Riga ottica

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1- Sorgente luminosa 2- Lente 3-Maschera 4-Riga 5-Fotocellule

La riga ottica è uno strumento utilizzato in automazione industriale come trasduttore digitale. Il suo compito è di trasmettere in tempo reale all'unità centrale di governo, sotto forma di segnale elettrico, la posizione occupata da un elemento mobile installato a bordo di una macchina. È quindi un trasduttore di posizione.

La riga ottica funziona con lo stesso principio dell'encoder ottico ma mentre il primo è adatto a misurazioni lineari (di elementi in traslazione), il secondo svolge misurazioni angolari (di elementi in rotazione).

Elementi costruttivi[modifica | modifica wikitesto]

La riga ottica si compone di una parte fissa e di una parte mobile. La parte fissa è costituita da una riga di materiale trasparente (ad esempio vetro) che reca delle tacche serigrafate ad intervalli regolari. La parte mobile è invece formata da una sorgente luminosa, da una lente convergente, da una maschera forata di esplorazione e da un gruppo di fotocellule riceventi.

Funzionamento[modifica | modifica wikitesto]

La sorgente luminosa genera un fascio luminoso che passando attraverso la lente viene reso perpendicolare rispetto alla maschera forata. Parte della luce supera la maschera (che ne aumenta il contrasto) e va a colpire la riga di vetro. Possono verificarsi due situazioni: se il fascio di luce colpisce la tacca serigrafata, la fotocellula non riceverà nulla (segnale 0); in caso contrario la fotocellula rileverà il fascio (segnale 1). L'insieme dei segnali delle fotocellule fornirà un'informazione circa la posizione esatta della parte mobile.

Applicazioni[modifica | modifica wikitesto]

La riga ottica è ampiamente utilizzata nelle macchine a controllo numerico computerizzato (CNC) quando sia necessario operare un controllo sui movimenti di traslazione. Nelle fresatrici è ad esempio montata sulle tavole portapezzo. Se corredata da tacche supplementari di riferimento sulla parte fissa può svolgere la funzione di trasduttore assoluto, altrimenti è in generale un trasduttore incrementale. La sensibilità strumentale indicativa è di 10 micrometri al metro.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

L. Caligaris, S. Fava, C.Tomasello, TeknoMech, Editrice Hoepli, Milano 2003

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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