Pellicano (araldica)

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In araldica il pellicano è simbolo di pietà, amore e carità per il prossimo e può rappresentare il buon padre di famiglia che alimenta i figli con la sua virtù o la carità di un buon governante verso i propri sudditi.[1]

Tale simbologia deriva dal fatto che la femmina nutre i piccoli stritolando i pesci che tiene a macerare nella sacca membranosa che pende dalla mandibola inferiore, quindi preme il becco contro il petto e ne fa uscire il cibo. L'impressione che se ne ricava è che si trafigga il petto per farne uscire il sangue con cui nutre i piccoli, e questa immagine divenne leggendaria, divenendo anche il simbolo di Cristo che versa il sangue per la redenzione degli uomini.

Il pellicano in araldica è rappresentato simile ad un cigno[2], col corpo snello ed il becco lungo ma non largo e senza sacco golare.

Posizione araldica ordinaria[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto detto, il pellicano si rappresenta abitualmente di fronte nell'atteggiamento di rompersi il petto col becco per farne uscire sangue con cui nutre i piccoli nel nido, solitamente in numero di tre[2]. Questa posizione si blasona come «pellicano con la sua pietà», oltre che simbolo del sacrificio di Cristo.[3]

Attributi araldici[modifica | modifica wikitesto]

Se il pellicano non è rappresentato con la sua pietà, tende ad assumere le sue forme naturali e può avere tutti gli attributi consueti degli uccelli, più quello di sanguinoso se ha l'atteggiamento del pellicano con la sua pietà ma è senza i piccoli.

Esempi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marc'Antonio Ginanni, L'Arte del blasone dichiarata per alfabeto (PDF), Venezia, Guglielmo Zerletti, 1756, p. 127.
  2. ^ a b Volpicella.
  3. ^ Pellicano, su storiaememoriadibologna.it (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2023).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Volpicella, Dizionario del linguaggio araldico italiano, a cura di Girolamo Marcello del Majno, presentazioni di Luigi Michelini di San Martino et al., disegni dell'autore, Udine, Paolo Gaspari, 2008 [concluso negli anni 1940], p. 247, ISBN 88-7541-123-9, SBN IT\ICCU\MIL\0767647.

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