Le tre Grazie (van Loo 1765)

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La tre Grazie
AutoreCharles-André van Loo
Data1765
Tecnicaolio su tela
UbicazioneCastello di Chenonceau

La tre Grazie (Les trois Grâces) è un dipinto del pittore Charles-André van Loo, realizzato nel 1765 e conservato nel castello di Chenonceau, in Francia.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'opera è la seconda che l'artista fece sul tema delle tre Grazie. Infatti, la prima versione (andata perduta e della quale resta uno studio, oggi a Los Angeles) venne esposta al Salone di Parigi del 1763,[2] ma l'opera non venne ben accolta da alcuni critici e dalla marchesa di Pompadour, pertanto il pittore promise che avrebbe ricreato il quadro.[3][4] La nuova versione venne esposta postuma al Salone del 1765.[2][3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le Grazie sono delle figure della mitologia greco-romana ed erano le figlie di Zeus (Giove per i romani) ed Eurinome. Queste dee legate alla vegetazione e alla bellezza erano rappresentate molto spesso nella storia dell'arte occidentale, come dimostrano le opere di artisti quali Lucas Cranach il Vecchio, Antonio Allegri da Correggio e Pietro Paolo Rubens. Come nel dipinto originale, le tre Grazie sono raffigurate in un ambiente pastorale, con un cielo azzurro sullo sfondo, ma non è presente la tela appesa tra i rami dell'albero che sovrastava il trio dell'altro dipinto. Le ragazze si tengono per mano formando un semicerchio, e la Grazia centrale non è di spalle come nella maggior parte delle opere del periodo, anticipando un espediente presente nella versione scultorea realizzata nel secolo successivo dal Canova. Tutte e tre sono nude, e solo dei panni bianchi coprono le parti intime delle Grazie di destra. I loro capelli sono adornati dai gioielli e nelle mani reggono delle piante, inclusa una rosa.[5]

Tradizionalmente si credeva di riconoscere nei volti di queste fanciulle i ritratti delle signorine Mailly-Nesle, che furono delle favorite durante il regno di Luigi XV, ma è molto improbabile che sia così in quanto tutte e tre erano già morte all'epoca della realizzazione dell'opera: Pauline Félicité de Mailly-Nesle era deceduta nel 1741, Marie-Anne de Mailly-Nesle nel 1744 e Louise Julie de Mailly-Nesle nel 1751.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Wilfried Hansmann, Loire Valley, Stewart, Tabori & Chang, 1986, ISBN 978-0-941434-62-1. URL consultato il 9 dicembre 2022.
  2. ^ a b (EN) Salon de 1763 - Paris Salon Exhibitions: 1667-1880, su sites.google.com. URL consultato il 9 dicembre 2022.
  3. ^ a b (EN) Melissa Lee Hyde e François Boucher, Making Up the Rococo: François Boucher and His Critics, Getty Publications, 2006, ISBN 978-0-89236-743-6. URL consultato il 9 dicembre 2022.
  4. ^ (FR) François Blondel, Le Nu féminin dans la peinture européenne. Tome 3, VisiMuZ Editions, 1º settembre 2021, ISBN 979-10-90996-63-2. URL consultato il 9 dicembre 2022.
  5. ^ (EN) Edwin Mullins, The Painted Witch: Female Body: Male Art : how Western Artists Have Viewed the Sexuality of Women, Secker & Warburg, 1985, ISBN 978-0-436-29513-3. URL consultato il 9 dicembre 2022.
  6. ^ (EN) Days on the Claise: The Notorious de Nesle Sisters, su Days on the Claise, 21 febbraio 2014. URL consultato il 9 dicembre 2022.

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