Palazzo Du Mesnil

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Palazzo Du Mesnil
Il palazzo su via Partenope
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàNapoli
Indirizzovia Chiatamone
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXIX secolo
Usosede universitaria
Realizzazione
ArchitettoAlexis Arrougè

Il palazzo Du Mesnil è un edificio storico di Napoli, situato in via Chiatamone 61 (con ingresso secondario in Via Partenope 10), nel quartiere di San Ferdinando. È stato uno degli ultimi palazzi di Napoli a non nascere come condominio, ma come palazzo di rappresentanza di una singola famiglia.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio fu progettato dall'architetto francese Alexis Arrougè su commissione dei fratelli di una famiglia baronale di origine belga Ermanno e Oscar Du Mesnil, da cui prende il nome. I fratelli Du Mesnil, imprenditori e urbanisti, realizzarono per conto del Comune di Napoli la colmata a mare che estese la terraferma della città da Mergellina all'attuale Borgo Santa Lucia, ottenendo in cambio la concessione a edificare sui nuovi suoli. La maggior parte degli edifici che attualmente si vedono a via Partenope, viale Gramsci e via Caracciolo furono progettati da Oscar Du Mesnil, a cui si deve anche questo palazzo che divenne la sontuosa dimora di famiglia. Costruito negli anni '70 del XIX secolo, il palazzo era inizialmente limitato al piano terra, al primo e al secondo piano; agli inizi del nuovo secolo furono costruiti gli altri due piani rispettando il disegno e i materiali dell'originaria facciata.

L'Università "L'Orientale", in cerca di nuovi spazi per le proprie strutture, acquistò l'edificio nel 2000. Vi trasferì quindi i locali del Rettorato, adibendo le altre sale a rappresentanza. Al palazzo Du Mesnil si tengono oggi le cerimonie di lauree honoris causa dell'Orientale e le sedute del senato accademico e del consiglio di amministrazione. Ospita inoltre l'archivio storico dell'Ateneo in prospettiva di adibirlo a biblioteca.

Gli interni, di notevole raffinatezza, furono sottoposti a vincolo della Soprintendenza per i Beni Artistici nel 1989. In molte sale si conservano soffitti a cassettoni e affreschi di pregio (questi ultimi vennero realizzati da Paolo Vetri e Joseph Mazerolle). Nel 2008 è stato completato il restauro della facciata su via Partenope, per motivi di sicurezza dovuti alla caduta di calcinacci.

Nel 2012 è stato inaugurato il Museo Orientale Umberto Scerrato, occupante l'intero piano terra del palazzo.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Aurelio De Rose, I palazzi di Napoli. Storia, curiosità e aneddoti che si tramandano da secoli su questi straordinari testimoni della vita partenopea, Napoli, Newton & Compton, 2004.

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