Sestetto Chigiano d'Archi

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Il Sestetto Chigiano d'Archi, noto anche semplicemente come Sestetto Chigiano, è stato un ensemble da camera italiano, attivo dagli anni '60 agli anni '80, che fu diretta filiazione della fortunata esperienza cameristica maturata dal Quintetto Chigiano.

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

  • Violini: Riccardo Brengola (1917-2004), Giovanni Guglielmo (1935-2017) e successivamente Felice Cusano[1][2]
  • Viole: Mario Benvenuti (1915-1995), Tito Riccardi (1929-1999)
  • Violoncelli: Alain Meunier (1942), Adriano Vendramelli (1943-2007).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

In seguito alla morte del conte Guido Chigi-Saracini, nel 1966 il Quintetto Chigiano, dopo oltre 30 anni di fortunata carriera internazionale, cessò l'attività con l'intento di dar vita a un nuovo progetto cameristico.

Nacque così il Sestetto Chigiano d'Archi, con Riccardo Brengola sempre nel ruolo di primo violino e con il ritorno di Mario Benvenuti, storico membro del Quintetto Chigiano, questa volta in veste di violista.[3]

Fin dalla sua fondazione, cavalcando la fama di cui godeva ancora il Quintetto Chigiano e grazie alla popolarità dei suoi membri, tenne numerosi concerti in Italia, Europa e Sud America.[4][5][6][7]

Si deve all'attività del sestetto la felice riscoperta e valorizzazione di alcune opere di Boccherini[8]: l'unico disco del Sestetto Chigiano è del 1971 per l'etichetta Arion, con il Sestetto op. 24 e del Quintetto per archi in Do maggiore di Boccherini.[9] Alcuni membri del sestetto parteciparono inoltre con Severino Gazzelloni all'incisione del Sestetto op. 15 n. 1;[10] rimangono inoltre vari nastri e registrazioni live.

Il Sestetto Chigiano eseguì inoltre un vasto repertorio di sestetti d'archi, tra cui Verklärte Nacht di Schönberg, i Sestetti di Brahms, Cassazione di Riccardo Malipiero, il Sestetto di Dvorak.[11][12] Si presentò talvolta anche in formazione di quintetto d'archi (spesso per eseguire i quintetti di Mozart) o trio d'archi.[13][14][15]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Già nell'incisione di Boccherini.
  2. ^ (EN) Musical Heritage Review, Paganiniana Publications, Incorporated, 1977. URL consultato il 2 settembre 2019.
  3. ^ Fondazione Accademia Chigiana | Un appuntamento con la storia, su chigiana.it. URL consultato il 2 settembre 2019.
  4. ^ (ES) Enzo Valenti Ferro, 100 años de música en Buenos Aires: de 1890 a nuestros días, Ediciones de Arte Gaglianone, 1º gennaio 1992, ISBN 9789507200113. URL consultato il 2 settembre 2019.
  5. ^ (ES) Obertura, 1968. URL consultato il 2 settembre 2019.
  6. ^ (ES) Revista musical chilena, Facultad de Ciencias y Artes Musicales y de la Representación, 1970. URL consultato il 2 settembre 2019.
  7. ^ Vita italiana, Presidenza del Consiglio dei ministri, Servizio delle informazioni., 1970. URL consultato il 2 settembre 2019.
  8. ^ Terenzio Sacchi Lodispoto, Luigi Boccherini - Sestetto n. 3 in mi maggiore per archi, op. 23 n. 3, G 456, su flaminioonline.it. URL consultato il 2 settembre 2019.
  9. ^ Sestetto Chigiano, su Discogs. URL consultato il 2 settembre 2019.
  10. ^ Gian-Luca Petrucci e Maurizio Benedetti, Severino Gazzelloni: il flauto del Novecento, F. Pagano, 1993. URL consultato il 2 settembre 2019.
  11. ^ Lucia Brighenti, La Società dei Concerti di Parma: Storia di una presenza musicale a Parma dal 1894 (PDF), Silva Editore.
  12. ^ Edizioni Suvini Zerboni, Notiziario, Edizioni Suvini Zerboni., 1970. URL consultato il 2 settembre 2019.
  13. ^ Chigiana, Leo S. Olschki, 1975. URL consultato il 2 settembre 2019.
  14. ^ Cesare Galla, La Società del quartetto: 80 anni di musica a Vicenza, Neri Pozza, 1990. URL consultato il 2 settembre 2019.
  15. ^ Capitolium, 1973. URL consultato il 2 settembre 2019.
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