16. ^ Le Tarsie, p.62.
  17. ^ Le Tarsie, p.64.
  18. ^ Le Tarsie, p.66.
  19. ^ Le Tarsie, p.68.
  20. ^ Le Tarsie, p.70.
  21. ^ Le Tarsie, p.72.
  22. ^ Le Tarsie, p.74.
  23. ^ Le Tarsie, p.76.
  24. ^ Le Tarsie, p.78.
  25. ^ Le Tarsie, p.80.
  26. ^ Le Tarsie, p.82.
  27. ^ Le Tarsie, p.84.
  28. ^ Le Tarsie, p.86.
  29. ^ Le Tarsie, p.88.
  30. ^ Le Tarsie, p.90.
  31. ^ Le Tarsie, p.92.
  32. ^ Palazzo della Ragione, ora Museo dell’affresco e della pittura murale (PDF), su territorio.comune.bergamo.it, Comune di Bergamo. URL consultato il 13 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2016).
  33. ^ Le Tarsie, p.94.
  34. ^ Le Tarsie, p.96.
  35. ^ Le Tarsie, p.98.
  36. ^ Le Tarsie, p.100.
  37. ^ Le Tarsie, p.102.
  38. ^ Le Tarsie, p.104.
  39. ^ Le Tarsie, p.106.
  40. ^ Le Tarsie, p.108.
  41. ^ Le Tarsie, p.110.
  42. ^ Le Tarsie, p.112.
  43. ^ Le Tarsie, p.114.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vittorio Polli, Le tarsie di san Bartolomeo in Bergamo del frate Damiano Zambelli, Ferrari Editrice, 1995.
  • Andreina Franco Loiri Locatelli, La Rivista di Bergamo, 1998, p. 58.61.
  • Venturino Alce, Fra Damiano intarsiatore e l'ordine domenica a Bergamo, Ferrari editrice, 1995.

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