La casa grande

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Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo romanzo di Álvaro Cepeda Samudio, vedi La casa grande (Álvaro Cepeda Samudio).
La casa grande
Titolo originaleLa Grande Maison
AutoreMohammed Dib
1ª ed. originale1952
Genereromanzo
Lingua originalefrancese

La casa grande è un romanzo dello scrittore algerino Mohammed Dib pubblicato nel 1952 e primo della trilogia di cui fanno parte anche L'incendio (1954) e Il telaio (1957).

Trama[modifica | modifica wikitesto]

In un clima sociale turbolento, dominato da povertà e ingiustizia sociale, si svolge la storia di Omar, ragazzino di dieci anni che abita in una piccola camera a Dar Sbitar, una casa per i poveri dove vivono ammassati moltissimi nuclei famigliari e che serviva precedentemente come ospedale. Il piccolo vive con la madre Aini, le due sorelle maggiori e la nonna non più autosufficiente e passa le giornate per strada, come la maggior parte dei bambini di Tlemcen; è abituato alla rassegnazione, alle privazioni, ma sembra proiettare le proprie aspettative su Hamid Saraj, militante comunista, uomo di cultura rispettato da tutti, simbolo della presa di coscienza del popolo algerino e il cui arresto manderà in subbuglio gli abitanti della residenza. Il romanzo ruota attorno alla famiglia riunita a tavola e alla ricerca vana e ossessiva di cibo: solo l'innocenza e la personalità di Omar offrono un barlume di speranza per un futuro migliore.

Temi principali[modifica | modifica wikitesto]

Il tema preponderante nel romanzo è la fame che consuma corpo e spirito nell'Algeria coloniale. Dall'inizio alla fine del libro tutto ruota intorno alla ricerca di un pezzo di pane o qualche scarto di frutta e verdura al mercato della città. La fame trasforma i personaggi: li brutalizza, li rende inumani e crudeli. È il caso della madre di Omar che occupa tutte le energie a trovare qualcosa di cui cibarsi tentando anche la via del contrabbando e che cambia comportamento, soprattutto nei confronti della nonna che prima maltrattava, solo quando il cugino Mustafa le manda un paniere pieno di legumi e carne. Il cibo ha quindi il potere fortissimo di modificare la psicologia dei personaggi.

Stile[modifica | modifica wikitesto]

L'opera presenta tutte le caratteristiche del romanzo realista sociale, nel linguaggio ricco di metafore che rimandano alla condizione di disumanizzazione e nelle immagini talvolta molto crude che lo scrittore riesce a creare. Il senso di drammaticità è forte in tutto il romanzo, documentario delle estreme condizioni di vita quotidiana al tempo della colonizzazione francese in Algeria. Lo scopo è appunto quello di sollecitare a una presa di coscienza del regime di natura discriminatoria esercitato dai Francesi, volto a tenere in stato di assoggettamento la popolazione locale di religione musulmana: in un passaggio all'inizio del libro troviamo infatti un episodio in cui l'insegnante Hassan denuncia le menzogne della Francia. Parole che il piccolo Omar non comprenderà sul momento ma che lo aiuteranno a farsi una propria idea critica sulla situazione drammatica in cui si trova il suo popolo, anche grazie all'apporto consapevole di Hamid Saraj.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Dib Mohammed, La casa grande, trad. di Gaia Amaducci, prefazione di Mariangela Capossela, Epoché, Milano 2004 ISBN 88-88983-03-1
  • Dib Mohammed, La casa grande, Feltrinelli, Milano 2008 ISBN 978-88-07-72026-0

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mabrouk Dora, Algérie. Le guide essentiel, Bachari, 2006

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]