Missionarie ausiliarie del Sacro Cuore

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Le Missionarie Ausiliarie del Sacro Cuore (in inglese Mission Helpers of the Sacred Heart) sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: le suore di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla M.H.S.H.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini della congregazione risalgono al 1888, quando la vedova Anna Hartwell offrì a John Slattery, superiore provinciale della Società di San Giuseppe del Sacro Cuore, la sua disponibilità a svolgere attività missionaria e catechistica presso la popolazione nera di Baltimora. Alla Hartwell si unirono presto alcune compagne insieme con le quali, il 5 agosto 1890, diede inizio all'istituto delle Missionarie Ausiliarie Figlie dello Spirito Santo.[2]

In seguito le religiose iniziarono a progettare di estendere il loro apostolato ai bianchi, mentre Slattery impose alle religiose di continuare a limitare la loro opera ai neri: i contrasti furono superati nel 1895 grazie all'intervento del cardinale James Gibbons, arcivescovo di Baltimora, che rimosse Slattery dalla carica di superiore ecclesiastico della comunità sostituendolo con padre Peter Tarro e che approvò la nuova finalità dell'istituto.[2]

La congregazione assunse la denominazione di Missionarie Ausiliarie del Sacro Cuore; il titolo di fondatrice venne attribuito a Mary Cunningam, l'unica del gruppo che aveva dato inizio all'istituto a non aver già abbandonato la comunità.[2]

Nel 1902 fu aperta la prima missione a Porto Rico.[2]

Le Missionarie Ausiliarie del Sacro Cuore ottennero il pontificio decreto di lode il 21 dicembre 1941 e l'approvazione definitiva delle costituzioni l'11 luglio 1949.[2]

Attività e diffusione[modifica | modifica wikitesto]

Le religiose si dedicano specialmente alla catechesi e all'educazione, anche in scuole speciali per ciechi, sordomuti e disabili psichici.[2]

Oltre che negli Stati Uniti d'America, sono presenti a Porto Rico e in Venezuela;[3] la sede generalizia è a Baltimora.[1]

Alla fine del 2008 la congregazione contava 73 religiose in 31 case.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ann. Pont. 2010, p. 1639.
  2. ^ a b c d e f G.Rocca, DIP, vol. V (1978), col. 1511.
  3. ^ New Kinds of Sisters, su missionhelpers.org. URL consultato il 26 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2012).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Annuario Pontificio per l'anno 2010, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2010. ISBN 978-88-209-8355-0.
  • Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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