L'Horla

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L'Horla
Titolo originaleLe Horla
Altri titoliLo Horla
AutoreGuy de Maupassant
1ª ed. originale1886
Genereracconto
Sottogenereorrore
Lingua originalefrancese

L'Horla è il titolo di due racconti fantastici dell'orrore scritti da Guy de Maupassant e pubblicati tra il 1886 e il 1887. La prima versione, meno conosciuta, era uscita sul quotidiano Gil Blas, la seconda fa parte di un'antologia con lo stesso titolo. Il racconto è redatto nella forma di un diario interrotto che lascia presumere che chi scrive sia finito per impazzire.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Immagine di copertina dell'edizione del 1908

La vicenda si presenta come un diario autobiografico in cui il narratore parla in prima persona riferendo via via le paure e le difficoltà che lo attanagliano. Lo scrittore sente sopra di sé la presenza di un essere invisibile, chiamato l'Horla[1] del quale il protagonista, un uomo benestante, celibe, dell'alta borghesia, percepisce la presenza per la prima volta mentre si trova in mare a bordo d'un battello. Terrorizzato, descrive l'Horla come un doppio che a poco a poco succhia la sua intera vita.

Affetto da una strana forma di febbre cerebrale, ha sempre più difficoltà a dormire e quando vi riesce si risveglia di colpo dopo incubi atroci; prova costantemente l'agghiacciante sensazione che qualcuno o qualcosa lo osservi dall'interno di sé. Allora s'interroga sulla propria sanità mentale, ma si riconosce pienamente consapevole del proprio stato e in grado di analizzare con la lucidità più completa tutto quel che gli sta accadendo.

La presenza dell'essere diviene sempre più intollerabile e quindi il protagonista decide che l'Horla dovrà essere eliminato, ma bisognerà che prima diventi visibile. Per questo egli finge di essere impegnato a scrivere e quando sente la Presenza dietro di sé si gira di scatto, ma lo specchio che è alle sue spalle non riflette nessuna immagine, nemmeno la sua.

Sempre più in preda alla follia, per eliminare l'Invisibile incendierà la sua stessa abitazione, lasciando così morire bruciati vivi i propri servi. Alla fine il narratore pensa che il suicidio sarà l'unica via possibile per sfuggire all'Horla.

Adattamenti cinematografici[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il titolo viene comunemente tradotto con l'"Altro", l' "Estraneo" (Roberto Rossignoli - recensione)

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Controllo di autoritàVIAF (EN179103118 · LCCN (ENn92104096 · GND (DE4351258-6 · BNF (FRcb119752033 (data) · J9U (ENHE987010932786705171
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