Stele di Zakkur

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Parte conservata della stele di Zaakur che riporta l'iscrizione.

La stele di Zakkur (o Zakir) è una stele reale scoperta nel 1903 da Henri Pognon a Tell Afis, 45 km a sudovest di Aleppo (Siria), nel territorio dell'antico Regno di Hamath[1].

Fu pubblicata nel 1907 dallo stesso Pognon[2][3]. Attualmente è conservata presso il Museo del Louvre, a Parigi.

Si tratta di una stele di epoca aramaica realizzata in basalto, di cui si conservano solo quattro frammenti, che misura circa 30 cm di larghezza, 13 cm di profondità e 62 cm di altezza (in origine doveva essere alta circa 2 metri). Riporta un'iscrizione del re Zakkur in aramaico e si ritiene che risalga all'805-775 a.C.[4][5]. Dell'iscrizione sono leggibili:

  • 28 righe di testo sul fianco destro,
  • 17 righe di testo sulla parte inferiore del lato frontale,
  • 2 righe di testo sul fianco sinistro.

Il testo recita:

«Sono la stele di Zakkur, re di Hamath e Luaš, eretta per Iluwer [...] Ba'al Šamayn mi ha nominato re su Hazrak (in Luaš) [...] Ma Bar-Hadad, figlio di Hazael, re di Aram, riunì contro di me diciassette re: Bar-Hadad III, il re Bir-Guš di Arpad, il re di Qu'e, il re di Amq, il re di Gurgum, il re di Ja'udi, il re di Melid, il [...] ed essi eressero un muro più alto delle mura di Hazrek [...] Ba'al Šamayn mi disse "Io ti sarò vicino e ti libererò da tutti questi re" [...] ed io costruii templi per gli dei in tutto il paese [...] Chi rimuoverà questa stele [...] Ba'al Šamayn, Iluwer e [...] Šamaš e Sahar [...] e gli dei del cielo, [...] possa il nome di Zakkur e della sua casa [rimanere per sempre]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Yildiz, Efrem "The Aramaic Language and Its Classification" Journal of Assyrian Academic Studies [1] Archiviato il 9 settembre 2008 in Internet Archive.
  2. ^ Gibson J.C.L., Textbook of Syrian Semitic Inscriptions II, Oxford 1975, num. 5.
  3. ^ Henri Pognon, Inscriptions sémitiques de la Syrie, de la Mésopotamie et de la région de Mossoul, Imprimerie Nationale, Parigi, 1907.
  4. ^ Serena Maria Cecchini, Fabrizio Venturi, Tell Afis, una città della Siria fra Tardo Bronzo ed età del Ferro Archiviato il 20 agosto 2013 in Internet Archive., su fenici.unibo.it
  5. ^ Lo scavo di Tell Afis Archiviato l'8 marzo 2016 in Internet Archive. - Museo Nazionale d'Arte Orientale Giuseppe Tucci, Roma

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Wilhelmus C. Delsmann: Die Inschrift des Königs Zakkur von Hamath In: Otto Kaiser: Texte aus der Umwelt des Alten Testaments - Bd. 1: Rechts- und Wirtschaftsurkunden; Lfg. 6 - . Gütersloher Verlagshaus Mohn, Gütersloh 1985, ISBN 3-579-00065-9, S. 626–628.
  • Henri Pognon, Inscriptions sémitiques de la Syrie, de la Mésopotamie et de la région de Mossoul, Imprimerie Nationale, Parigi, 1907.


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