Savitri Upanishad

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Il testo presenta Savitr e Savitri come la causa dell'universo

Il Savitri Upanishad (in sanscrito: : सावित्री उपनिषत् ), o Savitryupanishad, è un testo sanscrito appartenente agli Upanishad minori dell'Induismo, al Sāmaveda e al gruppo di ventuno testi del canone Muktikā chiamati Sāmānya Vedānta.

Il titolo dell'opera letteraria si ricollega alla divinità indù del sole. Ispirandosi al mantra Gāyatrī, essa descrive la contemplazione della luce solare (Savitri-vidya) che permea l'intero universo come una manifestazione del Savitr maschile e del Savitri femminile, integrata con la natura indivisibile e non dualistica del dio creatore Brahman, secondo il credo della scuola teologica Advaita Vedānta.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Non sono noti né l'autore né il secolo in cui la Savitri Upanishad è stata composta. Essa è censita al numero 75 dell'antologia della lingua telugu, composta da centootto Upanishad del canone Muktika esposto da Rāma ad Hanuman. Inoltre, esistono alcuni manoscritti intitolati Svaitryupanisad.[1][2]

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

Savitar Savitri
1 Prithvi (terra) Agni (fuoco)
2 Varuṇa (acqua) Ap (acqua)
3 Vāyu (aria) Akasha (cielo)[3][4]
4 Yajña (sacrificio del fuoco) Chandas (inno metrico)[3][4]
5 Stanayitnu (nube temporalesca) Vidyut (fulmine)[3][4]
6 Aditya (sole) Dyo (l'etere celeste)[3][5]
7 Chandra (luna) Nakshatra (costellazioni)[6][7]
8 Manas (anima) Vac (parola)[6][8]
9 Purusha (uomo) Stri (donna)[6][8]

Il Savitri Upanishad è un breve testo di quindici versi.[1]

Il componimento si apre con due domande: «chi è il Savitr? Che cos'è il Savitri?».[9] Ad esse segue la giustapposizione di nove coppie di entità create, ognuna delle quali è caratterizzata da una corrispondenza biunivoca fra un elemento di tipo Savitr e un altro elemento di tipo Savitri.[10][11] Gli abbinamenti preferenziali sono riassunti nello schema a lato.

L'unione del principio maschile del vento[non chiaro] e del principio femminile dell'acqua, descritta come combustibile e materia, è un caso di accoppiamento (mithuna) che, a sua volta, è causa generatrice di vita.[3][12]

Al contrario, al principio maschile del fuoco[non chiaro] corrisponde il principio femminile della terra, che è la materia e la fonte del combustibile utilizzato per scaldare e produrre energia. Secondo il Savitri Upanishad , si manifestano sempre unitamente e il loro accoppiamento (mithuna) è causa generatrice di vita.[3][9]

Il testo prosegue affermando che Yajna e Chandas sono rispettivamente Savitr maschile e Savitri femminile la cui stretta interdipendenza e accoppiamento (mithuna) è causa generatrice di vita.[3][4]

I versi dal decimo al dodicesimo associano gli abbinamenti preferenziali al mantra Gāyatrī.[13] I primi tre accoppiamenti uomo-donna appartengono al mondo della terra (Bhur), i tre centrali appartengono all'atmosfera intermedia (Bhuvar) e infine gli ultimi tre sono parte del cielo (Svar). Il tredicesimo verso afferma che la loro unione a due a due è il Savitri-vidya[8], la causa della fenomenologia naturale del creato, nel quale sono un tutt'uno -indiviso e indifferenziato- a immagine e somiglianza dell'identificazione del Brahman-Atman.[8][13]

Gli ultimi due versi si concludono con l'esortazione a meditare i due mantra Bala e Ati-bala[14][15] rivelati a un Ṛṣi che li trascrisse in metrica gayatri. Nel testo, la sequenza "A"-"U"-"M" di un Om[14][15] è associata alla triade Bija-Shakti-Kilaka del mantra. La parte finale del Savitri contiene sei rappresentazioni della dea Savitri: Klam, Klim, Klum, Klaim, Klaum e Klah. Secondo l'Upanishad, se adeguatamente adorata, la dea ispira ai suoi devoti quattro scopi dell'esistenza umana: Dharma, Artha, Kama e Moksha).[14][15] La riflessione sull'esperienza sensibile del Savitri-vidya aiutano a conseguire la beatitudine della coabitazione terrena col principio femminile del Savitri.[15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Pandey, 1996
  2. ^ A Descriptive Catalogue of the Sanskrit Manuscripts, in Vedic Literature, vol. 1, p. 575., Government of Tamil Nadu, Madras, India, pp. 575-576
  3. ^ a b c d e f g Pandey, 1996, p. 1
  4. ^ a b c d Ayyangar, 1941, pp. 462
  5. ^ Ayyangar, 1941, pp. 462-463
  6. ^ a b c Ayyangar, 1941, p. 463
  7. ^ Pandey,1996, pp. 1-2
  8. ^ a b c d Pandey, 1996, p. 2
  9. ^ a b Ayyangar, 1941, p. 461
  10. ^ Ayyangar|, 1941, pp.461-463
  11. ^ Warrier, 1967
  12. ^ Ayyangar, 1941, pp. 461-462
  13. ^ a b Ayyangar, 1941, pp. 464-465
  14. ^ a b c Pandey, 1996, pp. 2-3
  15. ^ a b c d Ayyangar, 1941, pp. 465-466

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]