Le parole di mio padre

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Le parole di mio padre
Titolo originaleLe parole di mio padre
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno2001
Durata90 min
Generedrammatico
RegiaFrancesca Comencini
SoggettoItalo Svevo (La coscienza di Zeno)
SceneggiaturaCarolina Olcese, Richard Nataf, Francesco Bruni, Paola Comencini, Francesca Comencini
Distribuzione in italianoMikado Film
FotografiaLuca Bigazzi
MontaggioFrancesca Calvelli
MusicheLudovico Einaudi
Interpreti e personaggi

Le parole di mio padre è un film del 2001, diretto da Francesca Comencini, liberamente ispirato a due capitoli de La coscienza di Zeno di Italo Svevo.

È stato presentato nella sezione Un Certain Regard al 54º Festival di Cannes.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la morte del padre, Zeno Cosini si reca da un vecchio amico di suo padre, Giovanni Malfenti, per avere un lavoro. Zeno è un ragazzo chiuso, insicuro e un po' inetto, che ha cambiato più volte l'indirizzo dei suoi studi universitari ma non è riuscito a trovare la sua strada. Zeno vive da solo, spesso vaga per la città e osserva la gente, le strade e la vita a lui estranea. Comincia a frequentare la casa di Malfenti. Invitato a cena spesse volte ha così modo di conoscere le figlie di Giovanni: Ada, Alberta, Anna e Augusta. Dopo vari tentativi inutili di conquistare l'amore di Ada, e il rifiuto dell'amore di Alberta, finisce per sposare Augusta. Il film si conclude con la scena dei due sposini che salgono le scale della chiesa vista dall'altra parte della strada.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Official Selection 2001, su festival-cannes.fr. URL consultato il 7 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di cinema